𝐒𝐞𝐭𝐭𝐚𝐧𝐭𝐚𝐬𝐞𝐢

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Celeste

Nel giro di qualche settimana le cose in casetta cambiavano drasticamente, e questo accadeva sempre.

Come prima cosa, c'era un continuo via vai di ragazzi alla fine di ogni settimana e poi ti capitava di perdere amicizie senza nemmeno saperlo.

Questo era il caso di Alex.

Da quando aveva discusso con Luigi, non mi rivolveva né una parola né uno sguardo, e non aveva mai provato a farmi capire cosa non andasse.

Un momento prima me lo trovo stretto tra le braccia e quello dopo il più lontano possibile, come se gli avessi fatto quel che torto.

A volte credevo di essere io il problema... anzi forse lo pensavo troppo spesso, tanto che me ne ero quasi convinta; poi ci ripensavo e mi dicevo che continuare a rimuginare su quello che facevo, non aveva senso e dovevo continuare per la mia strada.

Davo molto peso al fatto di avere un amico in meno, e sapere che qualcuno ce l'aveva con me per qualche insulso motivo, mi faceva venire voglia di andare a parlargli, per capire cosa non andasse.

Ed era esattamente quello che stavo facendo un quel momento. Andare a parlare con Alex.

«Possiamo parlare?» al solo pensiero di aver detto quella frase un centinaio di volte, da quando ero qui dentro mi faceva venire da ridere.

Non ero la classica persona che faceva il primo passo e andava a cercare quella determinata persona, ma la Celeste che era entrata non era sicuramente la stessa di adesso.

In risposta avevo solamente ricevuto un cenno affermativo con la testa, perciò senza aggiungere altro mi ero seduta accanto a lui sul divanetto, e passò qualche minuto buono prima che decisi di aprire la bocca.

«Come siamo arrivati a non parlarci più?» domandai stretta nel mio piumino nero, buttando fuori l'aria che stavo trattenendo da quando mi ero seduta.

«Sei tu quella che ha iniziato» replicò con il suo solito tono saccente, che in quel momento lo faceva sembrare un bambino.

«Io? Potresti gentilmente rinfrescarmi la memoria, perché sai com'è non ricordo niente del genere» affermai, sorreggendomi la testa con il palmo della mano.

«Quando stavi male per Luigi c'ero io che cercavo di risollevarti il morale o Luca, invece da quando avete risolto Alex magicamente, non esiste più. Puff! Sparito...» continuò pacato, facendomi spalancare gli occhi.

«Ma guarda che sei stato tu il primo ad allontanarsi, da quando hai litigato con Luigi. Quindi pensa... ancora prima che ci risolvessi io, quindi ti pregherei di non darmi colpe che non mi appartengono»

Ci stavamo dando la colpa a vicenda, anche perché due persone super orgogliose cos'altro potevano fare?

«Come ti pare. Rimane il fatto che sono praticamente sparito per te» sbuffò scocciato.

«No non è "come mi pare" — lo imitai — sai anche tu che ho ragione io. Poi mi sembra di parlare italiano, a prescindere da tutto non avrei mai smesso di passare del tempo con te, sei- o almeno eri, dimmelo tu, il mio migliore amico qui dentro» alzai le spalle delusa, dal suo comportamento.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora