Do you want to feel how it feels?

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LARA POV'S
Quello che provavo era irrequietezza, erano le 20.50, dieci minuti e sarebbe arrivata.
Avevo comprato del vino Bianco, Greco di Tufo, il mio preferito, e avevo ordinato del sushi che sarebbe arrivato mezz'ora dopo il suo arrivo.
"Ma che sto facendo" pensai, era una ragazzina, seppur maggiorenne, una mia alunna, ma in sua presenza la mia ragione andava a farsi fottere e le mie fantasie, quelle più oscure prendevano il sopravvento.
Mi guardai un'ultima volta allo specchio, la tutina nera era abbastanza elegante per la serata.
"Guarda che stupida, eccitata come una 20'"
I miei pensieri furono interrotti dal suono del citofono.
"Chi è?"
"Il lupo mannaro, chi dovrebbe essere."
La sua cazzo di impertinenza mi faceva salire il sangue al cervello.
"Buonasera Prof."
Rimasi basita dalla sua bellezza.
Aveva un vestitino lucido nero, molto stretto e molto corto.
"Vedo che le piaccio"
Esordì, facendomi l'occhiolino.
Presi la bottiglia di amaro dalle sue mani e andammo in salotto.
"Posso aprire la bottiglia di vino?"
"Si, Luce."
Non riuscivo a toglierle gli occhi da dosso, sbavavo come un cane davanti alla ciottola di croccantini.
"Come stai?"
"Be, il mio braccio va molto meglio, e mia madre non mi voleva far uscire, quindi grazie per aver chiamato i carabinieri, sono dovuta uscire dalla finestra."
"Sei seria?"
Iniziò a ridere, e nel mentre versava il vino nei calici.
Mi passò il bicchiere e disse:
"Io non scherzo mai."
E si appoggiò alla poltroncina davanti al camino.
"Come mai quest'invito?"
"Volevo parlarti, lo sai, di tutto quello che è successo e del fatto che.."
"Scusi se la interrompo, e cos'è successo?"
"Luce smettila di stuzzicarmi."
Lei lo sapeva, sapeva che facendo così mi avrebbe fatto incazzare e che incazzandomi avrei perso i  freni inibitori.
"Io sono una tua professoressa, sono etero, sono stat sposata per anni, perché mi vuoi fare questo?"
"Io non faccio proprio nulla."
Si alzò dalla poltrona avvicinandosi lentamente.
La sua mano finì sul mio fianco, ed un brivido mi percorse tutta la spina dorsale.
Ridacchiando, posò il calice di vino sul tavolo, si avvicinò alla cassa e clicco su una canzone.
Il testo diceva:
"It doesn't hurt me
Do you want to feel how it feels?
Do you want to know that it doesn't hurt me?
Do you want to hear about the deal that I'm making?
You, it's you and me"
In balia di quella canzone non mi accorsi che con fare agile lei avvicinandosi e mettendosi le mie braccia sulle sue spalle mi invitava a ballare.
Rimanemmo lì, muovendoci lentamente, occhi negli occhi.
Ero così ipnotizzata che mi avvicinai alla sua bocca e lei l'apri leggermente, quasi a darmi il consenso.
Sapevo che lei non l'avrebbe mai fatto, voleva che lo facessi io, voleva manipolarmi fino al punto di rottura.
Con le mani stringeva delicatamente i fianchi, stavo quasi per cedere, ma sposto la sua bocca sul mio collo ed iniziò a viziarmi di baci e morsi.
Al Tocco delle sue labbra sulla mia clavicola ansimai.
Era così puro tutto questo, avrei perso del tutto il controllo, completamente.

LUCE POV'S
La stuzzicavo, volevo che si lasciasse andare, le baciavo il collo e poi scendevo verso la sua clavicola, risalivo e le mordevo la pelle.
Non volevo baciarla, l'avrebbe dovuto fare lei.
Le mie intenzioni erano chiare, volevo sapere le sue.
Così decisi di azzardare.
Nel mentre la canzone fluiva, le passai la mano sulla zip della tutina, fino ad arrivare al suo fondoschiena.
Lei mi allontanò immediatamente.
"Ecco, ho fatto la cazzata" pensai, fino a quando:
"Tu stai giocando con me, e te ne pentirai."
Le sue parole mi eccitarono.
Mi sbattè  contro al muro ed iniziò a mordermi l'orecchio.
Dalla bocca mi uscì un semplice
"Ah, a me piace giocare."
Continuò a seviziarmi scendendo verso i capezzoli, oramai turgidi.
"Baciami."
Disse
"No, lo sa, io non faccio quello che mi viene detto, mi baci lei."
"Luce, non darmi del lei, mi fa incazzate e se mi incazzo non ragiono."
"Lo so."
Con molto stupore le sue labbra si ritrovarono sulle mie ed iniziammo a legare le nostre lingue in dei vogliosi baci.
Ero così eccitata che mi sarei voluta divincolare per sbatterla sul divano, ma era più forte di me.
Ero completamente bloccata, era impossibile divincolarsi. La guardavo dritta negli occhi ed un ghigno si palesò sul suo volto.
Mi divaricò le gambe con il ginocchio, ed iniziò a stuzzicarmi l'intimità premendo piano e poi forte.
Stavo per impazzire.

"DRIINNNN"

Si allontanò immediatamente da me, sembrava come se fosse ritornata in se stessa.
Andò verso la porta senza dire niente.
"Si?"
"Salve signora sono il fattorino."
Qualche secondo dopo Poggiò sul tavolo la cena e girandosi verso di me disse:
"Mangiamo?"
Io avevo fame di lei, non di sushi, ma annuì ed iniziammo a mangiare.

Ce N'Est Pas MalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora