11. sᴜssᴜʀʀᴀ ɪʟ ᴛᴜᴏ ɴᴏᴍᴇ

138 12 1
                                    

CAPITOLO 11, sussurra il tuo nome

Diecimila voci e tu mi dici di calmarmi_ Rkomi

"Perché ti amo."
"No."
Izuku arretrò.
Il divano gli sfregò contro i polpacci.
"Ti amo da quando hai scelto me, da quando hai scelto il nome per nostra figlia, da quando ti ho fatto del male."
L'omega sobbalzò.
Si portò una mano al petto, cercando di fermare il pulsare sordo del suo cuore.
"Tu..."
"Ridillo" sentenziò puntando lo sguardo nelle sue iridi rosso sangue.
Katsuki sbuffò.
"Ti amo."
Un colpo secco.
Il palmo di Izuku si scontrò contro la guancia di Katsuki.
La testa bionda l'inclinò lateralmente.
"Ridillo" ordinò ancora Izuku.
Katsuki fece un passo avanti, verso di lui.
"Ti amo, Nerd."
Un altro schiaffo.
Stavolta sull'altra guancia.
Katsuki avvertì la pelle bruciare prepotentemente dove le dita di Izuku l'avevano colpito.
Sapeva che il verdino era capace di molto peggio, ma non dubitava che non ci sarebbe rimasto il segno.
"Ridillo, ancora."
Katsuki lasciò uscite un rantolio d'aria dalle labbra.
"Ti amo, Izuku."
Chiuse gli occhi, aspettando lo schiaffo, che però non arrivò.

Non arrivò mai.
Le labbra dell'omega si schiantarono sulle sue, il suo sapore amarognolo lo invase.
Le mani di Izuku gli circondavano il collo, gli tremava contro.
Ebbe appena il tempo di rendersi conto di quello che stava accadendo prima di ricambiare il bacio disperatamente.
Gli legò le braccia ai fianchi, tirandoselo contro e affondò la lingua nella sua bocca.

Merda, se era buono.
Sapeva di biscotti.
Biscotti e speranza.
E rabbia, dolore e malinconia, anche un pizzico di gioia.
La sentiva corrergli in gola insieme alla saliva del più piccolo.
Se lo spinse sulla bocca come se fosse il suo fottuto gelato preferito.
Gli succhiò il labbro inferiore talmente forte da farlo ansimare.
Le loro lingue si fusero insieme immediatamente.
Katsuki si sentiva al posto giusto.
Nella bocca dell'omega, stretto contro il suo corpo morbido.
Le sue mani scesero lungo le cosce, le accarezzò lentamente e fece ruotare la lingua insieme a quella del verdino, che lo seguì con entusiasmo.

Si succhiavano l'anima a vicenda.
Katsuki fece correre una mano lungo l'interno coscia del verdino e sussultò nel sentirlo bagnato.
Fradicio.
Mosse appena la mano, sorpreso e compiaciuto.
Non appena iniziò a farci correre la mano però si rese conto che non era affatto come sembrava.

Deku era sbiancato.
Lo allontanò bruscamente, tenendosi al contempo con la mano contro il suo petto.
"Izuku..." mormorò Katsuki, ma venne interrotto da un singhiozzo del verdino.
Si erano separati, Izuku ora si stava guardando tra le gambe e un brivido gli scuoteva la carne.
Il sangue imbrattava tutto il tessuto dei suoi pantaloni.

A Izuku parve di rivivere un dejavu.
Annaspava.
Il suo respiro si era fatto improvvisamente più rapido.
Stava iperventilando, sentiva il suo battito cardiaco nelle orecchie, il cuore batteva così forte che temeva di vederlo scappare dal suo petto.
Conosceva quella fase.
Stava avendo un attacco di panico.
"Izuku...Izuku...guardami."
La voce di Katsuki pareva così lontana che Deku ipotizzò di avere del cotone nelle orecchie.
"Kacchan...sto...sanguinando."
Stupido.
Era ovvio che sanguinava, almeno che Kacchan non fosse cieco...!
"Si...va bene, ora...ti porto in ospedale, però tu devi guardarmi, okay? Guardami Izuku..."

Izuku scoppiò in lacrime.
Sotto il naso sentiva già l'odore del disinfettante.

"Kacchan...non voglio...non voglio perdere anche mio figlio...Ka-Kacchan..."
Ormai Deku singhiozzava incontrollato.
Aveva paura.
Tremava e piangeva.
Bakugo l'osservò disperato, poi se lo spinse tra le braccia.
"Andiamo Izuku...sei forte cazzo, combatti! Combatti per mio figlio, per la nostra Wanda."
Izuku strinse la sua sua maglietta e gli morse la spalla cacciando un urlo.
Katsuki non aspettò altro, se lo caricò in spalla e lo portò in macchina.

You hurt me, BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora