Capitolo 3

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Anno 2018
Erano trascorsi sei anni dalla morte dei Johnson e anche dalla morte di Hanna. Bethany era cresciuta senza l'appoggio materno e aveva passato i primi anni dal lutto in psicoterapia ma adesso che aveva compiuto 16 anni, aveva assunto una maggiore sicurezza in se stessa sia a scuola che a casa. Era diventata la donna di casa, la famiglia contava su di lei, suo padre spesso era fuori per lavoro e aveva sviluppato uno stato di responsabilità verso sé stessa ammirevole alla sua etá.
Nel corso del tempo, era riuscita ad ampliare le sue amicizie e aveva convinto alcuni bambini che non dovevano avere paura di lei ma c'era ancora chi pensava fosse sbagliata quando invece Bethany lo sapeva
Lei non era il male anche se era contagioso e molti ne erano affetti a Simsbury.
Nel tempo i poteri di chiaroveggenza si erano fatti sempre più evidenti e più forti tanto che decise di contattare una medium per scoprire di più sul suo potere e che la guidasse in quel percorso esoterico. Aveva iniziato a studiare Demonologia, tecniche di lettura della mente, chiaroveggenza a lungo termine e Necromanzia, la sua mentore era una donna che aveva quasi la stessa etá di Hanna ma era diversa esteticamente. Era di pelle scura, sembrava di origine cubana, i capelli raccolti in una chioma riccia e un anellino faceva capolino sul naso, aveva alcuni segni sulle braccia e sul petto che lasciava appena visibile poiché indossava un vestito largo e lungo fino ai piedi. La donna si chiamava Juana e l'aveva accolta come una figlia insegnandole tutto ciò che sapeva sulle arti magiche. Bethany aveva iniziato a muovere i suoi primi passi nella magia e ne era sempre più spaventata.
Era terrorizzata all'idea di fare del male o invocare qualche demone pericoloso tanto che quando ne vide uno sul tomo di Demonologia, lo indicó volendo sapere la sua provenienza <<Juana chi é lui?>> chiese Bethany incuriosita dall'aspetto bestiale della creatura <<lui é Abaddon, la mano destra di Dio>> rispose Juana riponendo al proprio posto i tarocchi <<non dovrebbe essere nel libro generale delle forme angeliche?>>chiese Bethany sorpresa di vedere qualcuno con il nome di: "mano destra di Dio" in un libro di demoni <<Abaddon é il piú temibile degli scelti da dio, é stato mandato qui per punire gli uomini ecco perché é in quel libro poiché causa distruzione ed é il demone dell'abisso>>rispose Juana <<wow Che storia! quindi potrebbe essere anche in questo momento tra di noi?>> chiese Bethany girando le pagine per incontrare nuove creature da studiare <<di solito ha una forma femminile poiché deve tediare l'uomo verso il peccato, é un demone ingannatore e il più difficile da esorcizzare>> rispose Juana e poi prese la bibbia tra le mani per leggermi un passo dell'apocalisse << Il loro re era l'angelo dell'abisso il cui nome in ebraico è Abaddon e in greco Apollion>>esclamó Juana leggendo il trafiletto sotto la bibbia dove c'era la spiegazione <<penso che dare il nome di angelo sia decisamente errato>> rispose Bethany <<gli angeli spesso possono essere più vendicatori dei demoni, tesoro ed é proprio il caso di Abaddon l'ultimo degli scelti da dio>>  ascoltando le parole di Juana, Bethany guardò indietro al suo passato, prima alla morte dei Johnson e poi a quella della madre, aveva sempre cercato un collegamento, una pista da seguire, un legame che la consolasse o che le rivelasse la verità. Ricordò il funerale di sua madre, di come in stato delirante aveva iniziato a ripetere che "non era morta" e in quel momento le poche persone che erano venute al funerale per compassione, le voltarono le spalle e non solo a Bethany ma anche a suo padre. Additarono la bambina come un persona maledetta, una erbaccia da estirpare e il padre iniziò a credere a quella diceria. Da tempo ormai i rapporti tra lei e suo padre erano cambiati, era come Bethany fosse stata ritenuta la vera colpevole di quella tragedia e non potesse liberarsi da tale peccato così lasciò quell'episodio logorarla fino all'arrivo di Juana. Quando la donna pronunciò il nome di Abaddon, Bethany rivolse a lei una domanda insolita <<come faccio a sconfiggere il male?>>chiese mentre ripensava alla lettera di Hanna, Juana si avvicinò e le diede una pacca sulla spalla <<non dovresti preoccupartene, tu devi solo pensare al tuo futuro, andare a scuola, socializzare e farti nuovi amici>>rispose Juana <<continuo a pensare alla lettera di mia madre, alle sue parole e dopo sei anni ancora non capisco perchè lo abbia fatto>>disse Bethany <<magari era sottopressione, era dispiaciuta che tutti ti considerassero una strega non dare troppo peso a quelle parole>>spiegò Juana provando a convincere la ragazza a dimenticare quelle parole <<dopo la sua morte, il killer è scomparso, dovrà significare qualcosa!>> disse Bethany innervosita dall'atteggiamento passivo di Juana <<potrebbe ma non è compito tuo scoprirlo, dobbiamo affidarci alla giustizia è così che si elimina il male>>rispose Juana e poi terminó tra le due il lungo discorso senza aver fatto il punto della situazione.
