𝐕𝐞𝐧𝐭𝐢𝐝𝐮𝐞

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Celeste

«Ragazzi, cantanti, venite un attimo sulle gradinate» ci richiamò come al solito Maria.
Mi alzai dal letto mentre stavo ripassando il nuovo inedito e corsi di là.

«Per la settima puntata del pomeridiano, dovrete scrivere un piccolo testo sull'amore, cosa ne pensate, come lo vivete o se non vi piace spiegate il perché, mi raccomando non scrivete dei veri e propri papiri, basta solo mezza pagina di quaderno» ridacchio mentre spiegava l'ultima parte.

«Ma faremo un'altra gara?» chiese Simone, alle mie spalle.

«Si e anche questa volta ci sarà un giudice diverso, adesso sullo schermo vi apparirà un elenco di canzoni che potrete portare, una sola canzone non può essere cantata da due persone, d'accordo? Tutto chiaro?» chiese, e noi rispondemmo in coro con un si, ci salutammo e la tv si illuminò subito.

Le possibili canzoni erano:
1)baby can I hold you di Tracy Chapman
2)questa nostra stupida canzone d'amore dei Thegiornalisti
3)one di Mary J. Blige
4)come saprei di Giorgia
5)per due che come noi di Brunori Sas
6)fiori di chernobyl di Mr. Rain
7)chissà se lo sai di Lucio Dalla
8)il cielo nella stanza di Salmo
9)always remember us this way di Lady Gaga
10)sempre per sempre di Francesco De Gregori

Scelsi immediatamente come saprei, era una canzone che questa volta rappresentava veramente il mio concetto di amare, quindi non ci pensai due volte a sceglierla.

Subito corsi in camera, avevo tutto pronto in testa, presi il mio quadernetto e cominciai a scrivere cosa significasse per me l'amore, passai mezz'ora a scrivere e una volta finito vennero fuori tre pagine e mezzo, alla faccia di quello che ci aveva chiesto Maria.

Staccai le pagine dal quaderno e la poggiai nella busta nera, che ci aveva precedentemente lasciato la produzione.

Erano le sette di sera ed era ora di iniziare a cucinare, quella volta sarebbe toccato a me e Luigi, quindi andai in camera sua per chiamarlo.

«Lu' se hai fatto puoi venire di la che- oh scusa non avevo visto, torno tra un po'» in bloccai subito, non appena mi resi conto che era in videochiamata con qualcuno, sicuramente i suoi.

«Chi è Gigi?» chiese una voce maschile dall'altra parte del telefono.

«È Celeste, tanto la conoscete no?» chiede ridendo a chiunque fosse dall'altra parte dello schermo, feci un gesto per fargli capire che me ne stavo andando, ma lui mi stupì quando si alzò dal letto venendomi incontro.

«Oh si fammela vedere! È veramente brava quella ragazza mi piace più di tutti» lo incitò una voce femminile.

«No Luigi no, oh ma che hai capito, no Lu' mi vergogno dai no- salve, buonasera» salutai una signora sulla cinquantina, che era sicuramente la madre di Luigi.

Appena aveva girato il telefono nella mia direzione, gli avevo dato uno schiaffo sulla gamba, facendolo scoppiare a ridere.

«Oh tesoro ma come sei bella, ti devo fare i miei complimenti, canti davvero bene quasi mi piaci più di Luigi» si complimentò sempre lei, mentre io ringraziai imbarazzata.

«Va bene ma' ci sentiamo domani dai, che adesso devo andare a cucinare con Celeste» concluse Luigi dopo due minuti passati a parlare di me.

«Tu in cucina? Celeste, ti prego stai attenta che quello da fuoco a tutto» scherzò il padre, mentre Luigi faceva una faccia fintamente offesa.

Salutai educatamente e me ne tornai in cucina, ancora rossa in viso per l'imbarazzo provato in quella situazione.

«Ma tu sei scemo! Ti avevo detto di no e tu mi giri il telefono, chissà che avranno pensato» mi sbattei una mano in fronte, mentre lui ridacchiava.

«Dai ma non era niente, mia madre a ha una fissa per te, è almeno una settimana che mi chiede se ti ci potevo far parlare, quindi adesso è contenta» rise lui mentre si veniva dietro al bancone.

«Madonna me sembra mi madre, ogni volta che la sento mi comincia a parlare o di te o di Serena e Carola» ed era vero, ogni volta che la sentivo mi parlava prevalentemente di Luigi poi passava a Carola e Serena, e infine arrivavo io.

«Vedi che allora non è solo la mia! Vabbè ma ci pensiamo dopo, adesso cuciniamo sennò stasera non si cena» scherzò mentre si girava per prendere la pentola, dove successivamente mise l'acqua per cuocere la pasta.

~

«Per favore non ne parliamo, prima come una cretina sono andata a chiamarlo mentre era in videochiamata con i suoi» mi passai distrattamente una mano sul viso, se ci ripensavo mi imbarazzavo ancor di più.

Erano le undici di sera ero fuori in veranda a parlare con le ragazze: Nicol, Rea, Serena e Carola.

«E che è successo» chiese Rea curiosa.

«Quando l'ho chiamato Luigi le fa "si è Celeste" e la madre si è incuriosita e gli ha chiesto di farmici parlare, così senza preavviso mentre gli avrò detto di no venti volte mi ha girato il telefono, ma non vi dico l'imbarazzo» mi portai le ginocchia al petto e ci poggiai sopra la testa.

«No vabbè ma non ci credo! Hai conosciuto i suoi! che cosa carina» esclamò carola mentre mi passava una mano sulla schiena.

«Ma perché fai così Ce', sai che questo vuol dire che ha parlato di te con i suoi?» intervenì Nicol, abbassandosi sulle ginocchia davanti a me.

«Mi lusinga questo, anche perché faccio lo stesso con mia madre, stiamo sempre a parlare di lui, e Luigi di qua, Luigi di la è tutto Luigi» rivelai nascondendomi il viso tra le mani.

«Ma allora ti piace se ne parli persino con tua madre!» continuò Nicol, rialzandosi.

«Ma che c'entra, con mamma parlo di tutti certo parliamo prevalentemente di lui e di tutte le scene che mandano nei daytime»

«Celeste, tu però devi chiarire i tuoi sentimenti, Luigi ti piace o non ti piace? Non può di certo entrarti nella mente per capirlo quel povero cristo» disse Serena, mettendosi seduta più comoda sulla panchina.

«È bello, tanto, ma credo che questa cosa sia un po' precoce capite? Siamo entrambi qui per la musica, non per altro, però non lo so...»

«Non è una cosa precoce se siete arrivati fino a questo punto, ragiona Ce', lui ti piace e tu piaci a lui, non c'è niente di male, è questo che devi capire, perché dovresti privarti di stare bene con qualcuno?» cercò di farmi capire Rea.

«Ma lo so che non c'è niente di male nello stare bene con qualcuno, solo non in questo contesto qui, non so come sarebbe gestire amore e musica» mi portai le mani tra i capelli, per poi tirarli leggermente.

«Certo che non lo sai! Se non ci provi non potrai mai saperlo non partire con il presupposto che non ne saresti in grado, buttati e vedi come va a finire» disse infine Carola.

«Ho paura, ho paura di quello che potrei provare, non voglio dipendere da una persona, ho paura di cosa potrebbe succedere e ho anche paura di come potrebbe finire, se permettessi a questa cosa di iniziare, ho paura ok?» parlai con le lacrime agli occhi, che a momenti sapevo, sarebbero uscite.

«È normale avere paura, fa parte della vita e anche dell'amore, non fasciarti la testa prima di romperla, non devi partire prevenuta, carpe diem, la sai no? Cogli l'attimo, ed è esattamente quello che devi imparare a fare tu, non rimandare con il rimpianto di non averci provato» concluse Serena, quando ormai decine e decine di lacrime avevano preso il via a scendere sul mio viso.

Le loro parole mi avevano fatto capire molte cose, speravo solo di riuscirle a metterle in atto per aiutare a infondermi coraggio.

D'altronde si vive una volta sola.

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nota autrice

Ecco qua la ventiduesima parte!
Qui abbiamo i genitori di Luigi che finalmente conoscono Celeste, anche se un po' frettolosamente.
Infine Celeste parla di ciò che prova con le ragazze, cosa succederà andando avanti?
Se vi ha fatto piacere leggere il capitolo lasciate una stellina!

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora