8. Baci mancati

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Il bagno, seppur accogliente, è molto piccolo ed io e Mirko ci ritroviamo quasi attaccati. Siamo posti di schiena e ci stiamo asciugando come meglio possiamo.

«Ahia, aspetta, così mi fai male!» esclamo, mentre Mirko si appoggia a me per potersi togliere le scarpe.

«Sopporta un attimo, altrimenti non posso farcela» mi dice solamente. «Smettila di muoverti così!»

«Sto cercando di togliermi la giacca senza finire nel water!» esclamo.

«Senti, io ho il lavandino davanti e se faccio qualche passo in più finisco per caderci sopra.»

«Meglio su un lavandino che su un water» sbuffo io.

«Aspetta, provo a girarmi...»

Mirko si gira goffamente, ma la situazione è sicuramente peggiorata. La mia schiena aderisce al suo petto, le mie gambe si intrecciano alle sue ed io riesco a sentire tutto. Tutto.

«Cazzo» lo sento borbottare e non nascondo un risolino. «Mia... per favore fermati» mormora.

Mi rendo conto che il suo amico è più sveglio che mai contro il mio fondoschiena e l'inchinarmi per togliere le scarpe non aiuta.

«Mirko... voltati di nuovo» dico io.

«Non ce la faccio. Ti prego rialzati» mi scongiura ed io arrossisco, anche se questa scena mi fa impazzire dalle risate.

Mi rialzo e stavolta decido io di voltarmi verso di lui. Siamo talmente vicini che tra noi non passerebbe neanche uno stuzzicadenti.

«Sarei dovuto entrare dopo» mormora.

«Temo di sì. Mirko... il tuo amico...»

Si allontana da me, sbattendo contro la maniglia della porta. «Scusami! Scusami!»

Cerca di aprire la porta ma è bloccata. «Fai provare a me» mormoro, ma neanche io riesco ad aprire.

«È chiusa da fuori» constata. «Merda» mormora poi.

«Tranquillo... ci faranno uscire presto.»

«Il mio problema è un altro...» Si guarda in basso ed io noto il ringonfiamento nei suoi pantaloni. Non riesco a trattenere una risata. «Non prendermi in giro» borbotta, sorridendo.

Mi siedo al suo fianco. Rimaniamo in silenzio, senza voltarci a guardarci, consapevoli di essere forse troppo vicini di quanto due amici/conoscenti o qualsiasi cosa siamo io e lui dovrebbero stare. Decido di guardarlo per un secondo, e devo ammettere che lo trovo ogni giorno sempre più bello, seppure lui non cambi molto. E non so nemmeno cosa sia ad attrarmi di lui: forse gli occhi chiari, forse i capelli sbarazzini, forse il collo tatuato o quel fisico quasi perfetto. O forse ancora il desiderio di vendetta contro Simone represso dentro di me. Mirko si rende conto di come lo osservo e si gira verso di me.

«Che c'è?» mi sussurra.

«Sei mai stato in piena contrapposizione con te stesso?» gli chiedo.

«Che intendi dire?»

«C'è una cosa che vorrei fare adesso. Una cosa che una voce dentro di me urla di fare. Eppure ho paura di farla e non so come questo mi fa sentire» mormoro.

«Io credo che nella vita sia meglio non vivere di rimpianti ma di rimorsi. Perciò perché non provi semplicemente a fare quello che la voce ti dice?»

«Perché temo la risposta che potrei ottenere.»

«E se la risposta che otterrai sarà migliore di quanto pensi?»

Mi accarezza la guancia e quel tocco mi fa sentire davvero bene. Mi rendo conto di quanto pericolosamente si stia avvicinando ma non sento la necessità di allontanarmi. Non ricordo l'ultima volta in cui Simone mi ha accarezzato in questo modo, facendomi sentire particolarmente bella. Eppure, ora sono solo un completo disastro.

«Non ci sto più capendo nulla, Mirko...» sussurro.

