Volete sapere come ho passato il resto della giornata? Ho obbligato Matteo ad accompagnarmi per negozi (cosa che non ho fatto mai, nemmeno quando eravamo fidanzati) e mi sono quasi rifatta il guardaroba. A causa del mio lavoro sono abituata ad indossare vestiti seri e di colori scuri, specialmente neri. Ho deciso invece di comprare qualcosa di colorato e simpatico, che mi possa togliere quella nozione di serietà che ho sempre avuto da qualche anno a questa parte.
Matteo era felice, e ben sorpreso. Mirko, invece, non lo sento dal pranzo e devo dire che va meglio così: non oso immaginare l'imbarazzo che ci sarà questa sera alla cena, insieme ai ragazzi e gli altri vincitori. Perché sì: Alessandro è arrivato terzo ed è tra i dodici classificati per continuare il concorso. Se tutto va bene, sabato vincerà ed io non vedo l'ora. Poco prima di entrare in ristorante, tuttavia, deciso di prenderlo da parte per fargli un breve discorsetto.
«Che cosa vuoi dirmi?» mi chiede il mio amico.
«Tu vai in giro a dire che io sono una perfettina infelice?» domando, con le braccia incrociate.
«Hai parlato con Mirko?»
«Alessandro, sei il mio migliore amico! Come puoi avere una così bassa considerazione di me?»
«Non è una bassa considerazione di te. Io ti voglio bene, e lo sai. Ma delle volte sei leggermente... noiosa. E questa noia purtroppo te la porti in tutte le tue sfaccettature. Non so se mi hai capito.» Cerca di spiegarsi mentre io mi sento fin troppo offesa. «Senti mi dispiace. Ma il motivo per cui l'ho detto è perché sono preoccupato per te: passi la tua vita tra lavoro, lo stronzo, i tuoi genitori, lavoro e così via. Se qualcosa non va bene impazzisci e fai una vita che non avresti mai voluto fare...»
«Questo non è vero» lo interrompo stizzita.
«Ah no? Perché io ricordo che tu mi facevi una testa tanta su quando saresti andata a Copenaghen a lavorare come guida turistica, eppure a ventisei anni sei rinchiusa in una stanzetta di Bologna, con un lavoro fatto di colleghi stupidi e stronzi, un fidanzato instabile mentalmente e poche amiche di cui nemmeno ti fidi.»
Wow. La mia vita è davvero terribile vista da questo punto di vista. «Lo pensi davvero?» chiedo ancora.
«Lo vedo. Quello che penso invece è che sei troppo spaventata da fare un passo in più che scappi, in tutti i modi possibili.»
Non so cosa rispondere e questo Alessandro lo capisce, tanto da lasciarmi un bacio sulla testa ed andare via. Sa perfettamente che in questi casi preferisco stare da sola e pensare, e le sue azioni in realtà mi fanno respirare. Decido di sedermi nelle gradinate del ristorante, a prendere una boccata d'aria, nonostante faccia un freddo bestiale.
La mia vita è tutto quello che non avrei mai voluto avere: non mi fido di gran parte dei miei amici, ad eccezione dei ragazzi e di Beba, il mio ragazzo è più indecifrabile delle rune antiche per un fisico e, tra le altre cose, il mio lavoro è insoddisfacente, con una serie di colleghi gelosi ed un capo fuori di testa che cambia idea ogni due per tre. Ma ciò che più mi dispiace è come il mio migliore amico, la persona di cui mi fido di più in assoluto, mi vede.
Proprio mentre sto facendo i conti con la verità, vedo in lontananza arrivare Mirko ed io mi chiedo quante volte abbia fatto la fila per la bellezza quando Dio la distribuiva. Io, probabilmente, avevo saltato quella fila per andare in quella dell'autoironia e della disperazione. Si avvicina a me, sedendosi al mio fianco.
«Che cosa succede? Stai male?» mi chiede, quasi preoccupato.
«Ho appena ricevuto tutta la verità che ho sempre voluto occultare a me stessa e agli altri. In altre parole, sto dubitando della mia vita.»
«Ooh, capisco. Beh, accade delle volte, no? Scoprire che in realtà la nostra vita non è quello che avremmo voluto.»
«A te è mai capitato?» chiedo, incuriosita.
Mirko sospira e guarda davanti a sé. «Sai, quando ero piccolo, tra i miei sogni non c'era quello di fare il pugilato e di apparire come un superfluo sciupa femmine.»
«Che cosa volevi fare?»
Mirko prende il pacchetto di sigarette dalla tasca del giubbotto in pelle e me ne offre una. Sebbene dapprima sono insicura, decido poi di accettare e di accendermene una.
«Io volevo fare l'astrofisico.»
«Wow, aspetta cosa?» Sono sinceramente colpita.
«Già, l'astrofisico. Non so perché, ma c'è qualcosa nelle stelle che mi affascina. Mi sono quasi laureato, avevo pieni voti in tutti gli esami. Però...»
«Però?»
Sbuffa un po' di fumo. «Però poi mia madre si è ammalata e non poteva lavorare. Allora ho dovuto farlo io e più soldi servivano più dovevo lavorare. Ho lasciato così l'università. Ho fatto mille lavori diversi, fin quando non ho scoperto il pugilato. Soldi facili in poco tempo. Ed ora mia madre vive beatamente in una piccola casa della periferia di Milano ed io ho un appartamento qui.»
«Non avrei mai immaginato che ti piacesse l'astrofisica.»
«Sì, non tutti se lo immaginano.»
Gli sorrido come meglio posso. Poi, quando le sigarette sono finite, ci avviamo verso l'ingresso del ristorante.
«Mia.» Mi volto. «Scusa, per ieri. Ti ho chiaramente provocato. So che la mia giustificazione può sembrare assurda ma... non so come dirtelo: a me piace provocare e quella occasione era perfetta. Ma sono felice che tu sia innamorata del tuo ragazzo e così via.» Lascia cadere la mano sul fianco, come per mettere un punto al discorso.
«Mirko, va bene così. Non è successo niente.»
Mirko annuisce solamente, sorridendo. Poi ci avviamo nel ristorante, pronti a mangiare qualcosa.
STAI LEGGENDO
Questione di Feeling // Rkomi
FanficMia ed Alessandro sono amici di infanzia, e quando questo si ritrova a Milano per una competizione molto importante, lei non può fare a meno di andare ad appoggiarlo. Ma Mia ha una vita incasinata, tra il fidanzato che la tradisce e la famiglia che...