Capitolo VI

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Alle 18:00 Sofia uscì.
Era distrutta. Il liceo era pesante. Davvero troppo pesante. I suoi capelli spettinati, le guance rosee e l'aria abbattuta davano l'idea di una ragazza stremata. Indossava le Dottor Martens nere nuove di zecca. Le donavano.
Solo al pensiero di passare un'altra sera da sola, si sentì mancare. I suoi genitori erano via per lavoro e non sarebbero rincasati prima di venerdì sera.
Quando arrivò a casa si stese sul divano. La casa era... Vuota. Noiosa.
Un'idea le attraversò l'anticamera del cervello: "uscire".
No, sua madre le aveva intimato di restare in casa. Ma la tentazione era forte.
Oltretutto, Sofia pensava a Pietro. Era più forte di lei.
Nel frattempo aveva iniziato a piovere. Forte. Una pioggia violenta e rumorosa.
Non c'era bisogno di musica quella sera. C'era qualcosa. Qualcosa che apriva le costole a Sofia. Le accelerava il respiro. Cercava il cuore.
Alle 21:00 la ragazzina non resistette più. Si arrese, come mai aveva fatto, a sé stessa. Seguì l'istinto.
Afferrò il cellulare.
E con foga, ma mantenendo la sua solita freddezza, rispose a Pietro.

21:13 Sofia
"Fuori piove, si sente la tua mancanza in sere come questa"

Respirò a fondo. Cosa aveva fatto?
Si abbandonò ad una lacrima. Una sola. Salì in stanza ed aprì il cassetto della scrivania. Frugò fra tutte le carte ed infine tirò fuori un pacchetto da venti di Philip Morris. Scese di nuovo di corsa le scale ed uscì sbattendo il cancello. Vicino a casa sua vi era un parchetto.
Non era il massimo, a quell'ora e sotto la pioggia. Non girava bella gente nei dintorni.
Ma Sofia aveva bisogno di tranquillizzarsi. Prese il suo accendino azzurro ed accese una sigaretta.
Fumava lentamente. Era pensierosa. Aveva un certo che in quel gesto, chiunque l'avesse vista fumare avrebbe detto che aveva classe. Ma quasi nessuno l'aveva mai vista.
Le piaceva fosse il suo segreto, quando stava male. La aiutava a riflettere.
Era seduta su una panchina, al buio. Indossa una felpa larga con il cappuccio. Era zuppa d'acqua.
Il suo cellulare squillò. Era una chiamata. Un presentimento la colse. Guardò, ed era Pietro. Sì, lui la stava cercando a quell'ora della sera.
Temendo di non essere in grado di affrontare una conversazione verbale, lei rifiutò la chiamata.
Subito dopo, arrivò un messaggio.

21:47 Pietro
"Si, piove. Vieni, ho bisogno di te qui"

Sofia sbatté gli occhi, incredula. Si riprese dallo stupore solo dopo pochi minuti. E volle rispondere.

21:53 Sofia
"Ora?"

21:55 Pietro
"Ora."

21.57 Sofia
"Sei a casa?"

21:57 Pietro
"Da solo"

Sofia non era certa di ciò che stava per fare. Per nulla.
Eppure alcune volte il cuore ha il sopravvento sulla ragione.

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