Capitolo 52 ~ Coco

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Ad essere sincera fino in fondo mi ero accorta che qualcuno era entrato. Persino quando siamo...come dire...presi dal momento, sì, penso sia questa la definizione giusta. Insomma, anche quando siamo tendenzialmente distratti da altro, noi Cavalieri non manchiamo mai di fare caso a quello che accade attorno a noi.

L'ho notata quasi subito, questa più acuta percezione delle cose. Immagino ci sia utile. I nostri protetti sono generalmente in grado di individuare per proprio conto eventuali minacce nell'ambiente che li circonda, ma suppongo non sarebbe dignitoso se noi, che dovremmo proteggerli, non fossimo alla loro altezza sotto questo aspetto.

Ho sentito il rumore della porta aperta e frettolosamente richiusa, sì, ma ho scelto di aspettare che Cain finisse di nutrirsi. Dopotutto, interromperlo mi sarebbe parso alquanto indelicato. Il fatto che per me il suo morso sia molto piacevole non c'entra affatto. No, per nulla.

A posteriori però mi rendo conto che potrebbe non essere stata una così buona idea. Nessuna minaccia in agguato, questo è certo, o non sarebbe bastata l'istintiva manifestazione di scontento di Cain a far demordere il nuovo arrivato, ma se si fosse trattato di mia mamma? O, peggio ancora, di mio padre?

Forse, solo forse avrò la possibilità di conservare un rapporto con loro, contrariamente a quanto avevo pensato in un primo momento, ma sorprendere me e Cain così...ho l'impressione che potrebbe raffreddare nuovamente i rapporti tra noi.

Traggo un profondo sospiro e, assumendo quella che mi auguro essere un'espressione debitamente contrita, apro finalmente la porta, pronta ad affrontare per l'ennesima volta nella giornata i miei genitori, ma ricevo quella che è forse la sorpresa più grande di questa giornata.

Di fronte a me, seduti tranquilli e beati sui gradini delle scale, ci sono i cinque Guardiani. Mi trattengo dal manifestare in modo troppo palese il mio stupore soltanto perché rimanermene qui a fissarli con la bocca spalancata non sarebbe dignitoso.

«Ciao piccola!» esclama allegramente Shiver, apostrofandomi con l'entusiasmo e la gentilezza che si riservano in genere ai vecchi amici. «Abbiamo saputo che ti serve aiuto per il trasloco e siamo venuti a darti una mano. Non pensavamo di interrompere qualcosa, altrimenti prima avremmo bussato» aggiunge, strizzando l'occhio in direzione del mio Vampiro, che ora è in piedi alle mie spalle.

Sono sinceramente, genuinamente e pure totalmente confusa.

«Io e Rea abbiamo stretto alleanza» dichiara a mo' di spiegazione, precedendo la mia domanda.

Sposto lo sguardo da lei ai suoi compagni. Tre facce oltre alla sua mi sorridono incoraggianti, uno soltanto evita ostinatamente di incrociare gli occhi coi miei. End. Questa volta quasi mi sento di capirlo. Posso immaginare che questa situazione sia surreale per loro almeno quanto lo è per me. Persino Cain, alle mie spalle, fatica a mantenere la propria impassibilità, confuso quanto lo sono io da questa inaspettata svolta negli eventi.

Per un attimo cala tra noi tutti un silenzio non privo di un certo imbarazzo, mentre la mia mente lavora frenetica per scendere a patti con questa spiazzante situazione.

Mi fido di Rea. Non conosco ancora i suoi piani, ma mi fido di lei. È un caposaldo della nostra esistenza di Cavalieri, in fondo, la fiducia nella nostra Signora. Lei ci guida e ci protegge, è per noi al tempo stesso madre e generale. E adesso ha deciso di allearsi con i nostri nemici di sempre.

Una diffidenza vecchia di secoli, anzi, no, di millenni si agita in me, un'inimicizia incisa nel sangue e nella carne, che porta in sé il dolore di mille ferite e mille battaglie. Posso assecondare il suo progetto? Mettere da parte il passato?

Scruto ancora una volta i loro visi, sui quali il sorriso non ha mai vacillato.

Al diavolo il passato. In fondo sono sempre stata convinta che i Guardiani non potessero essere tutti così cattivi. E poi, prima ancora che Guardiani e Cavalieri, non siamo forse persone?

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