«Allora smettila di cercare una risposta. Buttati, viviti il momento.»

Lo guardo un secondo ed in questo momento sento di potergli dire tutto quello che mi passa per la testa. «Simone mi ha tradito» dico. «Mi ha tradito non appena mi sono allontanata.» Mirko non parla ed io abbasso lo sguardo, con la testa piena di pensieri. «So che la mia è una reazione stupida, come quella di una bambina. Ma io lo amo, Mirko. Lo amo da quando l'ho incontrato e non sono la donna perfetta ma per lui mi sono quasi annullata. Perché ora lui mi fa questo?»

Mirko mi costringe a guardarlo, la sua mano sul mio mento. «Sai come si può risolvere questa situazione?» Scuoto la testa e lui sorride. «Mandalo a fanculo, mostragli che tu puoi avere tutto quello che vuoi! Mia sei una bella ragazza, hai un cuore enorme e credimi: sei bella come un fiore. Mostragli come puoi vivere senza di lui.»

«Ma come faccio a mostrargli una cosa di cui non sono sicura nemmeno io?»

Mirko sorride ancora e di nuovo si riavvicina a me. «Convincitene anche tu. Conosco un ragazzo che perde la testa per tutto quello che fai, per tutto quello che dici. E credimi, a lui basterebbe un solo, inutile bacio per poter impazzire una volta per tutte.»

«Cosa? E di chi stai parlando?»

«Ecco... io sto parlando di...»

La porta si apre tutto ad un tratto e la signorina che ci ha dato le chiavi del bagno ci guarda furiosa. «Vi ho dato le chiavi per asciugarvi, non per figliare nel mio bagno. Uscite subito dalla mia pista!» grida inviperita.

Io e Mirko ci alziamo, reprimendo una risata, e dopo aver recuperato la nostra roba ci avviamo fuori. Una volta entrati in macchina, scoppiamo a ridere.

«Andiamo a quella maledetta cena» dice lui, ridendo.

[...]

«Mi fate impazzire» commenta Matteo, sbuffando. «Tra di voi c'è una carica sessuale incredibile ed ancora non vi siete baciati.»

«Beh... in verità una volta ci siamo baciati...»

«Quello del ristorante non vale. Non è stato un bacio voluto. Sai cosa dovresti fare? Fregartene di quello che potrebbe succedere e provarci con Mirko. Secondo me a lui piacerebbe.»

«Matteo, non posso comportarmi come se non avessi un ragazzo a casa... per quanto ancora lo avrò.»

«Che intendi dire?»

Gli mostro le foto che Beba ha fatto al mio ragazzo. «Chi è sta figa?» grida.

«La ragazza con cui il mio fidanzato mi sta mettendo le corna.»

«Puttana.»

«Esatto... sai, il problema non è neanche lei. Il problema è lui: chi sa cos'altro mi sta nascondendo.»

«Vendicati allora: hai tutte le ragioni del mondo per mandarlo a fanculo.»

«No... non è così che sono fatta: ho ragionato a lungo su come comportarmi.»

«E la tua conclusione?»

«Mollo tutto e vado a vivere in Australia.»

«Mia, sono serio.»

«D'accordo... Ho deciso di tornare a casa e di parlare con Simone.»

«Parlare con Simone? Che cos'altro devi farti dire? Che ti cornifica alla luce del sole?»

«Matteo...»

«Parlare con lui vuol dire solamente questo: ti farà tornare sui tuoi passi, lo perdonerai e lo terrai a casa tua. Quello che devi fare, invece, è rimanere qui fin quando il concorso non finisce, e mancano solamente due giorni, gioire per il tuo amico e dimostrare che sei una donna libera!»

«Non è così facile, Matteo.»

«Puoi renderla facile.»

E se ne va, raggiungendo gli altri fuori dal ristorante, mentre io mi ritrovo per l'ennesima volta da sola, a pensare.

Questione di Feeling // RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora