24. Rotture

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Mi risveglio tra le braccia morbide di Mirko, che per tutta la notte mi hanno tenuta stretta al suo corpo. Ieri sera mi sono spostata nella sua stanza per gli ultimi tre giorni e non potevo fare scelta migliore.

Io e Mirko abbiamo passato una delle nostre solite notti, di quelle che passavamo a Milano o a Bologna quando non eravamo nulla: tanto sesso, ma anche tante coccole, tante risate, tanti discorsi affrontati in maniera seria.

Guardandolo attentamente, con le ciglia serrate e le labbra rosse incurvate in un sorriso spensierato, mi rendo conto di quanto tutto questo mi è realmente mancato e mi dico che sono stata una stupida: come ho potuto mettere da parte le coccole di Mirko, le risate che mi provoca per i litigi e la monotonia di Simone? Forse ora è tutto, completamente, rimediato, perlomeno è ciò che spero.

Mi ritrovo pure a chiedermi come sia possibile che un ragazzo mi faccia questo effetto, come sia possibile che un ragazzo come lui sia per me così... essenziale. Non mi ero mai sentita così trasportata per qualcuno e questo mi piace e mi spaventa allo stesso tempo.

Mirko dorme ed io non voglio svegliarlo, non voglio neanche alzarmi e vorrei rimanere tra le sue braccia il più possibile. Ma il telefono continua a squillare e mi sembra importante vista l'insistenza. Mi stacco lentamente da lui, prendo il telefono e quando leggo il nome di Simone sospiro.

Forse dovrei rispondere, un'ultima volta, giusto per dirgli definitivamente addio. Indosso la maglia di Mirko, mi chiudo in bagno e, dopo un profondissimo respiro, rispondo. «Simone?»

«Mia» lo sento fare un sospiro di sollievo. «Ti ho cercata tutti questi giorni! Non mi hai nemmeno fatto gli auguri di Natale.»

Non te li meriti. «Non credo ti siano mancati, in tutta sincerità.» È vero: mi ha chiamata ripetutamente in questi giorni ma io non ho mai avuto il coraggio di rispondere.

«Perché mi dici così? Io ti amo, Mia. E capisco che stai avendo un momento di riflessione perché quel ragazzino ti ha fatto cambiare idea, ma sono pronto a riprenderti.»

Sgrano gli occhi. Ho sentito bene? Un momento di riflessione con un ragazzino? «Simone dimmi che stai scherzando.» Chiudo gli occhi e mi passo una mano sul viso.

«Perché dovrei? Senti, ne riparleremo bene quando tornerai a casa.»

Sospiro. «L'unico motivo per cui vorrei tornare da te oggi è per prendere a schiaffi quella faccia da culo che ti ritrovi.» Forse ho urlato ma non mi interessa.

«Mia ma che dici?» è sconcertato. Non gli ho mai parlato in questo modo.

«Ma come, non capisci? Dovresti essere l'avvocato più incredibile di Bologna, quello che sa tutto di tutti! Che capisce qualsiasi cosa.» Lo sto prendendo in giro e mi sto divertendo da morire.

La porta si apre, Mirko mi guarda ed io lo guardo. Si siede al mio fianco, che sono seduta sulla vasca, e mi tiene la mano. Non dice neanche una parola, rimane in silenzio e mi accarezza la mano.

«Mia, capisco che sei arrabbiata...»

«È proprio questo il punto, Simone. Tu non capisci. Non capisci nulla!» scoppio, interrompendo la sua frase. «Non mi hai mai capita! Ho dimenticato l'ultima volta che mi hai accarezzato, che mi hai detto che mi ami. Non facevamo altro che litigare, che tenere le cose in sospeso. Io non voglio questo. Simone io ti ho amato tanto, ma ora non ti amo più. Non sento più niente per te.»

«Vuoi mandare a fanculo quattro anni di vita insieme?»

«Esattamente! Bingo! Hai centrato il punto!» mi metto a ridere. Una risata sarcastica, ovviamente; ricca di tutto quello che mi sono portata dentro fino ad adesso. «Simone io non ti amo più. In alcun modo possibile. Simone io non so neanche se ti ho mai veramente amato, o se ho amato la sicurezza che mi davi.» È vero, forse io non ho mai amato veramente Simone. Ma lui è sempre piaciuto alla mia famiglia (da cui ho sempre cercato l'approvazione), ed è sempre stato un punto di riferimento a Bologna. In un certo senso, Simone per me è sempre stato un posto sicuro, che però non mi ha mai permesso di guardare oltre la mia monotona vita. E forse era proprio questo ciò che voleva: tenermi buona, sapendo che tanto non me ne sarei mai andata via.

«Non posso crederci... questa non sei tu... Cos'ha quel ragazzo in più di me? Un cazzo più grande?»

«Oh, ti stupiresti nel sapere quante cose in più e più grandi lui ha rispetto a te.» Mirko nasconde una risata ed io mi volto a guardarlo. «Mirko è... bello. È gentile, capisce quello che voglio con uno sguardo e mi sembra di conoscerlo da sempre. Mirko forse è troppo per me, ma non mi fa mai sentire inferiore. Io... cazzo, io lo amo!» esclamo con un sorriso. Mirko mi ha guardata per tutto il tempo, esattamente come l'ho guardato io e il suo sorriso mi fa sentire bella, potente, amata.

«Ne riparleremo quando starai meglio.» È la risposta di Simone, ma a me non importa. Io voglio solo baciare il ragazzo davanti a me.

«Fottiti, Simone. Per me è abbastanza così. E, a proposito, se proprio devi parlare con mia madre non parlare di me, ma del tuo misero tradimento.» Guardo Mirko. Non vedo l'ora di baciarlo.

«Mia... calmati. Ci vediamo a Bologna, riesci a venire prima di capodanno?»

È assurdo. Nonostante ciò che gli ho appena detto lui continua a chiedermi un confronto che non voglio fare. «No, ma prova a chiedere a Francesca. Sicuramente avrà la fila ma per la mezzanotte riuscirà a scopare con te!»

Spengo il telefono, senza aspettare alcuna risposta. Abbraccio Mirko, lo stringo tra le mie braccia e gli lascio un bacio sulle labbra, pieno di dolcezza. «Mirko, ti do il mio cuore. Non romperlo.» Mi rendo conto che suona quasi come una preghiera e mi fa molto male realizzare che la paura ha preso il sopravvento.

Mirko mi sorride, allontana il mio braccio dal suo collo e lo bacia lentamente. «Lo tratterò come fosse il mio. Ed ora togliti questa maglietta perché ho proprio voglia di entrarti dentro.»

Mi metto a ridere. «Ti amo.»

«Ti amo anche io.»

Lo bacio ancora, e ancora, perché ne ho bisogno. «Mia» mi guarda e mi accarezza i capelli.

«Dimmi.» 

«Stai bene?»

Annuisco, con le lacrime agli occhi. Forse sembrerò incoerente ma lasciare Simone è stato bello e brutto allo stesso tempo. Brutto perché si tratta di una vita passata che ho definitivamente lasciato andare; bella perché ora, quando guardo Mirko, lo sento mio. Totalmente mio.

«Sto bene» sussurro sulle sue labbra. «Tu stai bene?»

Annuisce anche lui, poggiando la sua fronte sulla mia. È strano il modo in cui il suo corpo sembra essere stato creato per unirsi al mio. «Ti amo.»

«Lo stai dicendo troppo spesso» mi metto a ridere.

«Lo so, è strano. Ma è tutto perfetto.»

«Lo è.» Alzo lo sguardo verso di lui. «Lo è» ripeto, allargando le labbra in un sorriso.

Mirko mi prende la mano e mi conduce fuori dal bagno. Non so dove mi porta, non so cosa vuole fare. So solo che lo seguirei fino in capo al mondo, l'importante è che non lasci mai la mia mano.

...
Bene ragazzi! Buon Natale❤️
Cercherò di pubblicare un capitolo a settimana d'ora in poi (almeno spero visto l'arrivo della sessione di Gennaio).
Fatemi sapere che ne pensate e buone feste❤️

Questione di Feeling // RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora