Capitolo 1 *** L'osservatore nascosto

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Guardali. Se ne stanno lì, impettiti a presidiare la posizione, vanno e vengono in quella loro ridicola forma che sono convinti essere un travestimento tanto astuto. Patetici micetti arruffati, questo sono, nient'altro. Vederli lì, convinti di avere la situazione sotto controllo, di avere il dominio, mi fa venire una voglia irrefrenabile di spezzare quelle loro fragili spine dorsali solo per il gusto di vederli piangere e supplicare. Almeno così l'equilibrio naturale delle cose tornerebbe a essere rispettato, e si renderebbero finalmente conto di essere solo inutili, impotenti vermi al cospetto di quelli come me.

Quella troia di Rea...come si può pensare di scendere a patti con questi sacchi di pulci? Scendere a patti...come se si trattasse di avversari da temere o da rispettare. Avremmo dovuto schiacciarli tanto tempo fa, sterminarli tutti, dal primo all'ultimo. Anche questo servirebbe a ripristinare l'ordine naturale del mondo, con gli Umani finalmente dove dovrebbero stare: in ginocchio ai nostri piedi e a quelli dei Vampiri.

Non ho mai sopportato tutte quelle inutili stronzate sul mantenimento dell'equilibrio tra le razze, e l'assurdità secondo cui i Figli dei Millenni non dovrebbero uccidere gli Umani?

Il leone uccide le gazzelle, è così che va il mondo, e nessuno ne fa un dramma. I Vampiri sono predatori, e gli Umani le prede. Perché dovrebbero passare l'esistenza a umiliare sé stessi per salvaguardare quelle creature inutili? Loro, per i quali anche gli altri Sangue Fatato, alla fine, non sono altro che prede. No, dovrebbero essere adorati come gli dei che sono, e noi con loro.

I Trattati? Ci piscio sopra!

Ci eravamo così vicini quella volta...

Morto Cain, il Vampiro di Rea sarebbe stato distrutto, quel suo inutile, patetico cuore spezzato, e allora Rea non avrebbe più costituito una minaccia.

Cain, uno spreco ucciderlo, davvero. Tutto quel talento, quell'enorme potenziale sprecato. Che sofferenza era svegliarmi ogni giorno e vederlo lì, a trascinarsi per il mondo timoroso di sé stesso quando la natura e il diritto di sangue lo avrebbero potuto rendere re. Il re del mondo, di questa deprimente Terra. Avrebbe potuto trasformarla, creare su questo misero sasso disperso nel cosmo una nuova Dominie, un impero più grandioso di qualsiasi altro sia mai nato sotto a questo sole...

Mi piacevano le storie su Dominie. In quelle storie i Vampiri erano ancora loro stessi, bellissimi, terribili e crudeli.

Lui invece mancava di ambizione. Come Rea, voleva la coesistenza.

Non potevo lasciare che quel terribile, superbo potere andasse sprecato. Sarebbe stato uno spreco, e io odio gli sprechi. La mia povera mamma, in pace dov'é, mi ha insegnato che sprecare è un peccato mortale, e quando sei un moccioso bastardo di sangue misto nell'India sottoposta al gioco dell'Impero Britannico, è una lezione che ti entra dento facile facile.

Accarezzo distrattamente il piccolo ciondolo che porto al collo da cinquant'anni, il mio tesoro insostituibile. Abel mi strapperebbe il cuore se lo perdessi, proprio come io lo strappai a quella driade la sera prima del tragico epilogo del nostro tentato colpo di stato. E' ancora qui con me, appeso al mio collo, rinsecchito ma vivo. La magia migliore necessita sempre di un tributo di sangue.

Non è stato certo il primo cuore che ho strappato. C'è stato anche quello di quello Stregone del Fuoco. Gentile a vendermi il segreto che mi ha consentito di sottrarre a Cain quell'immenso, immeritato tesoro che si portava con sé dalla nascita, ma si sa, chi è disposto a vendere i segreti più preziosi della propria gente non è certo un tipo affidabile. Non potevo lasciarlo in circolazione.

Era tutto perfetto. Avremmo trionfato, e subito dopo la morte di Cain io avrei consegnato ad Abel il mio speciale dono per lui. Come ne sarebbe stato felice!

Abel ha sempre avuto tutto quello che Cain non aveva: l'ambizione, la determinazione, una visione del futuro lungimirante e folgorante. Era, in tutto e per tutto, il più adatto a diventare re. Già, in tutto, tranne in una cosa, la più importante agli occhi della sua gente. Ma io gliela avrei data, e così facendo, in conformità alle più antiche e sacre tradizioni di Dominie avrebbe potuto assurgere al trono, sovrano legittimato dal diritto di sangue e dal potere, monarca incontestato e incontestabile.

E che mondo meraviglioso avremmo creato insieme! Un mondo che avrebbe posato le proprie fondamenta su un'oceano di sangue, un mondo spietato, ma glorioso.

Gli altri Sangue Puro avrebbero potuto scegliere: unirsi a noi, per vivere per sempre da dei accanto al loro nuovo, legittimo re; oppure cadere nella polvere accanto al principe spodestato. Ucciderli sarebbe stato uno spreco, ma in fondo ognuno è fautore del proprio destino.

Il nostro sogno però è stato infranto prematuramente, mandato in frantumi da quella stupida vacca francese. Una vera spina nel fianco, lo è sempre stata. Abel ha sbagliato a sceglierla come proprio Cavaliere.

Magari è stata anche utile per un po'. Del resto le idiote adoranti come lei hanno una proprio utilità, fintanto che se ne stanno buone, accecate dall'amore. Io però non mi sono mai fidata di lei. Sembrava avere occhi solo per Abel, ma aveva quel difetto assolutamente imperdonabile: pensava troppo.

Avevamo calcolato tutto, ma non che lei potesse mettersi in mezzo. Sarebbe bastato che lei rimanesse ferma e buona in un angolo, atterrita dalla scoperta del tradimento del suo uomo. Non avrebbe dovuto essere difficile per lei. A quanto mi risulta suo marito si era assicurato di educarla bene in merito. Avrei sistemato Cain e dopo mi sarei occupato di lei, ponendo fine alla sua inutile vita. La sua utilità aveva fatto il proprio corso, io ero l'unico Cavaliere di cui Abel avesse bisogno, e non si può certo stringere il Patto con un nuovo Cavaliere se il precedente è ancora in vita. In fondo il mio sarebbe stato un atto gentile, con la morte le sue sofferenze avrebbero avuto fine.

E invece quella puttana si è intromessa nel momento meno opportuno. Se avesse impedito al colpo di centrare il bersaglio non sarebbe stato un gran danno, ci avrei riprovato. Se avesse incrociato la spada con la mia l'avrei schiacciata in duello. Lei però ha dovuto farsi uccidere.

Il gatto nero se ne va, sostituito da uno tigrato. Stupidi idioti. Pensate che sia merito vostro? Pensate di essere stati voi a catturare Abel, a costringermi a ritirarmi?

E' stata lei, Solange. La magia del suo sacrificio ha protetto Cain, il contraccolpo causato dalla sua morte e dalla rottura di un Patto già rinnegato ha reso Abel inerme.

Inutili Guardiani, talmente inutili che un Cavaliere ancora più idiota di voi è dovuto morire per consentirvi di compiere quello che, per chissà quale beffa cosmica, dovrebbe essere il vostro dovere.

Cosa credete? Avrei potuto liberare Abel in qualsiasi momento io avessi voluto. Avrei potuto venire lì e strapparvi le teste dal collo. Se non l'ho fatto non è certo per pietà.

No, liberare Abel, uccidere Cain...nulla di tutto questo avrebbe avuto senso prima d'ora. La vendetta, per essere davvero dolce al palato, deve essere completa. Non potevamo farlo, non senza la quarta protagonista di questo nostro spettacolo.

Ho dovuto aspettare che Solange tornasse, che ritrovasse un corpo da abitare. Ho il bisogno viscerale di ucciderla di nuovo.

So che Abel condivide questo mio desiderio.

Ovviamente se i Guardiani avessero chiesto a Rea di giustiziarlo sarei intervenuto, ma sono troppo stupidi per concepire soluzioni così pratiche, e di questo sono grato.

Pregusto già il momento con la stessa gioia con cui si assapora un buon vino di annata. Solange è tornata, me lo ha detto un uccellino, io e Abel saremo presto insieme e allora potremo finalmente andare a strapparle quel suo cuore troppo tenero.


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Era la prima volta che mi calavo nei panni di Steve, ed è stata un'esperienza che mi ha creato un certo disagio. Spero di essere riuscita a rendere giustizia alla sua profonda...ehm...non so come altro dirlo...bastardaggine.

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