Capitolo 34 ~ Shiver

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Dovrei sentirmi completamente atterrita. Sì, decisamente sarebbe quello lo stato d'animo giusto, data la situazione. Io potrò anche considerare la mia neonata alleanza con Rea una scelta obbligata dettata dalle circostanze, ma non mi faccio illusioni, so benissimo come la chiamerebbero i miei capi, quelle mummie che sputano sentenze dall'alto dei loro troni senza aver mai combattuto un solo giorno in prima linea. Penso che il termine che userebbero sarebbe "alto tradimento", un crimine che da noi viene punito con il massimo della severità. Con una bella esecuzione pubblica vecchio stile, se non ricordo male.

Dovrebbe essere una di quelle cose che non fanno bene all'umore, no? La prospettiva di una mia ben pubblicizzata e per questo anche umiliante esecuzione. Invece niente. Nemmeno il più minuscolo accenno di paura giunge a intaccare l'esaltazione che si è impadronita di me. Nata nel momento in cui ho suggellato il mio accordo con la Signora, è cresciuta lentamente ma inesorabilmente mentre mi allontanavo dal Palazzo, mentre lasciavo i Territori dell'Ordine e mentre percorrevo a ritroso la strada verso casa. È il brivido che inevitabilmente ti dona la consapevolezza di fare qualcosa di proibito, e più grande è il tabù infranto, maggiore l'esaltazione che ne deriva. Una sensazione inebriante, che mi fa sentire di trent'anni più giovane. Anni di dolori, preoccupazioni, delusioni spazzati via di colpo. Per una volta mi sento finalmente libera, padrona del mio destino, non più schiava delle scelte degli altri.

Suggellando la mia alleanza contro natura ho firmato la mia condanna a morte. Nonostante questo non ho dubbi, ho fatto la scelta giusta. Non c'è solo la mia vita in ballo, e sarei disposta a tutto pur di proteggere i miei piccoli. Non sono mai diventata madre, il destino ha voluto diversamente, ma a loro, ai miei spesso insubordinati compagni, voglio bene come se fossero i miei figli.

La verità è che noi Guardiani non avremmo mai potuto catturare Abel cinquant'anni fa se Solange non lo avesse indebolito. Persino il buon vecchio Abel non lo aveva considerato: lei era ancora il suo Cavaliere, ma quando lei ha dato la vita per Cain, la magia del Patto, bruscamente spezzata, ha preteso da lui il proprio tributo, e nemmeno quel pazzo traditore di Steve ha potuto fare nulla per aiutarlo. Se solo quando Rea è arrivata non le avessero impedito di compiere il suo dovere...

Avremmo potuto farla finita quel giorno, e invece no! A noi Guardiani piace proprio complicarci la vita.

Scuoto la testa, sospirando profondamente, il senso di euforia bruscamente scacciato dal ricordo dell'immensa stupidità dei miei superiori. Tutto per orgoglio. Ma si può? Certo, meglio rischiare la vita di centinaia di noi, e quella di tanti umani innocenti, piuttosto che cedere di un millimetro e accantonare antiche e futili usanze. Tanto a loro che importa? Sono quelli come me che versano il loro sangue in prima linea, e noi siamo sacrificabili.

No, non i miei cuccioli, non con tutta la fatica che ho fatto per trasformarli dai micetti smarriti che erano ai guerrieri che sono oggi. La mia alleanza con Rea, avere la forza dell'Ordine e dei Figli dei Millenni al nostro fianco contro al comune nemico: sarà questo a garantire loro le migliori speranze di sopravvivenza. Spero solo che lo capiscano.

Faccio il mio ingresso nel nostro rifugio quando è quasi l'ora di cena. Entro in cucina, aspettandomi di trovare i miei cucciolotti seduti attorno alla tavola già imbandita ma rimango amaramente delusa.

La cucina è deserta. Mi guardo intorno, spaesata. Certo, il camino acceso illumina con la sua luce calda e confortante l'ambiente, e mi accorgo che qualcuno ha lasciato la tavola apparecchiata per uno, ma di loro non c'è traccia. Non posso fare a meno di sentirmi alquanto delusa.

Una voce mi apostrofa dal nulla. «Bentornata tra noi capo, che hai fatto di bello durante questa afosa giornata estiva?»

Colta alla sprovvista, mi lascio sfuggire un miagolio spaventato. Gli occhi verdi e alieni della piccola Lullaby mi fissano ridenti, la luce divertita che li illumina fa il paio con il suo sorriso. Cercando di riacquistare la mia dignità appena appena ammaccata, riprendo in tutta calma forma umana. Pochi istanti, ma bastano per prendere una decisione.

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