𝐐𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐨𝐭𝐭𝐨

2.4K 83 15
                                    


Celeste

Due giorni dopo la puntata, mi trovavo sulle gradinate dopo essere stata chiamata da Maria.

«Signor Luigi, chi ti porti?» chiese al mio ragazzo, facendo riferimento al fatto che avrebbe cantato in studio il suo inedito.

«Ah, quanti ne posso portare? Non ho un numero particolare?» le chiese lui di rimando, poggiando le mani sui fianchi in maniera buffa.

«No, fai venire chi vuoi» ridacchio Maria, in collegamento.

«Venite tutti dai» di conseguenza mi alzai dalle gradinate, per andare a mettermi le scarpe.

Aspettai Luigi sull'uscio della porta della sua stanza, e quando ebbe finito di prepararsi, mi prese per mano e camminammo così fino a gli studios.

Mi andai a mettere seduta al mio banco, mentre le luci si spensero, lasciando un faretto puntato su di noi tra i banchi e uno su Luigi, sotto sua richiesta.

Poco dopo iniziò a cantare il suo nuovo inedito "partirò da zero", che avevo già ascoltato e riascoltato un sacco di volte.

Mi aveva confessato che per scrivere gran parte del testo, si era ispirato a ciò che era successo qualche settimana fa, quando avevamo messo in pausa tutto.

"...Partirò da zero
Cancellando prima il nome
E poi il suono della voce
Il ricordo delle sere
Quando tutto era diverso
E anche solo per parlare
Ogni posto era perfetto
Ci bastava stare insieme..."

Passai tutto il tempo a cantare insieme a lui, che vedendomi così sorrise mentre cantava.

«Dai, vieni qua» mi prese per una mano e mi strinse in un abbraccio, che sapeva di amore...

Tutti gli altri si strinsero intorno a noi e sorrisi spontaneamente al pensiero che ogni giorno che passava, il legame tra di noi si faceva sempre più forte.

~

«Oi Re' che hai fatto?» le chiesi, dopo averla vista praticamente in lacrime sulle gradinate.

«Niente»

«Questo non mi sembra niente» le risposi dolcemente, mentre mi andavo a sedere anche io vicino a lei.

«Non riesco a parlare quando sto male»

«Ma almeno provaci, non fa bene tenersi sempre tutto dentro»

«Cioè son di boh- non so come spiegarlo. Non vivo mai di boh a metà, non c'è una via di mezzo nel mio range di emozioni»

«Però se ci pensi sei tu a volerci stare, già che lo sai è come se lo controlli in realtà» le dissi, prendendo ad accarezzarle i capelli.

«Secondo te non cerco di controllarlo?»

«Si però è un cercare di controllarlo... cadendoci dentro, non è un cerco di controllarlo ma non perché voglio controllarlo, perché so che lo posso controllare» cercai di rendere comprensibile alle sue orecchie, il mio discorso contorto.

«Ma ovvio che lo so, solo che ogni tanto non ce la faccio» concluse, nascondendo il viso dietro il cardigan che indossava.

«Non mi piace vederti così, so cosa si prova, ci sono passata anche io; per questo cerco di aiutarti» le spiegai, cercando di asciugarle le lacrime.

«Ti voglio bene Ce', ma tanto tanto» sussurrò con la voce spezzata, mentre si metteva seduta.

«Me lo dai un abbraccio adesso?» le sorrisi spalancando le braccia, facendola ridacchiare.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora