Cᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 3, un pezzo di me
«𝑆𝑏𝑎𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑎 𝑐ℎ𝑖𝑎𝑚𝑎𝑟𝑒,
𝑠𝑏𝑎𝑔𝑙𝑖𝑜 𝑐ℎ𝑖 𝑎𝑚𝑎𝑟𝑒»
_𝐈𝐑𝐑𝐀𝐆𝐈𝐔𝐍𝐆𝐈𝐁𝐈𝐋𝐄🔞IN QUESTO CAPITOLO SARANNO PRESENTI SCENE ESPLICITE, LINGUAGGIO SCURRILE E ATTI DI VIOLENZA E/O RIFERIMENTI CHE POTREBBERO DISTURBARE UN PUBBLICO PARTICOLARMENTE SENSIBILE!!!🔞
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Kacchan era stato così deluso poche, pochissime volte in vita sua. Non dagli altri, ma da sé stesso, di solito era sempre una persona che sorpassava i suoi limiti, facendo l’impossibile e ora, rannicchiato sul letto, con una sigaretta in bocca e lo sguardo sul soffitto si chiedeva perché Deku gli avesse reso la vita così difficile.
Da quando era tornato il verdino non faceva altro che sembrargli così cambiato, così diverso, come se il suo Deku fosse scomparso quando era finito in ospedale.
Ricordava come si sentisse quel giorno, come i suoi occhi stentavano a credere a quello che stavano vedendo.
Ricordava gli occhi vacui di Inko, le lacrime, il sapore di disinfettante dell’ospedale, le domande invadenti degli ispettori.
Volevano arrestarlo, così gli aveva detto sua madre, tuttavia Izuku si era rifiutato di sporgere denuncia, aveva detto che quello che aveva fatto era un suo gesto, che non aveva alcuna ripercussione su Kacchan.
Ancora adesso Bakugo non sapeva cosa fosse stato a far si che Izuku non lo denunciasse; insomma, la sua vita sarebbe stata molto più semplice con lui fuori dai giochi, avrebbe continuato a studiare all’accademia, la storia del suo tentato suicidio sarebbe passata in fondina qualche mese dopo, dando ogni colpa a lui, a Katsuki, il bulletto violento e pazzo.
Si sarebbe diplomato Izuku, avrebbe trovato una bella ragazza, magari ne avrebbe conosciuta una e avrebbero messo su famiglia poco dopo; Inko sarebbe stata felice, senza problemi, senza ansie inutili e con dei nipotini dagli occhi castani e dai capelli verdi.
Si, magari Deku sarebbe diventato bravo nel suo lavoro da poliziotto, il miglior agente della città e la sera tornando a casa avrebbe trovato la moglie e i figli, che lo abbracciavano, che gli raccontavano le loro giornate con entusiasmo, che poi gli chiedevano di raccontargli cosa lui aveva fatto, quali criminali avesse catturato.
Deku allora, li avrebbe accontentati, spiegando con gli occhi brillanti e la voce gremita di gioia come il comandante Toshinori lo avesse lodato. Poi i suoi figli si sarebbero stretti a lui, chiedendogli di essere portati a letto e Deku lo avrebbe fatto. Li avrebbe portati nella loro cameretta, piena fino all’orlo di poster di Toshinori, il miglior agente della polizia del mondo intero, e gli avrebbe narrato di nuovo come era diventato così forte il suo poliziotto preferito e poi, a metà storia i suoi ragazzini si sarebbero addormentati e lui avrebbe sorriso, quel sorriso che ti faceva tremare le gambe per l’intensità e sobbalzare il cuore per la tenerezza - e anche se Katsuki non lo avrebbe mai ammesso a lui infondo faceva lo stesso effetto,- poi li avrebbe baciati sulle guance uno ad uno mentre sua moglie sbirciava tutto dalla porta e si sarebbe voltato, incrociando il suo sguardo.
Allora l’avrebbe raggiunta e l’avrebbe baciata, ringraziandola per avergli dato la famiglia che desiderava e lei avrebbe sorriso per poi baciarlo di nuovo, sarebbero stati teneri l’uno con l’altra e Izuku non avrebbe mai dovuto temere di essere aggredito dalla sua alpha, che al contrario lo avrebbe sempre protetto dai mostri, dagli incubi e dalle cose cattive. Non sarebbe mai stata lei il mostro di cui avere paura, al contrario di Katsuki.
Lei lo avrebbe amato delicatamente come meritava di essere amato Izuku.
Lo avrebbe portato in camera, fatto sdraiare e poi avrebbe scrutato nei suoi occhi verdi, come gli aceri, verdi e forti come le querce e poi lo avrebbe baciato, sulla bocca e poi… no.
Non poteva pensare a Izuku che andava a letto con qualcun altro che non fosse lui.
Era giusto così.
Izuku non aveva voluto denunciarlo e lui doveva solo essergliene grato, doveva cambiare, doveva essere migliore, ma non per Izuku, ma per sé stesso.
Troppo spesso aveva sentito quelle puttanate come: “Devi cambiare per chi ti vuole bene” oppure “se continui così sarai solo rovinato ragazzo”.
No.
Lui sarebbe cambiato perché lo meritava, perché non era ancora riuscito a parlare col ragazzino che aveva dentro, perché stava per diventare padre e se Deku lo avrebbe voluto al suo fianco, lui sarebbe stato il tipo di padre che il suo di padre non era mai stato.
Avrebbe insegnato a suo figlio che non aveva bisogno di nessuno se non della sua famiglia, dei suoi genitori, che ora già lo amavano, o per lo meno lui lo amava.
Pensava a quello mentre un messaggio lo richiamò alla realtà.
Sollevò la mano, cercando a tastoni il cellulare sul comodino. Quando lo trovò se lo mise in mano e lo sbloccò. Il messaggio ricevuto era da parte di Izuku, e leggendo il suo contenuto non poté fare a meno di sorridere.

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You hurt me, Bakudeku
FanfictionDeku sobbalzò, si ritrasse con veemenza, quasi terrorizzato dal suo tocco. Nel corso del tempo Izuku aveva imparato che essere toccati da Kacchan equivaleva sempre a dolore. "Kacchan...ti prego." Sapeva cosa voleva. Lo stava guardando di nuovo negl...