| CAPITOLO 7 - DIANA |

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Fisso la scatola davanti a me. Accendo e spengo l'accendino. Fisso di nuovo la scatola. Accendo e spengo. Accendo ancora una volta.

Tre parole continuano a rimbombarmi nella testa.

Matt è vivo. Matt è vivo. Matt è vivo. Matt è vivo. Matt è vivo. Matt è vivo. Matt è vivo. Matt è vivo. Matt è vivo. Matt è vivo. Matt è vivo. Matt è vivo.

Sposto lo sguardo sulla grande vetrata del mio soggiorno. Dal giardino, riesco a vedere River, Memphis e Alex parlare. Sono sconvolti quanto me, ma a differenza mia, loro sono quasi felici di rivedere Matt.

È questo che mi fa paura.

Quando l'ho toccato, non ho provato assolutamente nulla. Una volta, quando era ancora in sé, mi bastava percepire il suo profumo da lontano, per sentire le farfalle allo stomaco. Poco fa, invece, il vuoto più totale.

Volevo solo fargli male. Sfogare tutta la mia rabbia. Urlargli contro quanto lo odiassi, per avermi fatta soffrire tutti questi anni. Ho rinunciato alla mia vita, per colpa sua. Ho accantonato tutto, concentrandomi solo sul lavoro. Non ho più voluto un momento per me stessa. Casa-lavoro. Lavoro-casa.

Fisso di nuovo la scatola. Le foto sembrano prendermi in giro.

Era tutto finto. Io ero quella innamorata e Matt no.

Mi ha solo usata, proprio come temevo.

Stai perdendo la cosa più bella che potesse capitarti.

- Quanto ti sbagliavi, Bill... - sussurro, fissando una foto di famiglia con lui. - Non mi ha mai voluta, è questo il problema. - rovescio le foto nello spazio per il falò, che di solito non uso mai. Ma come si dice...c'è sempre una prima volta.

- Non farlo, Diana. - mia zia sbuca dal nulla. Forse l'ha chiamata Tara, non ne ho idea.

Mi accendo una sigaretta, senza smettere di fissare l'accendino. - E perché non dovrei? È vivo, non ho motivo di tenerle. -

- COSA?! -

Mi sfugge una risata. - Tara ti chiama e non ti dice perché? Sul serio? -

- Mi ha solo detto che stavi per bruciare tutti i ricordi di Matt. -

- Beh, ora sai perché. -

Si siede vicino a me, sulla panchina. - Ecco perché River e Memphis sembravano due zombie... -

- È Ulysses. -

- Chi? -

- Matt. - soffio il fumo a terra. - Bello, eh? È tornato col botto. -

- Mio dio... - si passa una mano tra i capelli biondi. - Ma...ma eravamo al suo funerale... -

- Era tutta una farsa. E inizio a sospettare che Bill lo sapesse. -

- Tu dici? -

Tiro fuori l'ultima lettera di Bill dal carcere, prima che morisse. - Leggi questa lettera. -

Zia Milly sospira, prima di iniziare a leggere. - Avevi quattordici anni, quando sei entrata per la prima volta in casa mia. Eri una ragazzina che nella sua breve vita non aveva avuto scelta. Non ti fidavi di me. Te ne stavi incollata a Matt, come se potesse salvarti dall'uomo nero. Ci hai messo due anni, per rivolgermi la parola senza paura. E, quando è successo, la mia vita è cambiata, Diana. Ho trovato una figlia. Una figlia che porterò per sempre nel mio cuore. Spero di morire pensando a te, bambina. So di non meritare il paradiso. Non solo per chi sono stato, ma anche per il dolore che tu porti dentro. Inutilmente. -

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