Bethany era stanca delle consolazioni, voleva delle spiegazioni qualcosa che la aiutasse a capire perché sua madre si era tolta la vita ma non sarebbe mai arrivate perché qualcuno dentro di glielo stava impedendo.
Aveva sempre avuto come la sensazione che qualcuno avesse infilato le mani nella sua testa e avesse rimosso alcune informazioni importanti, ricordi, eventi che dovevano essere sicuramente di aiuto ma piú pensava a ció che le era stato sottratto piú scoppiava in un gran mal di testa e all'improvviso andó a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno. Cadde per terra e riuscí solo a scorgere una mano tesa verso di lei, imbarazzata arrossí e la figura sorrise <<scusa ero distratta>> disse Bethany rialzandosi lentamente <<ti sei fatta male?>> chiese il ragazzo preoccupato. Bethany lo squadró innervosita, era alto, di corporatura media, i capelli erano arruffati e neri, ricci scombinati che gli davano l'aria da ribelle, una felpa nera con la stampa degli Slipknot e dei jeans dello stesso colore. Indossava le cuffiette che stavano pompando in quel momento della musica metal <<sto bene, non preoccuparti>> rispose Bethany <<stai attenta la prossima volta>> ridacchió il ragazzo e quel suono la turbó cosí tanto che fece per andarsene ma lui la fermó <<almeno dimmi il tuo nome o devo chiamarti la sconosciuta che mi é venuta addosso?>>disse il ragazzo ma Bethany stava giá camminando a passo svelto <<di solito non parlo con gli sconosciuti>> rispose Bethany <<ti ho solo chiesto il nome, non te la prendere bambina>> disse il ragazzo cosí con aria da sbruffona guardó negli occhi lo sconosciuto <<inizia tu allora>> disse Bethany che provava a dimostrare la sua forza e il suo coraggio nei suoi 1.65 centimetri <<il mio nome é Abel invece tu come ti chiami?>>
Ascoltando quel nome, Bethany avvertí dei brividi alla schiena
Qualcosa stava cambiando dentro di lei. Lo guardò ripetutamente mentre sembrava osservarla quasi divertito <<perchè mi guardi così? ho qualcosa in faccia?>> domandò Bethany completamente catturata da quello sguardo, Abel le si avvicinò e fece scivolare un police sulla guancia che a quanto pare era sporca di una sostanza marroncina simile al cacao <<scommetto anche hai fatto una bella scorpacciata di cioccolato>>rispose Abel portandosi alle labbra il dito sporco <<che schifo! sei abituato a leccare il cioccolato dalle sconosciute?>>domandò Bethany disgustata <<dovresti ringraziarmi, volevi andare conciata così?>> chiese Abel mentre la sorpassò di qualche centimetro <<non volevo dire questo!>>tentò di giustificarsi Bethany allungando il passo verso di lui <<cosa fai adesso mi segui?>>chiese Abel <<sto solo facendo la stessa strada perchè devo andare a scuola>>rispose Bethany <<va bene ma non riuscirai mai a tenere il mio passo>>disse Abel prendendo il suo skateboard seminando Bethany per impedirle di raggiungerlo.  Dopo all'incirca trenta minuti, Bethany raggiunse la sua classe e la professoressa presentò il nuovo arrivato <<ragazzi vorrei presentarvi il nuovo arrivato, si chiama Abel Maddelyne starà con noi questo semestre>>disse la professoressa indicando il ragazzo dal look gotico. Gli sguardi delle ragazze si posarono su di lui soprattutto sul piercing al labbro e lo smalto nero sulle unghia, i ragazzi lo iniziarono a guardare dall'alto in basso e qualcuno era terrorizzato. Bethany sentì di nuovo quella sensazione iniziale soprattutto quando Abel si sedette accanto a lei e attirò lo sguardo di tutti <<guarda che coincidenza! siamo in classe insieme>>disse Abel sorridendo e poi rivolse la sua attenzione alla prof di biologia che aveva già iniziato a spiegare. Bethany era completamente distratta ed era inebriata dall'odore di colonia di Abel chiedendosi di che marca fosse e se fosse costato tanto. Abel sembrava una ragazzo stereotipato, uno di quelli che ti strega così tanto da farti perdere la ragione ma non era solo questo, era molto altro e Bethany doveva indagare così iniziò un vero e proprio interrogatoio nell'ora di pausa <<Abel da dove vieni?>>domandò Bethany <<vengo dal Massachussets perchè me lo chiedi?>>rispose Abel apparendo infastidito dall'insistenza di Bethany <<siamo pur sempre compagni di banco, almeno se dovrò passare i miei appunti devo conoscere a chi li sto dando giusto?>>rispose Bethany che non riusciva mai ad inventarsi una scusa plausibile <<sei una pessima bugiarda>>rispose Abel ridendo e poi iniziò a raccontare la sua vita privata <<io e la mia famiglia siamo del Massachussets, precisamente Salem ci siamo trasferiti qui perchè i miei volevano che frequentassi un college migliore>>rispose Abel <<wow che paura! vivevi in una città come Salem in quel posto albergano streghe di ogni genere>>disse Bethany ridicolizzandolo <<non mi dire che credi a queste simili sciocchezze da culattoni piangenti>>disse Abel ridacchiando <<devi sapere che molto tempo fa anche questa cittadina era spettrale quanto Salem>>rispose Bethany <<fammi indovinare, c'era un serial killer che ammazzava le persone e giocava a football con le loro viscere?>>chiese Abel <<è andata più o meno così tranne per le budella>>rispose Bethany disgustati da quei pensieri macabri <<potrebbe essere divertente>>disse Abel simulando con un dito una persona che veniva sgozzata <<diamine sei davvero osceno!>>disse Bethany disgustata ma al contempo divertita poichè Abel faceva delle smorfie simpatiche e degli urletti poco virili <<sei davvero stupido>>disse Bethany coprendosi il viso imbarazzata da Abel <<ti copri il viso perchè sai che ti farò innamorare di me?>>domandò Abel con tono suadente <<non crederai mica sia così facile>>ridacchiò Bethany <<lo vedremo>>rispose Abel alzandosi dal banco e Bethany d'istinto gli prese il braccio <<dove-dove stai andando?>>chiese allarmata <<sto andando in bagno ma non credo ti interessi>>rispose Abel. In quel momento Bethany sentì una scarica di adrenalina in tutto il corpo e il suo sangue sembrava defluire più velocemente come anche il cuore che batteva velocemente come se dovesse fuoriuscire dal petto, la sua vista si sfuocò e Abel sparì tutto d'un tratto. Finite le lezioni, Bethany tornò a casa da sola e aperta la porta trovò suo padre seduto al tavolo della cucina mentre faceva i calcoli delle spese domestiche <<ciao papà>>disse Bethany a bassa voce <<il pranzo è pronto se lo trovi freddo riscaldalo, io vado a guardare un po' di televisione>>rispose il padre alzandosi senza nemmeno guardarla in volto. Bethany ormai ne aveva fatto un abitudine così prese la padella nera sul fuoco e riscaldò la carne all'interno. Mangiò sola come ogni maledetto giorno e poi salì in camera per studiare fino all'ora di cena quando riscendeva giù e faceva le stesse cose per poi andare a dormire. Da quando era morta sua madre, aveva avuto diversi incubi e continuava a ripetersi ma in realtà sapeva benissimo che non erano incubi.

Succedeva tutto allo stesso orario quando tutti andavano a dormire e lei doveva recarsi chissà dove per vedere l'ennesimo omicidio. Quel mostro aveva minacciato di ucciderla o di fare del male al padre, il suo unico obiettivo era quello di osservare mentre il killer agiva indisturbato. Quella sera la vittima sarebbe stata una donna di trentadue anni lavorava come igienista in uno studio dentistico, era una donna carina nell'aspetto forse l'assassino prendeva come bersaglio donne belle e talentuose. Quella notte entrammo nello studio dentistico poichè sapevamo benissimo di trovarla lì, intratteneva una relazione clandestina con il dentista per questo fu ucciso anche lui per prendere il suo telefono e inviare un messaggio

Baby non vedo l'ora di vederti.

La vittima caduta nella trappola si presentò in quel posto e l'assassino la catturò senza alcun impegno, narcotizzandola e mettendola a ko in una valigia. Mi sedetti al posto del passeggero mentre l'omicida guidava con della musica punk rock <<perchè lo stiamo facendo?>>domandai io spaventata <<perchè quella donna è il male in persona>>rispose l'assassino passandomi un foglio dalla sua mano coperta da un guanto in pelle. Il documento riguardava un vecchio intervento finito male. Una ragazza di nome Dalila era morta per sanguinamento durante un intervento delicato e la donna era presente e insieme al dentista e agli altri igienisti, aveva coperto il misfatto corrompendo i genitori di non sporre denuncia. Raggiunsero un garage che sembrava abbandonato <<il mio posticino migliore>>ridacchiò l'assassino liberando la vittima per poi legarla ad un lettino da dentista <<insomma cosa ti importa di quello che è successo? conoscevi la ragazza?>>chiese Bethany impaurita da quella scena <<è davvero necessario essere implicati in qualcosa per reagire in questo modo? vuoi dipingermi come il cattivo della storia, piccola?>>rispose l'assassino puntando un bisturi verso Bethany che la fece indietreggiare. Dopo un paio di minuti, la vittima si svegliò ancora stordita <<aiuto! dove mi trovo?>>chiese terrorizzata <<risulta che qualcuno deve fare una operazione giusto?>>domandò il killer accendendo una vecchia radio sintonizzata sulla canzone Psycho killer <<sei ancora in tempo>>lo supplicò Bethany e l'omicida dovette legarla alla sedia perchè non smetteva di parlare <<zitta! ti ho portata qui per guardare non per dirmi cosa devo fare, io sono un giustiziere più che giusto>>rispose il killer iniziando a ballare e a canticchiare come se non stesse per uccidere una povera vittima <<perchè sono qui? dove è Andrew?>>chiese la donna <<oh quel pallone gonfiato?>>disse l'omicida e poi prese dalla macchina un sacco facendo cadere per terra la testa mozzata del povero uomo <<mi hanno sempre incuriosito le storie d'amore come le vostre, due bugiardi uccisi perchè hanno tenuto la bocca chiusa>>disse il killer avvicinandosi e poi aprì la bocca della vittima <<vediamo cosa dobbiamo togliere?>>chiese l'omicida prendendo una tenaglia per poi strappare tre denti contemporaneamente e la vittima urlò dal dolore, Bethany si dimenò ma non potè fare nulla così il killer strappò tutti i denti fino a quando rimase senza e del sangue colò dalla bocca e la vittima supplicò di essere uccisa ma lui non lo fece <<morirai proprio come quella ragazza, colerà così tanto sangue che ne rimarrai senza>>disse l'omicida guarda la vittima sanguinante e le porse uno specchio <<sei davvero uno splendore>>disse l'assassino mentre la vittima tremava dalla paura e dal dolore, tutti i denti che erano stati strappati fuori bruciati all'interno di un falò improvvisato e per ultimo il killer prese una pistola dal tavolo, la puntò contro di lei simulando il suono di un colpo e poi la lasciò sul lettino <<ti sto offrendo la possibilità di scegliere, morirai di dissanguamento? deciderai di ucciderti? oppure ti taglierò in due smembrandoti? Andrew non ha avuto molta scelta ma tu sei ancora in tempo per redimerti>>disse il killer e osservò le sue iridi ormai vuote e colme di disperazione, si avvicinò alla vittima e le sussurrò qualcosa che Bethany non intese ma che portò la ragazza al suicidio. Dopo che la ragazza mise fine alla sua vita con altro gli occhi colmi di terrore, l'assassino fece a pezzi il suo corpo <<ricorda Bethany, nessuno merita la redenzione>>disse il killer liberando Bethany. il corpo smembrato finì in cenere come anche i suoi vestiti e il killer riaccompagnò Bethany a casa <<perchè devo vederti fare questo?>>chiese Bethany piangendo e l'assassino le asciugò una lacrima <<voglio che tu veda quanto male è presente nelle persone che sembrano apparentemente brave, il bene è solo un illusione ed è meglio che tu non lo insegua>>rispose il killer <<ti prendi gioco di me perchè non posso ricordare quello che combini ma io so chi sei, Abel e un giorno finirai in carcere>>gridò Bethany arrabbiata <<buona fortuna allora, non penso che crederanno mai ad una strega come te, la gente vuole sempre vedere il male in altre persone e non il proprio quindi avranno sempre un capro espiatorio da incolpare>>disse Abel ridendo <<devi smetterla di uccidere! i colpevoli non si puniscono in questo modo>>cercò di controbattere Bethany <<forse queste sono le leggi terrene ma io sono ben diverso>>disse Abel scaraventando Bethany dalla macchina.

La mano Destra Di DioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora