Manuel nei lavori manuali era sempre stato bravo, questo Simone lo sapeva. In casa qualsiasi lavoro manuale veniva delegato al maggiore che tutto sommato era felice di poter fare forse l'unica cosa che Simone non era capace di fare e allo stesso tempo sentirsi utile in qualche modo.
Quel giorno Simone si svegliò sul divano su cui si era addormentato dopo pranzo e la causa del suo risveglio fu un rumore insistente di qualcosa di molto simile ad un trapano, proveniente dalla cameretta vicino camera loro. Alzò la testa oltre lo schienale per vedere se riusciva a capire cosa stesse succedendo, ma quando l'unica cosa che vide fu la luce accesa all'interno della stanza decise di alzarsi mentre si stropicciava un occhio.
«Manu» disse, prima ancora di arrivare sull'uscio della porta. Uno sbuffo rumoroso arrivò dall'interno della stanza e quando si affacciò per guardare cosa stesse succedendo lo trovò seduto a terra in mezzo a decine e decine di pezzi di legno bianco, sparsi in modo disordinato. «che succede?» Manuel alzò la testa verso di lui e lasciò l'avvitatore tra le sue gambe.
«sti pezzi me parono tutti uguali Simò ma se provo a incastrarli non vanno»Simone mosse altri passi dentro la stanza e si guardò intorno, notando che l'unica cosa a mancare lì dentro era esattamente quella che Manuel stava cercando di montare. Si piegò sulle ginocchia vicino a lui e ne approfittò per lasciargli un bacio veloce sulle labbra prima di afferrare il foglio delle istruzioni, non fece in tempo a leggere più di due parole consecutive che Manuel glielo strappò di mano.
«no» disse categorico, Simone aggrottò le sopracciglia.
«che vuol dí no? Cerchiamo di capire qualcosa» Manuel scosse nuovamente la testa.
«no Simò te lo scordi che io usi le istruzioni pe montá sta culla, se non riesco a fa manco questo come faccio a cresce 'n figlio, mh?»Simone rimase stupito da quell'esternazione, sentì il cuore far male al pensiero che Manuel fosse convinto che il suo operato da padre sarebbe stato valutato in base a come montava la culla del bambino. Erano ormai due mesi che continuava a lavorare in quella cameretta per renderla impeccabile, non aveva richiesto l'aiuto di nessuno, si limitava a decidere le cose insieme a Simone e a metterle in atto da solo per far felici tutt'e tre.
Che poi di far felice il bambino Manuel non era nemmeno tanto sicuro, lui che ancora doveva nascere e che già stava spingendo i genitori a dare il loro meglio. Manuel sperava che tutto l'impegno che stava mettendo nella realizzazione di quella cameretta avrebbe compensato un po' gli errori che temeva di fare con il bambino.
Abbassò lo sguardo su quella distesa di legno bianco e digrignò i denti finché non sentì la mascella fare male.
«Manu» pronunciò Simone, circondandogli il viso con le mani per costringerlo ad alzare lo sguardo. «io nemmeno so montare questa culla, secondo te sarò un pessimo papà per questo?» Manuel sbuffò.
«tu sai fa mille altre cose Simò e sarai un bravo padre a prescinde»
«perché tu no? Lui non si ricorderà di questa culla Manu, lui si ricorderà di te che lo metti a letto o che gli insegni i nomi di tutti questi animali che hai disegnato sul muro. Si ricorderà di papà che gli prepara la colazione e che lo porta a scuola, tu vuoi fare tutto questo?» gli chiese con tono dolce, Manuel portò le mani sulle sue ancora poggiate sulle guance e le accarezzò con i pollici.
«io non vedo l'ora» sussurrò.
«e allora sarai il papà più figo di tutti» Manuel ridacchiò sentendo il cuore più leggero e portò Simone a sedersi sulle sue gambe incrociate. «per metterlo a letto però la dobbiamo montare la culla» continuò. «e per montarla dobbiamo leggere le istruzioni»Manuel sospirò per l'ennesima volta ma sembrò arrendersi a quella cosa, afferrò le istruzioni e le aprì vicino a loro, mentre con un braccio teneva stretto al petto Simone.
Il minore lo guardò mentre leggeva con attenzione le istruzioni e sorrise, abbassandosi all'altezza del suo orecchio.
«se vuoi non glielo dico che hai letto le istruzioni» ridacchiò, Manuel scosse la testa cercando di trattenere un sorriso divertito ma con scarsi risultati.
«se vuoi non glielo dico che na volta hai bruciato er latte» sul viso di Simone si aprì un'espressione meravigliata e Manuel distolse l'attenzione dal foglio solo per guardare lui.
«è un ricatto?» le istruzioni caddero di nuovo a terra e anche l'altro braccio andò a circondare il busto del minore.
«lo è?» in risposta ricevette una scrollata di spalle.
«gli insegneremo ad amare le persone anche se ogni tanto fanno qualche casino»
«come hai fatto tu con me» disse Manuel, prima di baciarlo tenendolo stretto a se.