13. Qual è la tua canzone preferita?

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«Martino, a me non frega un cazzo! Non ritornerò a lavoro fin quando non mi verrà pagato quello che merito. Non voglio più fare straordinari gratuitamente, e tutte le ferie che non ho fatto le riprenderò quando voglio!» esclamo, la sigaretta tra le mani.

«Suvvia, Mia. Possiamo parlarne, che ne dici?» mi dice lui, impaurito, dall'altro capo del telefono.

«E tu che ne dici se io cerco un'altra azienda?»

«No, adesso non dire così...»

«Allora ritorno alle mie condizioni. Mi dirai la tua risposta domani mattina.»

Spengo il telefono, prendo un tiro dalla sigaretta e mi siedo nei gradini del planetario. Mirko mi guarda confuso, con la sigaretta in bocca e la schiena appoggiata agli altri scalini. Per rispondere al telefono ho interrotto la nostra conversazione ed ora con la rabbia non ricordo più su cosa stavamo conversando.

«Scusa, ho interrotto il tuo discorso. Dicevi?»

«Niente... dicevo che mi è piaciuto molto il giro» mi dice solamente.

«Sapevo ti sarebbe piaciuto.» Prendiamo un tiro all'unisono. «Scusa... ti sto riempiendo di problemi» mi rendo conto di quanto gli possa dare fastidio il casino che vivo e che prontamente gli sputo in faccia solo per sfogarmi.

«Non ti preoccupare. Mi piace pensare che posso esserti utile.»

«Davvero?»

Annuisce, avvicinandosi a me. «A me piace rendermi utile» mi soffia sulle labbra, pronto a baciarle. Ma stavolta è il suo cellulare a squillare, e risponde infastidito.

«Chi è?» prende un tiro, poggiando poi la mano sulla mia coscia. «Sì, Alessandro. Sono a Bologna.» Mi accarezza dolcemente. «Sì. - No, non è per quello che pensi. - Sì, lo abbiamo fatto, sei contento ora? - No! Non chiameremo nostro figlio Alessandro!» Mirko alza gli occhi al cielo, sbuffando. «Sì... te la passo.» Mi passa il cellulare e si allontana di nuovo.

«Aless-»

«Ma ti sembra normale che ti lasci e lo devo sapere da Mirko?» grida il mio migliore amico dall'altra parte del telefono. «Allora? Come è stato scopare con lui?» mi chiede poi malizioso, cambiando subito argomento.

«Alessandro... è davanti a me. Non posso dirtelo» mormoro arrossendo. Mirko mi guarda divertito, riappoggiando la mano sulla coscia.

«E dai! Dimmi solo: intenso, erotico, bello, o noioso?»

«Tutte tranne l'ultima.»

«Uhh, ed è stata solo una volta?»

«Mhh... no» mi imbarazzo.

«Quante?»

Cerco di fare il calcolo a mente. «Sei... credo. O sette, non lo so ora Ale!» esclamo, ormai rossa come un peperone.

«Sapevo che ci sapeva fare. Senti Mia, io ho da fare con il concorso, devo organizzarmi con i direttori e quant'altro, ma se mi dici di aver bisogno di me ci metto letteralmente due secondi a mandare tutti a fanculo, venire a Bologna, mangiare un po' di tortellini che non mangio da un sacco, e poi strappare il cazzo a quel pezzo di merda.»

«Non ce n'è bisogno» ridacchio, «ma grazie, Ale. Poi ci sentiamo stasera, va bene?»

«Non vedo l'ora amore mio, lo sai che ti voglio bene. Ti saluta Riccardo, a proposito.»

«Il mio bambino, mandagli un bacione.»

«Ora ridai il telefono a Mirko, per cortesia. Ti voglio bene amica mia! Ciauuuu!»

Questione di Feeling // RkomiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora