«Simò»
La voce di Manuel attirò l'attenzione del ragazzo seduto alla scrivania, il minore era intento a studiare inglese mentre l'altro scorreva il pollice sullo schermo del telefono, senza uno scopo ben preciso. Gli bastò pronunciare il suo nome per vedere gli occhi di Simone posarsi su di lui, facendo passare automaticamente inglese in secondo piano.
Accennò un piccolo sorriso lasciando cadere il telefono sul materasso, poi tornò con un'espressione seria sul volto.
«me sposi?» gli occhi del minore si spalancarono prima ancora che il suo cuore potesse reagire a quelle parole, iniziando a battere freneticamente.
«eh?»Uscì come un verso strozzato dalle sue labbra e strofinò le mani sui jeans per cercare di calmare il tremore. Non aveva idea di come Manuel fosse arrivato a porgergli quella domanda mentre studiava per l'esame di maturità e forse questo non faceva altro che aumentare la sua abitazione.
«me sposi?» ripeté Manuel, a quel punto una risata nervosa venne rilasciata da Simone che lasciò vagare lo sguardo sul corpo rilassato del ragazzo davanti a se.
«abbiamo diciannove anni, Manu» spiegò, come se il maggiore potesse essersi scordato di quel particolare, in risposta ottenne degli occhi alzati al cielo e subito dopo Manuel si mise sul bordo del letto per fronteggiarlo.
«lo so, ma te me sposi?»
«Manuel ma te senti bene?»Il maggiore sbuffò spazientito, come se quel discorso in quel momento avesse senso e il matto fosse Simone. Si alzò in piedi infilandosi a forza tra le sue gambe leggermente divaricate ed afferrandogli il volto tra le mani, lo accarezzò prima con gli occhi, studiando la sua espressione confusa, poi mosse piano i pollici per poter toccare quelle guance morbide.
«non te sto a dì che se dovemo sposá oggi, te sto a chiede se me sposi, tra uno, due, cinque o dieci anni»
Simone era sempre più confuso, principalmente perchè Manuel non aveva mai fatto grandi pianificazioni, era sempre lui a dargli delle linee guida per evitare che andasse allo sbaraglio e in quel momento gli stava chiedendo la conferma di una cosa che sicuramente non sarebbe arrivata in breve tempo.
Appena vide che il minore non accennava a dare una risposta, decise di prendere di nuovo parola lui, come se gli avesse letto nel pensiero.
«io non programmo mai niente, 'o sai» disse passandosi la lingua tra le labbra. «non programmo mai niente perché non c'ho mai certezze de niente, l'unica certezza che c'ho sei te e non me serve aspettá mesi o anni per sapè che te voglio sposá e passá tutta la vita co te, io già lo so»
Simone in quel momento sembrava essere entrato in in totale stato di trance, lo guardava con le labbra dischiuse e due occhi enormi che avrebbero fatto invidia alle stelle e che non fecero altro che solidificare le parole appena pronunciate da Manuel.
Era bellissimo ed era suo, per niente al mondo avrebbe lasciato che si allontanasse dalla sua vita.
«quindi me sposi?» chiese di nuovo. Simone si aprì in un sorriso dolce e mosse la testa in segno di assenso.
«ti sposo» rispose piano, aggrappandosi con le mani ai suoi fianchi.
«devi esse convinto eh, guarda che poi divorziá è n casino ce vole n sacco de tempo, de pazienza-»
«vabbè sta co te è uguale»Ridacchiò Simone che in risposta ricevette uno schiaffo leggero sulla guancia che Manuel stava accuratamente accarezzando. La risata si affievolì e le mani si insinuarono sotto la maglia del maggiore, entrando a contatto con la pelle dei fianchi che si cosparse di brividi sotto i suoi polpastrelli.
«io pure» riprese Simone.
«che?»
«io pure c'ho te come unica certezza» Manuel sorrise avvicinando il volto al suo.
«quindi sei sicuro?»
«so sicuro che te sposo» rispose Simone prima che un bacio suggellasse quella promessa, mantenuta poi da entrambi.