Manuel entrò in camera rapidamente chiudendosi la porta alle spalle e cercando di tenere in equilibrio il barattolo di Nutella sotto al braccio mentre con una mano teneva due fette di pane. Simone lo guardò poggiare tutto sulla scrivania mentre si sistemava meglio con la schiena sulla testiera del letto con un sorriso enorme sul volto.
«simò è l'ultima volta»
«anche l'altra volta l'hai detto»Manuel alzò gli occhi al cielo ma era consapevole del fatto che se Simone fosse stato di nuovo di pessimo umore non ci avrebbe messo più di un minuto a scendere in cucina e prendere di nuovo la Nutella per rivedere quel sorriso che si trovava davanti in quel momento. Tagliò una fetta a metà ed iniziò a spalmare la Nutella su una di esse e sull'altra fetta intera che avrebbe tenuto per se. Appena finito raggiunse Simone sul letto e gli passò il suo pezzo che in meno di un secondo ad essere addentato dal minore, mangiarono quelle due fette di pane con la Nutella con una strana felicità nell'aria e quando Manuel posò gli occhi su Simone lo trovò con la testa inclinata verso di lui e le guance arrossate.
«che c'è?»
«voglio anche l'altra metà Manu» lo disse con una voce talmente tenera che Manuel impiegò tutte le sue forze per scuotere la testa.
«no Simò già questo è tanto»
«dai ti prego non sto male»Manuel guardò quegli occhi enormi supplicarlo e prima ancora che il suo cervello si arrendesse, lo fece il suo corpo. Si alzò dal letto avvicinandosi alla scrivania e svitando lentamente il tappo del barattolo.
«se te senti male io te tengo la testa mentre vomiti» Simone ridacchiò annuendo leggermente e lo guardò compiere gli stessi movimenti di qualche minuto prima per poi raggiungerlo di nuovo sul letto.
Passarono una quindicina di minuti sul letto con Manuel che giocava distrattamente al telefono e Simone che aveva la testa poggiata al muro e gli occhi chiusi, intento a rilassarsi.
«Manu»
«mh?»
«promettimi che non ti arrabbi» il maggiore puntò gli occhi sul viso di Simone che non si mosse dalla sua posizione.
«per cosa?» a quella domanda seguì un attimo di silenzio.
«mi fa male la pancia»Il maggiore sbuffò rumorosamente e bloccò il telefono posandolo sul comodino, osservò la mano del minore raggiungere la propria pancia e con un gesto rapido la scansò sostituendola con la sua, iniziò a fare dei massaggi leggeri mentre il viso di Simone si estendeva sempre di più in un'espressione rilassata.
«la prossima volta non ne mangi una intera»
«hai detto che questa sarebbe stata l'ultima»
«statte zitto Simò»