18-Pioggia

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Quello stesso pomeriggio, dopo essersi sforzata di consumare un pasto completo, continuò a pensare alla sorta di litigata che aveva avuto con Ryujin.
Sapeva che aveva sbagliato, anzi, avevano sbagliato entrambe: Ryujin lasciandola senza nessuna ragione valida, mentre Yeji aveva sbagliato a reagire in quel modo fuori scuola.
Si era pentita del modo in cui aveva trattato la rosa, ciò che le aveva detto lo pensava veramente, ma se avesse usato parole diverse, probabilmente la conversazione sarebbe finita meglio, sicuramente.

Yeji si sentiva appesantita dal cibo che aveva mangiato, o forse era il continuo senso di colpa oppure era una combo di entrambi.
Fatto sta che era riuscita a malapena a fare i compiti per il giorno dopo, non aveva ne la voglia ne le forze per studiare per l'università.
Non provò nemmeno ad aprire i libri, si sdraiò direttamente sul suo letto e ignorò completamente il mondo esterno: mise le sue amate cuffie e iniziò ad ascoltare la musica mentre con la mente vagava nel suo scenario immaginario dove tutto era roseo e perfetto.

Era ormai sera quando la musica fu interrotta dalla suoneria del suo cellulare, era Yuna, chissà cosa voleva.
"Pronto Yuna, dimmi" la mora staccò le cuffie e avvicinò il telefono all'orecchio
"Yeji, ciao, per caso Ryujin è con te?" la minore sembrava preoccupata.
A Yeji si ghiacciò il sangue nelle vene "No, qui da me non c'è- si chiarì la gola- a dire il vero non la vedo da oggi dopo scuola" cercò di mantenere la calma anche se le stava venendo un po' il magone
"Non è ancora tornata a casa - ci fu una lunga pausa prima che la più piccola continuasse - Yeji ti sento strana, è successo qualcos'altro tra di voi?"
"Sì -Yeji decise di essere sincera, aveva bisogno di sfogarsi un minimo- abbiamo litigato, io l'ho rimproverata per come si era comportata nei miei confronti, ma diciamo che non mi sono espressa nei migliore dei modi" sospirò la mora.
"Allora penso sarebbe giusto che sia tu a cercarla. Sai dove trovarla vero?"
"Sì, certo che sì. Grazie Yuna per ascoltarmi sempre".
Un ennesimo sospiro uscì dalle labbra di Yeji, aveva riattaccato e si stava mettendo qualcosa per andare a cercare Ryujin.

Era così stufa di dover sempre fare da crocerossina alla rosa, eppure una parte di lei sentiva la necessità di farlo.
Lei amava Ryujin e si sarebbe presa cura di quella bellissima ragazza fino al giorno in cui una delle due avrebbe smesso di respirare.
L'amava così tanto ed era arrabbiata con lei per come si stesse trascurando, comportandosi da fuori di testa ubriacandosi.
Odiava vederla soffrire, avrebbe dato qualsiasi cosa per vedere la rosa di nuovo sinceramente felice com'era un tempo.
Era così focalizzata sulla sua ex che non era ancora riuscita a trovare il coraggio di elaborare completamente la sua tristezza.

Guardò fuori dalla finestra, stava piovendo, che palle.
Mentre scendeva le scale prese un ombrello con se, si diresse alla porta e uscì di fretta.
Voleva trovare Ryujin al più presto e provare in qualche modo a scusarsi anche se trovava tutto ciò estremamente imbarazzante.
Sapeva dove cercarla: la rosa era solita andare al parco a fare trick con lo skateboard, specialmente quando era stressata.

Corse, non voleva che la ragazza si ammalasse, non voleva che stesse male, almeno non per lei.
Che pensieri stupidi, come se Yeji fosse al centro del mondo e non ci fossero altri motivi per i quali Ryujin potesse sentirsi arrabbiata.
La mora arrivò all'entrata del parco un po' infreddolita, cercò con lo sguardo una siluette simile a quella della ragazza che amava.
La individuò in lontananza, stava continuando a fare le sue coreografie con lo skateboard nonostante la pioggia.
Quella piccola sconsiderata aveva addosso una semplice maglietta a maniche corte e dei pantaloncini sportivi che arrivavano al ginocchio, ovviamente era zuppa dalla testa ai piedi e non accennava a fermarsi.
"Ryujin" la mora era arrivata vicino alla più piccola la quale non si era minimamente accorta della sua presenza "Yeji?" si girò di scatto la rosa, fallendo rovinosamente il tirck che stava facendo e, di conseguenza cadendo per terra.
Si rialzò precedendo l'aiuto di Yeji, non voleva rendere le cose ancora più strane.
"Ryujin ti sta uscendo sangue dal ginocchio" la più grande indicò il ginocchio ferito, cerando di avvicinarsi di più alla più piccola, così da coprirla con l'ombrello
"Sei pazza ad andare in giro con questo tempo e senza niente con cui coprirti" la rimproverò cautamente Yeji mentre stava sfilando dalle braccia la felpa che aveva addosso.
"Yeji perchè sei qui" tagliò corto la minore spazientita dalle continue manifestazioni di affetto dell'altra, dopo tutto lei non se le meritava.
"Vieni, sediamoci per favore" la mora le prese la mano come d'abitudine, e andarono a sedersi su una panchina poco distante da lì.
"Yeji, smettila"
"Cosa"
"Smettila di trattarmi sempre con un occhio di riguardo come se fossi così fragile da spezzarmi in qualsiasi momento".
Yeji mandò giù un boccone amaro, Ryujin aveva ragione, ma non poteva farne a meno.
"Scusami è solo che ci tengo molto a te" continuò a stringerle la mano bagnata di pioggia
"Comunque sono qui per scusarmi, oggi pomeriggio mi sono comportata da vera stronza e mi merito tutta la tua rabbia e il tuo odio" tirò su col naso, il solo pensiero che la persona che amava probabilmente ora la stava odiando, le provocò un groppo in gola.
"Io non ti odio, ho reagito male perchè ciò che hai detto era vero. Hai ragione Yeji, mi sono comportata da imbecille fino a questo preciso momento" la rosa ricambiò la stretta della sua Yeddeong.
"Avrei dovuto usare parole migliori però" sorrise con gli occhi lucidi la mora.
Era un sollievo aver chiarito con la sua amata.
"Non piangere Yeddeong, non è da te" Ryujin le passò con delicatezza un dito sulla guancia bagnata "Non piangere per me, non ne valgo la pena" sorrise per rassicurare la più grande.
"Tu ne sei sempre valsa la pena" un'altra lacrima solcò la sua candida pelle delicata "Avrei voluto dirti tante cose prima di lasciarci, avrei voluto avere più tempo e più coraggio" Yeji tirò su col naso.

Inaspettatamente Ryujin la cinse in un abbraccio caldo e confortevole, seppur umido.
Avrebbe tanto voluto sapere cosa voleva dirle Yeji, ma sapeva che probabilmente non avrebbe mai sentito quelle due parole tanto belle che la rosa era riuscita a dirle più di una volta.

"Ryujin -la mora riemerse dall'abbraccio- Yuna ti sta aspettando a casa, forse è meglio che andiamo" il momento per esternare le proprie fragilità era finito.
Anche se non c'era niente di male a mostrarsi deboli, Yeji odiava farlo, odiava mostrare emozioni forti agli altri, aveva paura di come le altre persone l'avrebbero giudicata.
"Oh giusto" quel brusco ritorno alla realtà destabilizzò per qualche secondo la minore, il calore del corpo della più grande l'aveva mandata in uno stato di torpore che fu difficile da scacciare.
"Prendi la mia felpa prima che ti becchi la febbre" le allungò l'indumento Yeji.

Nobody's like youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora