Luce POV'S
Il viaggio in moto fu breve.
Mi strinsi a lei come se fosse un salvagente ed io stessi affogando nelle acque gelide dell'Antartide.
Poggiai la testa sulla sua schiena, e potei sentire i battiti del suo cuore.
Erano concisi, regolari, una ninna ninna che ognuno dovrebbe ascoltare prima di andare a dormire.
"Mi ha salvato la vita" pensai.
"Come può questa donna avermi nello stesso giorno sospeso e salvato.
Come può farsi odiare ed un secondo dopo amare."
Ma le mie riflessioni terminano quando arrivammo a casa sua, una piccola villetta con un bel giardino curato.
Aprì il garage e parcheggiò la moto dentro.
"Stai tremando"
Mi disse avvicinandosi.
"Dai entriamo, accendo il fuoco e se ti va parliamo un po'."
Feci si con la testa ed entrammo.
La prima cosa che notai fu la moquette, alzai lo sguardo e "uau", era piccola ma veramente bella.
"Stai bene?" Chiese
"Si, voglio solo farmi una doccia."
Così mi accompagnò in bagno, riempì la vasca e mi portò il cambio.
Nel mentre mi guardai allo specchio.
Le gambe erano piene di lividi, si poteva notare la forma delle dita della mano sul mio interno coscia.
Ma quando alzai lo sguardo notai ancora di più il grosso livido sul collo.
"Ti prego, non te ne andare, rimani qui, ho paura."
Era vero.
Avevo una paura fottuta che entrasse da una finestra per finire il lavoro che aveva iniziato.
Lei mi guardò con dolcezza, mi aiutò a spogliarmi e a lavarmi.
Mi insaponò la schiena e mi pettinò i capelli.
Quando mi porse l'asciugamano lo indossai, e mi venne spontaneo.
L'abbracciai, se non fosse stata lì, molto probabilmente sarei morta e se non fosse stata una morte fisica, sarebbe stata mentalmente.
Così la guardai fissa negli occhi, le avrei voluto dire grazie, ma le parole non uscivano, erano bloccate tra le corde vocali.
Appoggiai il mio naso sulle sue labbra, Le sue labbra, così mordine, il suo collo così profumato, avrei voluto che quei secondi si bloccassero, per rimanere per sempre così.
Accostai la mano sul suo petto, notando che il suo battito era incostante, più veloce.
Lei se ne accorse e disse:
"Vestiti vado ad accendere il fuoco intanto ."
Non la potevo lasciar andare, così la bloccai per un polso e la tirai a me.
"Luce no.""Luce io.."
Non la volli ascoltare, presi quel poco di coraggio che mi rimase e la baciai.
Non avevo mai provato un qualcosa del genere, mi sentì libera, e allo stesso tempo incatenata a lei.
Lei si staccò quasi subito,ma i nostri occhi rimasero incrociati.
Il suo sguardo fu indecifrabile.
"Lara scusami, non so cosa mi sia preso."
"Sei sconvolta, hai avuto una serata pesante,sei fragile, molto probabilmente non sei lucida, non voglio prenderti in giro ."
"Prendermi un giro? Non la capisco."
"Mi dai ancora del Lei, sono Lara fuori da scuola. Come potrei."
"Potresti, ma vorresti?"
Volevo a tutti i costi sapere se lei ricambiasse quel sentimento provato poco prima.
"Ti aspetto davanti al camino.
Cambiati."
"Hai una bottiglia di vino?"
"Luce sono le sei di mattina"
"Appunto, tra poco ci sarà l'alba e dal suo salotto grazie ai muri a finestra e al fatto che si trova in campagna sarà bellissima."
"Va bene, vado a prenderla, ma sono un bicchiere!"
"Solo un bicchiere!"Quando andai in salotto mi sedetti a terra, lei mi passo il bicchiere e si mise sul divano.
"Vieni sul divano, che ci fai a terra!"
Così appoggiai il bicchiere sulla mensola, mi poggiai con le braccia sulle sue gambe e le feci ulteriormente la domanda:
"Potresti, ma vorresti?"
Lei rimase in silenzio per un po' , bevve a goccio il bicchiere di vino, mi prese il mento con la mano e mi baciò, un bacio dolce, leggero.
Subito dopo spostando il mio volto verso destra ed iniziò a baciarmi il collo.
Percorse con la lingua il livido, baciando ogni singolo angolo di pelle.
Mi alzai e mi misi a cavalcioni su di lei, senza mai togliergli gli occhi da dosso.
"Quanto sei bella cazzo."
Disse, era eccitata, lo notai dal suo sguardo.
Le presi i polsi e glieli bloccai mentre con l'altra mano le sbottonai la camicia da notte e mi fiondai su i suoi seni.
Gli assaporavo, li mordevo e con la lingua viziavo i suoi capezzoli.
E quando lei iniziò ad ansimare la mia mano prese il posto della bocca, e con essa iniziai a baciarli il collo, le succhiai la pelle lasciandole dei piccoli succhiotti.
"Ah, ah non può fare così, non siamo lucide."
La zittì Mettendole il mio ginocchio tra le gambe per poi divaricarle.
Ed iniziai ad infierire con esso, premevo e lasciavo, premevo e lasciavo.
"Luce ti prego, ah"
Lei ansimava e ansimava, ma Quando spostai i suoi pantaloni e le misi la mia mano sulle sue mutande lei mi bloccò.
"Luce ferma, non posso."

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Ce N'Est Pas Mal
RomanceVoi credete nei colpi di fulmine? Io inizialmente no. E quando l'ho capito mi sono chiesta perché sono così diversa dagli altri? Il perché? L'ho capito grazie a Lei.