Capitolo 10 *** End

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Devo andarmene da questo posto, e devo farlo subito.

Mi allontano dalla casa più in fretta che posso senza mettermi a correre. Non devo assolutamente correre, se lo facessi la mia...ehm...ritirata strategica potrebbe essere scambiata per una fuga, e questo non lo posso permettere. Non sto fuggendo, io non fuggo davanti a nulla, ma ho bisogno di starmene un po' per conto mio. Soprattutto devo allontanarmi da questo strano Cavaliere, dal suo bizzarro Vampiro e dalla sua famiglia troppo amorevole.

Lascio la strada, mi addentro nel bosco e, quando sono certo che perfino gli occhi fin troppo acuti di quella sanguisuga malcresciuta di Cain non possano più scorgermi, abbandono la forma umana e scatto verso casa. Mentre sfreccio tra gli alberi, assalito dai suoni e dagli odori della natura, per qualche istante riesco persino a lasciare andare dubbi e pensieri. Essere un gatto è bello, bellissimo. Certi giorni mi piacerebbe mandare a quel paese tutti e tutto e abbandonare per sempre la mia forma umana, e tanti saluti al dovere, alla missione e all'onore dei Guardiani. Non lo ammetterei nemmeno sotto tortura, ma se non lo faccio è solo per loro, per i miei compagni. Non hanno abbandonato me, sono i soli a non avermi mai lasciato, e io non mi sognerei mai di abbandonare loro.

Il sollievo è breve, troppo breve, dura solo il tempo necessario a coprire il tragitto fino alla nostra base. Arrivato davanti alla porta sono costretto a tornare umano. Spalanco il battente con forza, quasi con violenza, e mi richiudo l'uscio alle spalle con altrettanta enfasi. Mi abbandono contro il legno parzialmente scrostato, lasciandomi scivolare a terra.

Non è così che mi ero immaginato che sarebbero andate le cose. Non so nemmeno io che cosa mi aspettassi che sarebbe successo. Tutto, ma non questo...

Quando la vecchiaccia malefica che ci comanda ci ha annunciato di aver stretto alleanza con quell'arpia di Rea ho pensato che di tutte le idee stupide che avevo sentito in vita mia quella fosse decisamente la peggiore. Allearci con dei Cavalieri....mai sentita una cosa del genere! E a ragione. Quelle vecchie carampane che compongono il nostro Gran Consiglio hanno fatto cadere teste per molto meno. C'erano mille miliardi di ragioni per non fare una cosa del genere...e una sola per farla.

Non sono uno stupido, e non sono cieco. Quei grandissimi figli di buona donna che ci comandano ci hanno messi a sorvegliare il Gemello Vampiro senza nemmeno dirci che quel bastardo doppiogiochista del suo ex Cavaliere era riuscito a fuggire. "Rimasto ucciso nello scontro", "caduto sotto i valorosi colpi dei più nobili tra i nostri guerrieri", "una memorabile vittoria per tutti i Guardiani". Certo, come no! Fottuti pagliacci, tutti loro. Ho fatto bene ad andarmene. Chi mai vorrebbe vivere in quel covo di serpi?

Chissà....magari non hanno ritenuto importante farci sapere che quel bastardo assassino era ancora vivo, là fuori, in attesa della prima occasione buona per liberare il suo Vampiro. Non quello depresso. Quell'altro, quello pazzo che voleva dominare il mondo. Se ci hanno mentito su una cosa del genere, su cos'altro potrebbero mai averci raccontato balle? Dopotutto la menzogna scorre nelle vene dei nostri nobili capi, chi potrebbe saperlo meglio di me? La mia dolce mammina ne è un fulgido esempio.

L'ho sempre saputo, ma solo grazie alle parole di Shiver prima e di Dark poi l'ho finalmente capito davvero: ai nostri capi non importa un fico secco se viviamo o moriamo. Shiver crede che non ne sia consapevole? Sapevano che Steve è ancora in giro, sapevano che se mai gli riuscisse di liberare quello psicopatico di Abel lui tornerebbe qui a terminare il lavoro che non è riuscito a portare a compimento cinquant'anni fa. E noi non saremmo altro che ridicoli birilli da spazzare via, travolti nella loro avanzata. Non penso lo abbiano fatto perché hanno una sconfinata fiducia nelle nostre abilità guerriere, no. I nostri capi ci hanno mandati qui a morire.

E allora che se ne vadano a quel paese! I Cavalieri non mi piacciono, e i Vampiri se possibile mi piacciono ancora meno ma se c'è qualcuno che ha qualche possibilità di riuscire a fermare Abel e Steve mi sa che quelli sono proprio Coco e Cain. E Rea, non dimentichiamoci di quella vecchiaccia finta giovane! Il fatto che mi stia profondamente sulle scatole non implica necessariamente che io non possa avere stima per le sue capacità belliche.

Io voglio vivere, fosse anche solo per fare dispetto a mia madre. Mia madre. Come se bastasse farsi crescere un figlio in pancia per potersi definire "madri". Proprio questo è il problema.

Non posso certo piagnucolare perché mi è mancato l'affetto di mammina. Da quando Shiver mi ha preso sotto la propria ala non mi ha mai fatto mancare il proprio amore. Ha cercato di farmi da madre, a me a tutti gli altri. Non che io glielo abbia reso facile, ma lei ha fatto del suo meglio.

Però...però ora ho conosciuto Elisa, la madre di Coco. L'ho vista con la figlia, e ho scoperto il vero amore, l'autentico affetto famigliare, proprio nell'ultimo posto in cui mi sarei mai aspettato di scovarlo.

È terribile, assolutamente catastrofico. È facile odiare chi non conosci. Coco non era nessuno per me, solo una nemica con la quale mi sono ritrovato ad allearmi per convenienza, e avrei tanto desiderato che le cose rimanessero così. Adesso invece...adesso è la figlia di qualcuno, ancora amata dai genitori nonostante tutto, ed è la nipote amatissima di una nonna che purtroppo non è vissuta abbastanza da poter vedere chi è diventata, ma che non avrebbe desiderato altro, e che anche nella morte ha trovato il modo per rimanerle accanto e proteggerla. Odiarla non è più tanto facile.

Più di ogni altra cosa è stata la lettera, quella maledetta lettera, che mi ha colpito come un pugno allo stomaco. Non sono un insensibile idiota dal cuore di pietra, e proprio per questo non posso fare a meno di chiedermi: se quella donna sconosciuta che scriveva con quell'assurdo inchiostro viola avesse ragione? Se non avesse realmente importanza chi siamo...cosa siamo? Non è questo il succo del suo messaggio? Che non bisogna giudicare dalle apparenze? Che bisogna dare tempo al tempo, imparare a conoscere gli altri, che il diavolo non è sempre brutto come lo si dipinge e tutte quelle robe lì?

E che diamine...a quel Vampiro piace leggere! Come faccio a odiarlo se gli piace leggere? Come faccio a continuare a reputarlo null'altro che una gigantesca sanguisuga, un'insensibile macchina sterminatrice di umani, sapendo che ama perdersi tra le pagine, che cerca un rifugio nei libri nello stesso modo in cui lo faccio io stesso?

C'è pure Rea da considerare. Decisamente un bel lavoro del cavolo il suo...per un istante mi è persino dispiaciuto per lei.

Ci sto provando, davvero, ma posso accettarlo? Posso cambiare? Sì, forse sì. Voglio farlo? Non lo so. Odiare è facile. Comprendere, cercare le similitudini piuttosto che soffermarsi sulle differenze...quello è davvero una fatica del diavolo!

Un pensiero spaventoso, che ne porta con sé un altro, così terrificante da darmi le vertigini. Se posso cambiare io la mia opinione sui Vampiri e sui Cavalieri...potrebbero farlo anche gli altri? Tutti gli altri?

Scoppio a ridere, un suono acuto e folle che squarcia il silenzio. Il Consiglio che cambia idea....è un'idea talmente impossibile da risultare comica. Il Consiglio. Mia madre.

Senza che io me ne accorga, le risa mutano in pianto. Con negli occhi l'immagine di Coco e di sua madre che si abbracciano, nelle mente il ricordo delle percosse della mia e nel cuore le parole di quella donna divenuta ormai cenere che amava la nipote in modo totale e incondizionato, mi abbandono ai singhiozzi. Lasciamo che le lacrime scorrano. Al resto penserò domani.

This Is My SinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora