25. Lei è mia

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Mirko

È tra le mie braccia. Tra le mie braccia. Mi sembra tutto così strano. Mia è tra le mie braccia, che dorme beatamente come se fosse la prima volta nella sua vita che lo fa. È qui, è con me, e mi ama. Lei è mia.

È strano: ho amato poche persone nella mia vita. Mia madre, di certo, mio fratello, ovviamente, e Paola. Ma è finita lì, per me non c'era nessun altro degno del mio amore. Le ragazze per me erano un passatempo, qualcosa che mi dava una soddisfazione fisica ma che terminava lì. E poi è arrivata Mia, come un uragano. Ho pensato fosse bellissima dal primo momento in cui le ho messo gli occhi addosso. Gli occhi scuri, i capelli castani, le labbra piccole, il fisico minuto. Sembrava un'opera d'arte che io dovevo per forza toccare.

Ed ora è tra le mie braccia, nuda e addormentata. La accarezzo, le do qualche bacio e lei sembra apprezzare. Ho completamente dimenticato il modo in cui mi ha spezzato il cuore quando mi ha detto che era tornata insieme a quello stronzo di Simone. Come ha potuto dargli un'altra possibilità? Dargli ancora modo di farle del male?

Sono totalmente immerso nei miei pensieri quando sento uno strano rumore provenire dal corridoio. Strano, è pomeriggio e tutti stanno dormendo nelle loro stanze. Più o meno tutti: Diego e Beba hanno fatto rumore fino a pochi minuti fa, Mario e Filippo hanno continuato a giocare con la play per ore, Matteo e Stefania si sono amati tanto ed io e Mia... vi lascio immaginare. Non la vedevo da troppo tempo, dovevo recuperare molte cose. Forse gli unici due che hanno dormito veramente sono Carlo e Alessandro.

Ed è proprio Carlo a bussare la porta e a chiedermi se posso andare con lui in salotto. «Che succede?» gli chiedo, mentre lascio la stanza.

«Ho bisogno di dirti un paio di cose» mi dice. «Mirko tu lo sai... per me sei come un figlio.»

Prendiamo posto sul divano. «E tu per me sei come un padre.»

«Io... è molto difficile da spiegare. Io sono gay... questo...»

«Sì, me lo hai detto in macchina quando sei arrivato.» Parlo io perché sembra non riuscire a trovare le parole.

«Ecco io... Luisa è una donna meravigliosa, l'ho amata, tantissimo. Ma da qualche anno mi sono innamorato di un ragazzo.»

Sorrido, scuotendo la testa. «Carlo, me lo puoi dire tranquillamente che sei innamorato di Alessandro.»

Carlo sgrana gli occhi. «Tu come... lo...»

«Come lo so? Non è tanto difficile capirlo: la prima volta che vi siete incontrati sei rimasto a fissarlo per un'ora intera. Per non parlare di tutte le volte che mi chiedevi dov'era Alessandro, come stava eccetera. In realtà all'inizio non ci avevo fatto caso, ma tutto è apparso più chiaro, se non cristallino, quando hai lasciato tua moglie per un uomo e sei venuto subito qua. Per non parlare del fatto che, be', lui non era per niente dispiaciuto.»

Carlo fa un grosso sospiro di sollievo. «Menomale, mi hai evitato un imbarazzantissimo discorso su l'amare se stessi, sul non avere paura di provare sensazioni forti e così via...»

Scoppio a ridere di fronte al suo sollievo. «Tanto te lo porti a letto tu, mica io. Non me ne importa niente. Ma ora che Alessandro deve partire a Londra come farai?»

«Lo seguirò. Ho già mandato dei curriculum e avrò qualche colloquio. Cercheremo un bel appartamento e staremo insieme.»

«Sembri molto convinto.»

Annuisce. «Lo sono.» Mi sorride con le labbra e con lo sguardo, poi mi passa una mano sulla spalla. «È difficile trovare una ragazza così, oggigiorno. Sei stato molto fortunato. Non lasciartela scappare ancora.»

«Io la amo. Non potrei mai lasciarla scappare di nuovo.»

«La ami... ne sei convinto?»

«Sono totalmente convinto. Sono innamorato» ripeto.

Non ho paura ad usare questa parola perché è vero, io sono follemente innamorato di Mia. Talmente tanto che se un giorno qualcuno mi svegliasse e mi chiedesse di buttare Mia giù da un burrone per evitare la distruzione di popolazioni intere, io li manderei a fanculo e tornerei a dormire, tenendola per sempre tra le mie braccia. E risponderei. «Buttate anche me dal burrone, almeno muoio insieme a lei.»

È troppo? Possibile. Mi interessa? No. Io la amo. La amo tanto. E non c'è nulla che si può fare ora. Io. La. Amo.

«Che mi dici di Paola?» la voce di Carlo mi ridesta dai pensieri. Paola non è minimamente paragonabile a Mia. Io ho amato Paola, ma quello che provo per Mia è aldilà di tempo e spazio. Mia è pura, Paola non lo era. Paola era puro tormento.

«Che se ne può andare a fanculo» alzo le spalle, e Carlo scoppia a ridere.

«E se adesso ti chiamasse e ti chiedesse di andare da lei?»

«Cancellerei il suo numero di telefono e la manderei a quel paese. O forse il contrario. Ad ogni mondo, Paola è un capitolo chiuso, totalmente chiuso.»

Carlo mi sorride, alzandosi dal divano. «E va bene. Non ti disturbo più, torna dalla tua bella.»

«Carlo?» lo richiamo, e lui si volta. «Sei felice con Alessandro?» Annuisce. «E allora va bene così.»

Se ne torna in camera ed io prima di tornare da Mia prendo qualche spuntino. Entro in camera: Mia è ancora bella addormentata, così poggio lo spuntino sul comodino e mi stendo al suo fianco. È così bella che non riesco a smettere di guardarla.

«Mi fissi mentre dormo?» la sento mormorare e scoppio a ridere.

«È inquietante?»

«Un po'.» Apre gli occhi e mi guarda. «Ciao.»

«Ciao» sussurro. Porto una mano sulla sua guancia e la accarezzo. «Stavo pensando ad una cosa.»

Si stiracchia e nel farlo un seno sfugge da sotto il lenzuolo, ma questo non sembra importarle. «A cosa pensavi?» sbadiglia, avvicinandosi a me.

«Al motivo per cui ti amo.»

Sorride, poggiando la sua mano sulla mia spalla. «E qual è il motivo per cui mi ami?»

Mi avvicino alle sue labbra, senza staccare gli occhi dalle sue pozze scure. «Mi fai stare bene. E non mi basta altro.»

È lei la prima a poggiare le sue labbra alle mie, ma sono io quello che la attira a sé per baciarla più intensamente. «Sarò in ferie fino al sette, che ne dici se vengo da te?» dice ed io scoppio dalla felicità, prendendola in braccio.

«Dico che ti amo. Ti amo tanto.»

«Ti amo anche io Mirko. Ti amo tanto.»

...

Vi avviso, la storia sta volgendo al termine!
Baci e buon anno

Questione di Feeling // RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora