Capitolo 8 ~ Coco

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Sono passati cinquant'anni da quando gli occhi dell'altra me stessa si sono chiusi per sempre, ma nell'Ordine le cose sono rimaste immutate. Rea, la nostra Signora, è proprio come la ricordavo, come la ricordava l'altra me stessa. Sinceramente è un sollievo. Molte cose possono cambiare tra una vita e un'altra. Rimettersi al pari con gli eventi, in questi casi, può essere frustante. Passano i decenni e le persone muoiono, antiche alleanze si rompono e se ne formano di nuove. Quando sei un Cavaliere può capitare di morire in una guerra combattuta contro gli Elfi solo per poi divenire allieva proprio di un Elfo durante la tua successiva esistenza perché la nuova Signora ha deciso che un'educazione elfica è esattamente quello che occorre per dare lustro ai guerrieri sotto al suo comando. A me è capitato. O almeno, così mi pare.

Ricordo alla perfezione alcuni dettagli, ma tanti, tanti episodi del mio passato mi rimangono oscuri. Per esempio so benissimo quando sono morta ma non ricordo come né per mano di chi. Potrei chiedere, dovrei chiedere, ma ho paura di farlo. Sono quel che si dice memorie spiacevoli, non ho nessuna fretta di rievocarle.

Nessun dubbio sulla mia natura o sul mio compito, per fortuna. I ricordi personali ritornano poco alla volta ma ci sono conoscenze che sono scolpite a fuoco nella mente e nella carne. Una fortuna per le nostre Signore, mamma mia, se a ogni Risveglio dovessero spiegarci tutto da capo...

Rea è ancora il mio comanda, una piccola certezza ritrovata, ma ho già notato i primi segni dei cambiamenti avvenuti nel nostro mondo segreto. I Guardiani, per esempio, sono delle facce nuove. Non sono gli stessi di stanza nella zona cinque decenni fa. Shiver, forse, il suo viso mi è in qualche modo familiare, ma non sono sicura, dopotutto all'epoca era solo una bambina. Buffo. Forse l'ho conosciuta da bambina eppure ora sono io che devo sembrare una bambina ai suoi occhi.

Spero che questi nuovi Guardiani siano più simpatici dei loro predecessori, ma mi pare che le premesse non siano state delle migliori. Una spera sempre che con il susseguirsi delle generazioni un popolo finisca con l'acquisire se non maggior saggezza almeno un minimo di buone maniere, poi incontri gente come quell'End ed ecco, le tue speranze finiscono irrimediabilmente infrante.

Comunque sono contenta di averli incontrati subito. È sempre un bene dare un nome e un volto ai tuoi nemici, si evitano malintesi quando arriva il momento di andare a spaccare loro la faccia.

Vigilare sul comportamento mio e del mio Vampiro è il loro dovere, lo capisco e lo rispetti. Questo di sicuro però non mi impedirà di tenerli d'occhio a mia volta. Loro devono difendere gli Umani, giustissimo, sacrosanto, io però devo proteggere Cain.

Non è forse questo ciò per cui sono diventati famosi i Guardiani negli ultimi secoli? Prima ti pugnalano alle spalle, senza che tu abbia fatto alcunché per provocarli, e poi fanno domande. Quello stupido rosso mi sembra proprio un fulgido esempio di Guardiano modello. Spero che il suo capo sappia tenerlo a bada, altrimenti dovrò pensarci io, e allora sarà peggio per lui.

Shiver, a differenza sua, sembra un tipo a posto. Ragionevole. Mi ha fatto una buona impressione. Sembrava quasi che provasse una certa simpatia per il mio Vampiro, una cosa davvero davvero strana.

Il mio Vampiro. Mi piace come suona. La mia vita è sua. Alcuni la chiamano servitù, ma per me è libertà. Senza di lui non potrei essere completa; se non lo avessi incontrato, in questa e nell'altra mia vita, sarei rimasta sempre e solo un'Umana, ignara e inconsapevole della mia vera natura. Ad alcuni capita, e sono quelli che ho sempre compatito più di tutti. Quale occasione sprecata! Perché accontentarsi dell'ordinario quando si può vivere una vita di prodigi?

Incontro il suo sguardo, mi perdo nei suoi strabilianti occhi viola, sopraffatta da un senso di vertigine. Occhi antichi come il mondo, occhi che hanno assistito alla nascita e alla caduta degli imperi ma che ora sono colmi soltanto di una sofferenza infinita. Scaccio le lacrime che minacciano di fare capolino. Non ha bisogno che io pianga per lui, non gli serve pietà: io sarò la sua roccia, il suo punto fermo, è questo ciò che mi sono prefissa prima di morire e intendo tener fede alla mia promessa. Sono felice che sia stato lui il primo che ho incontrato in questa mia nuova esistenza. Non sarebbe cambiato nulla, non avrei mai legato la mia vita al destino di nessun altro, ma sono felice che sia stato lui il primo.

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