12. ᴇ̀ ʟᴜɪ ᴄʜᴇ ᴠᴏɢʟɪᴏ

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CAPITOLO 12, è lui che voglio

"Ma io ti scopo così forte che
ti spezzo il cuore,
non voglio più sentire un cazzo,
spiegami come."
_Massimo Pericolo

💥

Bakugo si aspettava quel pugno.
Lo aveva visto arrivare nello stesso momento in cui anche il suo polso era scattato.
Lo aveva intercettato prima che potesse anche solo sfiorarlo e l'aveva bloccato facilmente.
Un principiante picchiava così, e lui, Katsuki Bakugo, era il più grande agente speciale della polizia del fottuto paese, come aveva anche solo potuto pensare il faccia da cazzo che si sarebbe lasciato colpire?
"Bugiardo!" gridò Hitoshi, scattando in avanti con una rabbia assassina.
Katsuki scartò di lato, lasciandolo libero.
L'alpha dai capelli viola ringhiò frustato, rilasciando i suoi feromoni arrabbiati.
"Sei un cazzo di bugiardo di merda!" sbraitò Hitoshi lanciandosi in avanti, il pugno serrato nuovamente.
Katsuki roteò gli occhi al cielo.
Certo, era quello che voleva, ma quanto ci avrebbe guadagnato a mettere al tappeto quella mezza cartina?
Era certo che Deku si sarebbe arrabbiato, ma stette in silenzio e scartò di lato ancora e ancora.
Hitoshi era lento nei movimenti, ma la rabbia che traspariva dai suoi gesti era evidente e potente.
I suoi pugni, dritti e troppo controbilanciati, non erano riusciti a sfiorare neanche per sbaglio il biondo, che se la rideva beffardo.
"Colpiscimi stronzo, avanti!" sbottò Katsuki spazientito a un certo punto della situazione.

Shinsou lo osservò sollevando un sopracciglio.
Katsuki si bloccò sul posto, abbassò entrambe le braccia lungo i fianchi e si immobilizzò, aspettando.
Hitoshi esitò, studiò la situazione, cercò di capire dove fosse il tranello, ma quando parve capire che non c'era o che forse era troppo ben nascosto per vederlo ad occhio nudo, decise di agire.
I suoi muscoli si tesero in avanti e scattò rapido e preciso verso lo zigomo dell'altro alpha.

Katsuki percepì il viso inclinarsi di lato, sotto il peso di quel colpo, la guancia che bruciava, il cuore che pompava più affondo.
Hitoshi non aspettò che il biondo si ristabilizzasse, semplicemente lo colpì ancora.
Katsuki incassò l'altro pugno arretrando di qualche passo, la forza del colpo lo fece traballare.
Sputò a terra un grumo di sangue e saliva, per poi passarsi la mano sulle labbra, mentre un ghigno sadico gliele ornava.
Hitoshi aveva appena decretato la sua fine.

Katsuki non pensava che lo stronzo lo avrebbe colpito sul serio, e invece dovette ricredersi.
Per questo forse non si fece scrupoli quando il suo colpo mandò a terra l'altro ragazzo, sotto i suoi piedi, dove meritava di stare.
Le spalle di Hitoshi si contrassero al contatto con il cemento e il suo corpo fu scosso da un brivido violento.
Cercò di ripararsi come meglio poteva, ma a Katsuki non sembrò importare più di tanto che fosse a terra, indifeso e in netto svantaggio; lui non si preoccupava di risultare leale o giusto.
Lui non era Izuku.
Il calcio si alzò rapido e potente, per poi scaricarsi sullo stomaco di Shinsou, che sobbalzò, rovesciando la testa all'indietro, piagnucolando.
"Che...brutto pezzo di merda!" urlò il ragazzo dai capelli viola, mentre si stringeva lo stomaco con un braccio.
Katsuki scoppiò in una risata isterica.
"Io? Ma se sei tu quello che mi ha colpito per primo! Legittima difesa, stronzo, mi sono solo difeso!" spiegò il biondo, manipolando la situazione a suo vantaggio.
Hitoshi nel sentire quelle parole sembrò rinvigorirsi di rabbia.
Si rimise in piedi, barcollando per lo sforzo.
A Katsuki venne quasi voglia di ridere; seriamente quello stronzo stava così già ai primi colpi?!

"Sei uno schifoso manipolatore, Katsuki!" sputò Shinsou, arraccando verso il biondo, che teneva i pugni davanti al busto.
"Chi cazzo ti dà tutta questa confidenza, eh figlio di puttana? Io sono Bakugo per te, sempre" fluì l'altro, scoprendo i denti mentre un brivido felino gli attraversava il viso.
Hitoshi lo guardò disgustato.
Il suo corpo traballava, ma non sembrava volersi arrendere.
Katsuki si ritrovò a scuotere la testa; peggio per lui.
Sarebbe affondato sotto il peso dei suoi pugni.
"Deku ha mio figlio in grembo, nonostante tu non lo voglia capire" ripeté il ragazzo biondo, sorridendo cattivamente.
Il pugno di Hitoshi stavolta lo trovò impreparato.
Lo colpì tra l'attaccatura del collo e la mascella sinistra, causandogli un guaito.
Katsuki arrancò all'indietro, inciampando in un pezzo più sporgente del marciapiede, mentre finiva a terra, trascinò Hitoshi con sé, afferrandogli malamente la caviglia.
L'alpha viola ringhiò, cercando di mettere le mani in avanti per arrestare la caduta, ma fu solo un groviglio di mani e gambe che lottavano scordinate.
Finirono a terra, rotolando a causa del loro bisogno di sottomettere l'altro, i loro profumi impregnarono l'aria, mischiandosi al vento freddo.
Le unghie di Katsuki si conficcarono nella carne del viso del più piccolo, lacerandogliela.
Shinsou urlò, cercando di spingere giù da sé l'altro alpha, che tuttavia rafforzò la sua stretta.
Hitoshi soffiò inviperito, allungando le mani in avanti e tirando il biondo dalla maglietta che si strappò sotto il peso delle sue unghie.
"Vaffanculo, stronzo!"
Katsuki balzò in piedi, sottraendosi alla morsa attanagliante di Shinsou.
Si rimise in ordine alla bell'e meglio e poi gli voltò le spalle, ignorando l'altro alpha.
"L'hai strangolato Bakugo! Pensi davvero che sceglierà te?!"
Bakugo s'immobilizzò.
Le sue spalle si contrassero, i muscoli si tesero.
I pugni lungo i fianchi si chiusero di nuovo, rigidi e pronti a scattare.
"Deku non sa vivere senza di me."
Senza aggiungere altro se ne andò via.

You hurt me, BakudekuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora