Dopo pranzo ci muoviamo finalmente verso il paese. Bolbeno è un piccolo paesino del Trentino, con pochissimi abitanti, dunque molto tranquillo, anche nei periodi festivi, nonostante i villaggi turistici vicini.
Riusciamo a comprare poche cose prima di scoprire che Carlo ha un'intera cantina piena di decorazioni, perciò torniamo subito allo chalet e ci prepariamo.Beatrice mi offre una mano insieme a Mirko, ed io sono costretta ad accettare, perciò tutti e tre scendiamo.
«Che ne dici, ti va bene questo?» mi domanda Beatrice, mostrandomi un nastro argentato.
«Sì! È molto carino, anche se pensavo più al rosso e l'oro» ammetto.
«Di quelli ce ne sono a bizzeffe. Ma se sistemi bene i colori puoi fare uno spettacolo!»
«Che lavoro fai, Beatrice?» le chiedo curiosa.
«Sono una commessa in un negozio di abbigliamento, ma sono incaricata di decorare ad ogni festa» mi sorride dolcemente.
«Ho trovato questo, in fondo» mormora Mirko, portando un cartone.
Lo apro, con l'aiuto di Beatrice, e ci trovo un sacco di bellissime decorazioni. «Questo è perfetto. Direi che possiamo prendere questo, e quegli altri tre, e siamo a posto.»
Aiuto Mirko e Beatrice a portare su gli scatoloni, e poi ci mettiamo tutti insieme a decorare. Cominciamo dal piano di sopra, dove ci sono le stanze da letto, e poi ci occupiamo del piano di sotto e del giardino. Beatrice sta sempre vicino a me, e mi racconta un po' della sua vita, del suo lavoro, della sua relazione con Mirko.
«Sai, mi piace molto, ma ho paura che nella sua vita ci sia qualcun altro» mi confessa, mentre addobbiamo il cammino.
«Che intendi dire?»
«Insomma, è come se stesse con me per colmare il vuoto che gli ha lasciato qualcun'altra. Come se ci fosse un'altra donna nella sua vita che in qualche modo non lo lascia stare.»
Forse ancora pensa alla sua ex storica, quella che ottiene tutto quello che vuole.
«Non so, Beatrice. Mirko è un totale casino» le dico.
«Lo conosci bene?»
Arrossisco. «Ecco... lo conosco quanto basta.»
«E tu? Com'è il tuo ragazzo?»
Ex ragazzo. «Be'... è molto tranquillo, solitario. Diciamo che è totalmente diverso da Mirko» sospiro.
«Oh, ok.» Credo abbia capito che qualcosa non va, perché lascia cadere il discorso.
Quando finalmente finiamo di decorare la casa si rivela un vero e proprio spettacolo. Chiudiamo la giornata con un bel brindisi ed un'ottima cena, ed io decido di farmi un giretto nella neve prima di andare a letto.
Con le cuffie nelle orecchie cammino un po' intorno alla casa. Continuo a camminare, con la voce di Tiziano Ferro nelle orecchie. Cammino, senza una meta precisa, forse per togliere qualche pensiero di troppo che tuttavia non vuole lasciarmi.
Hai sbagliato tutto, mollare Simone solo per sentirti meno in colpa. Ma poi, cosa vuoi da Mirko? Cosa provi per lui?
È la mia coscienza a parlare ed io non so cosa rispondere. Non so sinceramente cosa provo per lui, o cosa dovrei provare. C'è qualcosa che mi dice che senza di lui non so stare, e qualcos'altro che mi dice che non è vero, che mi sento solo inebriata dalle sue attenzioni.
Cammino ancora a testa bassa, il sole è calato e forse dovrei far ritorno, ma delle mani, le sue mani, mi fanno piantare i piedi al terreno e non riesco a muovermi neanche un po'.
«Possibile che ti devo salvare ogni volta?» mi sussurra, un tono indescrivibile. Le sue mani su di me, il suo petto sulla mia schiena, le sue labbra sul mio collo: fosse per me gli darei me stessa in questo preciso istante, nella fredda neve. «Cosa ci fai tutta sola nel bosco, Mia?»
«Avevo bisogno di camminare» sussurro d'un fiato, stringendomi a lui. Tolgo le mani dalle tasche e le appoggio sulle sue.
«Tu hai sempre bisogno di camminare» mi dice divertito.
«Mi aiuta a distrarmi.»
«Distrarti da cosa?»
«Da te» sussurro. «Ma non serve a nulla, sopratutto se mi segui per i boschi del Trentino.»
«Avevo bisogno di stare da solo e ti ho trovato.»
Lo guardo con un sorriso divertito. «Bugiardo, mi hai seguito.»
«Sì, è vero.»
«Ed io stavo solo cercando di scappare di te, ma non è servito a nulla» mormoro. Volto la testa verso di lui, avvicinandomi alle sue labbra pericolosamente. Sento i nostri respiri fondersi.
«E perché stavi scappando da me?» mi chiede. Ho un disperato bisogno delle sue labbra, ho bisogno di sentirlo stretto a me, e non mi interessa se qualcuno ci vede.
«Perché io...»
«Mirko? Mirko ma sei tu?»
Non è la voce di Beatrice, nemmeno di un'altra ragazza, ma è la voce di un uomo di mezza età. Ed infatti, nella macchina bianca vicino a noi, vediamo il viso di Carlo spuntare dal finestrino. Siamo in una zona un po' buia, quindi Carlo non vede quanto siamo effettivamente vicini, e questo Mirko lo usa come vantaggio, così da non allontanarsi da me.
«Carlo? Che ci fai tu qui?»
«È una storia lunga. Diciamo che mi sono appena separato da Luisa» dice solamente, alzando le spalle.
«Oh cazzo!» esclamo.
«Ma... Mia? Ci sei anche tu?» Carlo mi cerca con lo sguardo, ed io sono costretta ad allontanarmi da Mirko per farmi vedere.
Mirko mi guarda scocciato, e penso mi stia odiando ora.
«Ciao, Carlo.»
«Scusami, con le luci vedo poco, non ti avevo visto. Dai, salite!»
Entro subito, e Mirko mi segue controvoglia. So che voleva ritagliarsi un po' di tempo con me, ma saremmo potuti andare troppo oltre e con lui c'è Beatrice, la quale mi sembra fin troppo presa per essere presa in giro.
«Scusate, spero che il mio arrivo non vi disturbi» ci dice Carlo, guidando tranquillamente.
«Non preoccuparti... dopo tutto ciò che hai fatto per noi» gli dice Mirko. «Ma... che è successo con Luisa?»
«Ho capito che non l'amavo più, mi sono innamorato di un altro.»
«Un altro?» marca Mirko, confuso.
«Mmh, sì. Un ragazzo.»
«Ah... scusa e da quando tu... insomma... cioè» balbetta Mirko in imbarazzo.
«Da quando mi piacciono i ragazzi? Da sempre più o meno. Ma non preoccuparti, tu per me sei come un figlio, non ti ho mai visto da quel punto di vista» lo rassicura ridendo.
«Non intendevo questo.»
«Tranquillo Mirko, capisco il tuo stupore.»
Mirko abbassa lo sguardo, in totale imbarazzo, ed io nascondo una risatina. È seduto davanti, vicino a Carlo, e riesco quasi a leggere il pentimento nei suoi occhi verdi.
«Cosa stavate facendo lontano da casa?» chiede Carlo d'un tratto.
«Parlavamo» liquido il discorso, e per fortuna il tragitto verso casa è terminato.
«Carlo?» esclama un Alessandro sorpreso, mentre entriamo in casa. «Che ci fai qui?»
Carlo fa un rapido saluto a tutti quanti prima di rispondere ad Alessandro. «Ho lasciato Luisa. Ecco, non l'amavo più.»
«Oh, mi dispiace» mormora lui. Non mi sembra per nulla dispiaciuto.
«Figurati. Avete lasciato un posto per me?»
«C'è la stanza di Alessandro» dice Beba.
«Grazie» dice Carlo, prendendo la valigia in mano. Alessandro lo accompagna in camera.
Vi dico solo questo: 👀👀👀
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Questione di Feeling // Rkomi
FanfictionMia ed Alessandro sono amici di infanzia, e quando questo si ritrova a Milano per una competizione molto importante, lei non può fare a meno di andare ad appoggiarlo. Ma Mia ha una vita incasinata, tra il fidanzato che la tradisce e la famiglia che...