Capitolo XXII

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Sabato 17 Maggio: Vuoto

"Caro diario, è stata una giornata grigia.

Come quando attendi con ansia un avvenimento, ma non arriva.

Senza, necessariamente, sapere cosa.

Come quando senti il bisogno di qualcosa, ma allo stesso tempo desidereresti solamente la solitudine, come rimedio a tutti gli attacchi esterni.

Le persone sono dettagli del paesaggio, per me.

Non va bene. La scuola mi abbatte lentamente. Compito in classe, ogni giorno. Cattiva condotta. Comportamento inadeguato. "Carattere iracondo" scriveva la professoressa di matematica sul mio libretto. Sì, è piuttosto spiacevole.

Crollo sotto i colpi della vita, nel momento migliore per viverla.

Ho iniziato a fumare di più. Compro sempre il solito pacchetto di Philip Morris blu, resto da sola di fronte al riflesso dello specchio, quello in camera mia. Eh già, quel pacchetto che ogni sera è quasi vuoto.

I miei genitori non sono mai in casa. Con mamma la situazione è complessa: non riesce a capire di cosa ho bisogno, non cerca il dialogo nelle sere del mercoledì, l'unico giorno della settimana in cui torna dal lavoro ad un orario accettabile. Se ne sta sempre zitta, oppure parla troppo. Curioso.

Eppure, fino a poco tempo fa, andava tutto bene.

Le cose sono cambiate. I pezzi del gioco si sono spostati dalle loro caselle.

Hanno deciso di cambiare posizione, di stravolgere il mio "tutti i giorni".

Il nervoso divora parte di me.

Da quanto non vedo Pietro?

Da quella domenica. Mi ha salutato, consapevole che non ci saremmo visti per un arco di tempo indefinito.

D'altronde, Maggio è sempre il mese degli impegni scolastici.

Anche per lui, credo, ma soprattutto per me.

Sento la sua mancanza, ogni tanto imperversa nelle mie serate.

La sento nelle canzoni, nei libri che leggo, nel silenzio.

Perché il silenzio è crudele, tende a rammentarmi tutto ciò che non c'è durante l'attimo, il preciso istante nel quale incontro me stessa e non incontro lui.

E' sabato ed ho appena finito di studiare. Non esco più. Ho sonno."

La pagina del quaderno era terminata. La penna scriveva a tratti. Si rifiutava di proseguire. Sofia prese il telefono in mano, fece per spegnerlo.



23:21 Pietro

"Scendi"



Cosa?

Qual era il significato di quel messaggio?

Rimase interdetta per qualche istante, realmente inconscia di ciò che accadeva.

Poi, i suoi occhi brillarono.

Si alzò di scatto e si affacciò alla finestra.

Lui era lì, sullo scooter. Si tolse il casco, lasciando i capelli evidentemente spettinati.

Sofia era travolta dalla sorpresa. Era in canottiera. Afferrò un paio di shorts neri ed indossò le sue All Star bianche, che non l'avevano mai tradita. Chiuse le ante della finestra e, senza fare rumore, andò ad accertarsi che i suoi genitori dormissero.

Rose nereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora