𝐒𝐞𝐬𝐬𝐚𝐧𝐭𝐨𝐭𝐭𝐨

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Celeste

Avevo finito da poco di comporre il testo del mio quinto inedito, e ovviamente ero riuscita a completarlo pensando solo a lui.

Erano ormai due settimane che non ci parlavamo, né ci guardavamo e questo faceva davvero tanto male.

L'unica cosa positiva, diciamo, era che non stava più parlando con Carola...

Pensavo a noi relativamente troppe volte al giorno, dovevo trovare qualcosa che mi aiutasse a staccare da tutto e non pensarci.

«Dove stai andando?» mi chiese Nunzio, dopo avermi vista uscire dalla camera con un abbigliamento diverso dal pigiama.

«In palestra, tanto adesso è libera...» risposi, andando a prendere il giacchetto.

«Posso venire con te? Tanto ho finito le lezioni per oggi... e anche tu» affermò dopo aver controllato il mio orario, sul televisore.

«Cambi professione per un giorno e mi fai da personal trainer?» scherzai, facendogli capire che avevo accettato la sua proposta.

«Guarda che Nunzio è capace di fare tante di quelle cose, che nemmeno ti immagini» gli scoppiai a ridere in faccia, dopo aver ricevuto uno sguardo confuso.

«Perché parli di te in terza persona Nù?» continuai a ridere, mentre cercavo di farmi capire.

«Perché Nunzio può tutto» proseguì, facendomi continuare a ridere.

Il tragitto fino alla palestra continuò così, tra risate e spintoni, ma per un attimo sembrò che il mondo intorno a me si fosse fermato, dopo aver incontrato lo sguardo di Luigi che usciva dalla sala uno.

Mi rivolse uno sguardo fugace che mi fece trattenere il respiro; ogni giorno che passava diventava sempre più bello se possibile...

Ultimamente sembrava si fosse isolato da tutto e da tutti, non parlava più con nessuno, se non per il minimo indispensabile e mi dispiaceva tanto vederlo così.

«Che vuoi fare? Andiamo anche noi in relax o direttamente in palestra?» mi domandò dolcemente, dopo avermi posato una mano sulla spalla.

«Palestra per favore» risposi a bassa voce, abbassando lo sguardo.

Il ragazzo eseguì la mia richiesta e insieme svoltammo a sinistra, per raggiungere la sala dieci.

«Ti manca eh?» chiese dopo aver chiuso la porta.

«Tantissimo, fosse per me ci sarei già andata a parlare, però devo rispettare la sua decisione» affermai decisa, buttandomi di schiena sul materasso blu.

«Adesso svuota la mente. Balliamo un po'?» mi domandò, cominciando a saltellare per la sala.

«Guidami tu maestro» ridacchiai, mentre lo raggiungevo davanti allo specchio.

Prima di rispondermi però, andò ad accendere la cassa e collegare l'Mp3, per far partire la musica

«Con piacere milady» fece un inchino e mi prese per mano, dopo essere ritornato.

Iniziò a farmi volteggiare a destra e a sinistra, stando sempre attento a non farmi cadere.

«Mio dio basta! Sono stremata!» esclamai sdraiandomi per terra.

«Di già?» chiese andando davanti allo specchio per sistemarsi i capelli.

Quel gesto mi fece alzare gli occhi al cielo. Maschi... i soliti vanitosi.

Per un attimo il cervello mi riportò ai ricordi di gennaio, quando a fare così era Luigi, per prendermi in giro.

In poco tempo era riuscito a mandare a puttane la premessa che mi ero fatta prima di entrare nella scuola: se dovessi riuscire ad  entrare nella scuola mi focalizzerei solo sul canto per coronare il mio sogno, niente di più niente di meno.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora