𝐐𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚𝐜𝐢𝐧𝐪𝐮𝐞

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Celeste

Il tragitto studios-casetta, lo passai mano nella mano con un Luigi alquanto triste, per l'uscita di Guido.

Mi dispiaceva un sacco vederlo così giù, e non poter fare niente per aiutarlo se non stargli vicino.

Una volta in casetta, prendemmo due strade diverse; io andai nella mia camera a cambiarmi e lui nella sua.

«Ma che ha fatto Luigi?» mi chiese Luca, entrando nella stanza.

«È triste per l'uscita di Guido» risposi, mentre piegavo i vestiti che avevo indossato oggi in puntata.

«Non ha parlato con nessuno e se ne è andato di corsa in camera, a chiudersi in bagno»

«Che dici ci vado? O lo lascio stare per un po'» io ero un'eterna indecisa, quindi in queste occasioni i consigli erano ben accetti.

«Vai vai, tuttalpiù ti dice di andare via» mi rispose, mentre si alzava dal letto di Serena.

«Va bene, grazie Luchino» lo salutai abbracciandolo, e passando per la cucina andai in camera sua.

Quando aprii lentamente la porta, lo trovai sdraiato sul letto, con le gambe fuori, abbracciato al suo pupazzetto di scimmia, con una mano sulla faccia.

«Oi disturbo?» gli chiesi a bassa voce, rimanendo sullo stipite della porta; ma non appena lo viso scuotere la testa, in segno di negazione, mi andai a sedere sul suo letto.

Rimasi in silenzio senza dire nulla, ma accarezzandogli i capelli, mentre lo sentivo fare respiri profondi, stava per mettersi a piangere...

«Andiamo un po' di là, che ora di cena?» sussurrai vicino al suo viso, prendendo ad accarezzargli lentamente la schiena.

«Si» sussurrò a sua volta, con voce flebile.
Lo presi per mano e lo feci alzare dal letto, trovandoci petto a petto.

Non ci pensai due volte, ad alzarmi sulle punte e lasciargli un leggero bacio a stampo sulle labbra, con ancora le sue mani strette tra le mie.

Fece incrociare le dita delle nostre mani, e mi trascinò con sé in cucina.

Mi sedetti sullo sgabello e lui andò verso il frigorifero, in cerca di qualcosa da cucinare per entrambi.

Qualsiasi movimento facesse, teneva sempre lo sguardo basso per non farsi vedere così dagli altri.

«Eccoci qua, come stai Luigi?» parlò Maria dopo cinque minuti.

«Ciao Maria, eh così» rispose lui, passandomi un piatto di uova strapazzate.

«Ci sei rimasto male eh?»

«No vabbè si un po'» si imbrogliò con le parole, mentre si muoveva dietro al bancone.

«Avevate un bel legame voi...»

«Eh si, con lui si. Mi faceva compagnia» rispose, mentre io continuavo a guardarlo sorridendo tristemente.

«Che vuol dire che ti faceva compagnia?» domandò Maria ridacchiando.

«Eh vabbè mi capiva» cominciò a sfregiarsi gli occhi con il dorso delle mani, cercando di non piangere.

«Più lui di tutti?»

«Vabbè lui insieme a Celeste, mi capiscono più di tutti» mi guardò negli occhi e subito feci lo stesso, facendolo sorridere a malapena.

«Ma Celeste lo sappiamo, lui invece era un buon ascoltatore?»

«Si, anche a parlare» disse con la voce spezzata.

«Allora era una persona vera»

«Si» continuò, asciugandosi ripetutamente gli occhi con le mani.

𝐓𝐢𝐞𝐧𝐢𝐦𝐢 𝐒𝐭𝐚𝐧𝐨𝐭𝐭𝐞 || 𝐋𝐮𝐢𝐠𝐢 𝐒𝐭𝐫𝐚𝐧𝐠𝐢𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora