Capitolo 2 ~ Shiver

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Il mondo notturno visto attraverso gli occhi dorati della mia forma felina, è sempre uno spettacolo straordinario. Ricco di pace, ma al contempo talmente vivo da sembrare irreale.

L'avvento dell'illuminazione artificiale sembra aver scacciato con prepotenza molti degli antichi spettri che la popolavano, ma è solo un'illusione. I rumori incessanti delle città potranno anche turbare il sonno del mondo, ma non avranno mai la forza di annientare la magia che ancora sussurra nelle notti. È sufficiente spingere lo sguardo più lontano nelle infiniti altezze della volta celeste per scorgere quello stesso cupo, profondo manto blu-nero che avvolgeva il mondo al tempo dei primi uomini; basta allontanarsi dalle grandi città, inoltrarsi tra gli alberi e i campi per poter udire di nuovo la musica dell'oscurità, il frinire di grilli e cicale, il richiamo del gufo e della civetta. No, gli antichi spettri non sono stati esiliati, la magia non è scomparsa. Il mondo in cui io e la mia gente ci muoviamo da sempre esiste ancora. Nascosto appena oltre la superficie, sempre presente. Immutabile. Non che questo sia necessariamente un bene, ma in certi momenti è confortante potersi aggrappare a qualche piccola, salda certezza. Gli anni passano, i giorni si susseguono uno dopo l'altro, ognuno con i suoi cambiamenti, con le sue novità, ma la notte rimane sempre uguale nella sua più profonda, più intima natura.

Stanotte però c'è qualcosa che non va, qualcosa di diverso, di strano. C'è troppo silenzio, è innaturale.

La notte non è mai muta: il verso di un animale, una voce, una risata o anche soltanto il clacson di un'automobile in lontananza, tutto parte del naturale ordine delle cose. Oggi però tutto tace, come se il mondo stesse trattenendo il fiato, sospeso, in attesa.

Un lieve fruscio alle mie spalle rompe la quiete immota. Di scatto alzo il muso e la vedo. Passeggia sul tetto con una grazia che farebbe impallidire anche la più vissuta tra le top model. Silenziosa si avvicina a me, minacciosa come una belva in caccia, seducente come una segreta amante, bella e pericolosa come solo lei sa essere. Lunghi riccioli biondi sfuggono all'elaborata acconciatura, andando ad incorniciare un volto dalla pelle bronzea. Un sapiente trucco dona risalto alla bocca carnosa e sensuale e ai begli occhi cerulei, scintillanti d'ironia. Il suo corpo formoso è fasciato da un'elegante abito di foggia orientale in seta turchese, su cui spicca un'elaborata fantasia di minuti fiori candidi. Il suo profumo arriva chiaro fino a me, sospinto dalla brezza della notte. È un odore dolce, fruttato, incredibilmente intrigante ma che non riesce a nascondere il sentore ferroso del sangue che quelli come lei si portano sempre addosso.

Come ho detto è bella, molto bella. Bella di una bellezza reale, calda, forte. Ecco, forte, è questo il termine giusto per definirla.

Ora capisco il perché di questo senso di attesa nell'aria: quando arriva Rea persino la notte ammutolisce incantata.

Con un balzo degno della migliore acrobata atterra leggiadra e aggraziata a pochi passi da me. Sembra quasi che quando ci sono io nei paraggi non possa fare a meno di mettersi in mostra. Immagino sia il suo modo di impedirmi di dimenticare ciò che lei è in realtà. Nel nostro mondo è la forza più di ogni altra cosa a dettare legge. A sentire i nostri capi lei e la sua gente non sono altro che servi, indegni di stima e di rispetto, ma in un mondo dove a governare è la forza come dimenticare di quali straordinari padroni siano i servi? La forza domina il nostro mondo, e quale potenza è più terribile di quella dei Figli dei Millenni?

«So che sei tu, Shiver cara. Puoi anche riprendere forma umana, adesso» mi dice, facendo sfoggio del suo sorriso migliore.

Ahi, ahi. Ormai ho imparato che quando sorride a quel modo non c'è da aspettarsi nulla di buono. Comunque sia faccio come mi ha detto, anche se malvolentieri. Di fronte a lei mi sento sempre mostruosamente più vecchia dei miei sessant'anni. Anzi, più che vecchia dovrei dire decrepita. Buffo. Pensare che in realtà è lei la vecchia tra noi due: ha ben centoventi anni più di me. Centottanta anni in totale, se non vado errata. Niente di sorprendente, effetti collaterali del Patto. Dal giorno in cui un Cavaliere si lega a un Vampiro il tempo per lui si ferma. Non invecchiano e non muoiono, questi adorabili bastardi. A meno che qualcuno non provveda a ucciderli, ovvio. Nemmeno ucciderli tuttavia è facile come sembrerebbe. È questo il motivo per cui, quando catturiamo uno dei loro protetti che ha fatto il bambino cattivo, ci sono almeno cinque di noi a sorvegliarlo. Ovviamente se una come Rea decidesse che le stiamo veramente antipatici e che di noi si è ormai stufata saremmo carne morta nel giro di pochi minuti o meglio, per dirla alla maniera dei giovani d'oggi, saremmo nella merda fino al collo, e anche un po' più su, oserei aggiungere. È per questo che cerchiamo di tenercela buona in una sorta di patto di non belligeranza. Meglio essere consapevole dei propri limiti e cercare di portare a casa la giornata anziché imbarcarsi in inutili battaglie che si sanno già perse in partenza.

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