𝐐𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐞𝐢

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Celeste

«Cele, oi Ce' sveglia su. Hai lezione tra mezz'ora dai» una voce maschile sussurrarmi all'orecchio tali parole.

In risposta mugolai qualcosa di incomprensibile per chiunque, che fece ridacchiare la persona che era venuta a svegliarmi.

«Dai scema, alzati su» non so con quale forza riuscii a scuotere la testa, girandomi a pancia in su.

Improvvisamente, sentii qualcosa fare pressione sulle mie labbra e terrorizzata da chi avesse potuto fare una cosa del genere, spalancai gli occhi trovandomi davanti il viso di Luigi.

Subito il mio battito cardiaco tornò normale e gli diedi un leggero schiaffo sulla guancia, facendogli  aprire di scatto gli occhi.

«Ma che ho fatto oh»

«Mi hai fatto prendere un colpo scemo»

«Ma che ho fatto» ripeté fingendosi offeso.

«Pensavo fosse qualcun altro... e invece eri tu»

«Ah pensavo chissà cosa, adesso però te lo fai dare un bacio o devo pregarti?»

«Non mi dispiacerebbe, ma anche io voglio un bacio quindi...» senza terminare la frase, mi sporsi verso di lui facendo incontrare velocemente le nostre labbra.

Ogni volta che succedeva sentivo sempre le stesse vibrazioni che mi attraversavano il corpo, una delle cose più belle di tutte...

«Per quanto vorrei rimanere così, mi duole dirti che i minuti prima della lezione si sono dimezzati, quindi sbrigati»

Di scatto mi alzai dal letto, rischiando anche di dargli una testata e mi fiondai in bagno per cambiarmi.

«Vabbè dai io vado, ci vediamo dopo» lo salutai lasciandogli un bacio a stampo.

Uscii dalla casetta e andai diretta in sala nove, quella di registrazione e dentro trovai Giovanni.

«Buongiorno» salutai cortesemente, andandomi a sedere sullo sgabello di fronte al plexiglas.

«Buongiorno Celeste! Sai perché oggi siamo qui?» mi chiese pimpante, ma da dove la tirava fuori tutta quell'energia?

«Sinceramente... no. Per una lezione?»

«No no no, oggi registriamo il nuovo pezzo! So che l'hai fatto ascoltare a Rudy settimana scorsa e oggi lo incidiamo. Poi vai in sala tre che ti aspetta qualcuno» concluse misterioso.

Improvvisamente mi apparì un sorriso sincero sul volto, questo nuovo pezzo era un'altra piccola parte di me e non vedevo l'ora di farlo sentire a tutti...

Trascorsi quasi tre ore buone ad incidere il pezzo, e quando fui finalmente soddisfatta, salutai Giovanni e andai in sala tre.

«Celeste!» esclamò divertita una voce dagli altoparlanti, facendomi sobbalzare.

«Maria! Ma quanto impari tu?» le chiesi ironica, mettendomi seduta.

«Mai scema. Allora adesso sei qui, perché c'è qualcuno che vorrebbe parlarti e che tu già conosci, quindi adesso ti lascio da sola con questa persona, ci sentiamo!» la salutai di rimando, e iniziai a fissare insistentemente il televisore davanti a me.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora