Non giocare con il fuoco.

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LUCE POV'S

È passato circa un mese dal primo giorno di scuola e la situazione non è per niente migliorata.
Mi ritrovo sempre al primo banco nelle ore di chimica ed il mio rendimento scolastico per quanto mi sforzi è sempre lo stesso, ad un passo dalla sufficienza.
Ogni mattina mi sveglio sperando che questo supplizio chiamato "scuola" finisca presto.
L'unica buona notizia è che ho trovato un piccolo lavoro in una discoteca vicino casa, infatti lavoro ogni sabato nei privè come barista o cameriera.
Almeno potrò avere i miei risparmi e magari mettendoli da parte potrò comprarmi la moto.
Ho sempre avuto un debole per le moto, e mi mancavano veramente pochi soldi  per comprarmi la Guzzi V7.
Ma quel sabato, quel maledetto sabato mandai quasi tutto a puttane.

Erano circa le otto quando mia madre mi butto dal letto gridando:
"Luce cazzo, svegliati!
Sono le otto, oggi non vuoi proprio andare a scuola è tardissimo. Muoviti e cerca almeno di entrare a seconda ora."
Guardai il telefono e "cazzo ha ragione."
Oltretutto a seconda ora avrei avuto il primo compito scritto di Chimica, non potevo e non volevo mancare.
Dopo quel giorno, non riuscì a cancellare nella mente  il volto della Ricci mentre mi toccava il labbro.
Era un tarlo perenne, più cercavo di non pensarci, più il ricordo mi assillava.
"Ma cosa cazzo aveva in mente?"
Dissi quando  glielo raccontai a Danile.
Lui con il suo egocentrismo mi rispose:
"È una grandissima gnocca la prof.
Se è così ci provo io.
Anche se tu luce sei Bisex e sei anche una gran fregna, sono meglio io ."
Scoppiai in una grassa risata a sentire le sue stupidaggini, così gli risposi:
"È una prof. Non ci filerà mai, e poi è una grandissima stronza.
Mi sgrida sempre anche quando io non ho fatto niente, mi caccia dalla classe se ribatto o se mi trova al telefono.
Sinceramente mi sono stancata.
Adesso le farò vedere bene chi sono le quattro, non può trattarmi in questo modo per poi passarla liscia."
"Luce che cazzo avete in testa tu e quelle altre tre pazze psicopatiche?."
Io con fare misterioso gli risposi:
"Vedrai."
Quel sabato per colpa del mio ritardo Sara dovette fare il triplo del lavoro.
Appena arrivai a scuola, chiesi se fosse già tutto pronto, e Sara mi rispose:
"Certo amore, questa puttanella da oggi la smetterà di comportarsi da stronza."
Così le diedi un bel bacio a stampo e con mia grande sorpresa notai che proprio in quel frangente di tempo in cui le mie labbra si poggiavano su quelle di Sara, una persona ci fissava impassibile, o meglio stranita, o meglio era un qualcosa di indecifrabile.

Ce N'Est Pas MalDove le storie prendono vita. Scoprilo ora