Capitolo VIII

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6:00 di mattina.
Sofia socchiuse un occhio.
Lo schermo del suo cellulare era illuminato e stava per scattare la sveglia.
Fulmineamente, spense il telefono, quasi per sopprimerlo. Poi si accorse di dov'era. Una stanzetta bianca di modeste dimensioni, con un letto matrimoniale bianco al centro. A destra, alcuni scaffali. A sinistra, poster di gruppi musicali.
Green Day, Ramones, ACDC, e così via.
Tutti gruppi che anche lei adorava, ovviamente.
"Gli opposti si attraggono".
Alla faccia.
Amano i propri simili, comunque.
Di sicuro loro due non si respingevano.
Al momento.
Sofia, ancora terribilmente assonnata, si girò alla sua destra.
Scorse Pietro, con il viso immerso nel cuscino. I suoi cuscini sapevano di lui, naturalmente. Era così bello.
Aveva i capelli spettinati e l'espressione innocente di un bambino. Lei sorrise: vederlo così vulnerabile era stupendo.
Ripensò all'accaduto della sera precedente.
Lui era uscito di casa, sotto la pioggia, per lei. Per lei.
E oh, l'aveva baciata.
Probabilmente, nel periodo in cui erano stati insieme, tempo addietro, non si erano conosciuti veramente.
Si erano allontanati molto per via del loro carattere, ed ora si stavano riavvicinando per la stessa ragione.
Uscire alle undici di sera (martedì, oltretutto) per prendere l'ultimo autobus e vederlo. Pazzia.
Meravigliosa, folle pazzia.
Ora era lì. Sorrise nuovamente e si riaddormentò.
Non stava così bene da tanto.
(...)
Alle 9:00 si svegliò nuovamente. Sta volta, Pietro non era a letto. La tapparella era già sollevata e la luce invadeva la stanza.
Si alzò ed uscì.
Lui era in cucina, seduto al tavolo. Stava evidenziando lunghe frasi in un libro di economia. Quando la sentì si girò e le sorrise.
"Buongiorno"
"Ehilà"
"Ti ho preparato un caffè"
Mise sul tavolo una tazza di caffellatte fumante.
Sofia l'afferrò con entrambe le mani.
"Ieri sera hai preso sonno"
"Oh"
"Eri così dolce"
"Ero" (accenna una risatina)
"Ti sei dimenata per tutta la notte, stavi sognando?"
"No, cioè non ricordo"
"Ah"
"Pietro hai degli occhi stupendi"
"Tu sei stupenda"
Sofia sorseggiò il suo caffè lentamente.
Poi prese il volto del ragazzo fra le mani e gli morse dolcemente il labbro inferiore.
Le loro lingue si muovevano simultaneamente.
Le loro labbra premevano le une sulle altre. I loro respiri si coordinavano. I loro cuori si coordinavano.
"Sofia, voglio stare con te, sempre"
Lei si limitò a non rispondere e continuò a mordicchiarlo. Tempo di mezzogiorno ed era cosparso di succhiotti. Tuffava il naso nel suo collo ed inspirava il suo profumo.
E se si fosse innamorata?
"Bah, innamorarmi io? Nemmeno per sogno." Pensò.

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