Manuel si trova nel bagno di casa sua a fissare quell'oggetto lasciato da sua madre sul bordo del lavandino, era andato in bagno lasciando Simone sul suo letto con la promessa di tornare nel giro di pochi minuti ed invece si era paralizzato a fissare uno stupido smalto nero chiedendosi come sarebbe stato su di lui o su Simone.
Il solo pensiero delle mani di Simone laccate di nero lo mandava in tilt, qualsiasi cosa di Simone lo mandava in tilt.
A ridestarlo fu proprio la voce del fidanzato attutita dalla porta in legno.
«Manu tutto bene?» a quella domanda non ci fu risposta, Manuel alzò gli occhi verso la porta e poi li riabbassò sull'oggetto poggiato sul lavandino. «Manu» la voce più allarmata di Simone lo costrinse a fare effettivamente qualcosa per tranquillizzarlo, allungò un braccio ed aprì la porta osservando il ragazzo sulla soglia. «oh che c'hai?» gli chiese Simone prendendogli il viso e Manuel sorrise chiudendo gli occhi per godersi quel contatto delicato. Dopo qualche attimo di silenzio scosse la testa per lasciargli intendere che non c'era niente di cui preoccuparsi ed aprì gli occhi trovandosi davanti un sorriso più rilassato di Simone.
«stavo pensando»
«chiuso al bagno?» Manuel portò le mani sui fianchi di Simone ed annuì leggermente.
«pensavo a questo» con gli occhi gli indicò lo smalto affianco a loro e il ragazzo davanti a se aggrottò le sopracciglia, non riuscendo a comprendere veramente il perché di tutti quei pensieri.
«allo smalto?» Manuel annuì di nuovo.
«pensavo a come starebbe a me» sussurrò, il volto del minore si rilassò in un'espressione intenerita e Manuel capì che forse non era un'idea così strana quella, o almeno non lo era per Simone ed era quello l'importante. «o a te» continuò.Simone si sporse in avanti per lasciargli un bacio leggero sulle labbra, poi si allontanò definitivamente da lui afferrando l'oggetto di tanti pensieri e girandosi di spalle per tornare in camera. Manuel si aprì in un sorriso luminoso e seguì il fidanzato che si sistemò a gambe incrociate sul letto, lo raggiunse mettendosi davanti a lui e non riuscí a fare a meno di notare quanto il suo cuore battesse forte ogni volta che lo aveva vicino, come la prima volta.
Lo guardò svitare il pennellino e subito dopo afferrargli la mano destra per portarla tra di loro, si perse a guardare con quanta attenzione Simone si stava dedicando a quel gesto, teneva ferme le sue dita in modo delicato e stendeva lo smalto con una precisione minuziosa che Manuel sicuramente non aveva.
«ti piace?» gli chiese quando finì di metterlo sulla mano destra, il maggiore spostò lo sguardo dal volto del ragazzo alla sua mano e constatò che si: gli piaceva, un po' perché lo aveva messo Simone e un po' perché gli piaceva molto di più la sua mano con quello addosso.
«si» sorrise, con uno slancio si sporse per lasciargli un bacio prima sullo zigomo e poi sulle labbra. «si» ripeté felice.Simone in quel momento si sentì al settimo cielo nel vedere Manuel così contento per una cosa così semplice, si ripromise che, se fosse servito a vedere sempre quel sorriso, gli avrebbe messo lo smalto anche tutti i giorni.
«dammi l'altra mano e stai fermo co questa che sennò si rovina»
Manuel eseguì le sue indicazioni, calmo come non era mai stato. Aspettò pazientemente che Simone finisse anche sull'altra mano e poi le guardò entrambe per poi girarle verso di lui.
«fighissime» disse Simone sorridendo. «le voglio pure io»
Il maggiore sorrise ed iniziò a muovere in aria le mani per permettere che si asciugassero più velocemente. Non vedeva l'ora di vedere come sarebbe stato su Simone quel colore, sentiva già lo stomaco in subbuglio immaginando quelle dita affusolate con le unghie ricoperte di nero e con lo smalto ancora un po' umido afferrò il pennellino per far si che quei pensieri diventassero presto realtà.
«io non so preciso come te però Simò» il minore ridacchiò allungando la mano destra verso di lui e Manuel ne accarezzò il dorso con il pollice prima di far posare le dita sul suo palmo.
«non me ne frega niente»Manuel sorrise ed iniziò a stendere il colore sorprendendo se stesso di quanto invece, in realtà, stesse riuscendo a mantenere una precisione mai vista prima. Più stendeva il colore e più quella mano diventava la mano più bella che potesse esistere, per non parlare dei vari pensieri poco casti che iniziavano ad aleggiare nella mente del maggiore.
Terminò la prima mano continuando a fissarla anche quando si staccò dalla sua, Simone si accorse dello sguardo del fidanzato e schioccò quelle stesse dita davanti al suo naso per fargli portare l'attenzione sul suo volto.
«non ti piace?»
«non- Simò» disse con tono fermo. «te sta benissimo» le guance del minore si tinsero di rosso e Manuel posò il pennellino per potergliene accarezzare una con un pollice. «è solo che quelle dita me le sto a immaginá in post-»
«Manuel dai!» La risata di entrambi riempì la stanza e il volto di Simone divenne ancora più rosso sotto lo sguardo innamorato del fidanzato.
«che vòi è vero» rise ancora. «damme l'altra mano va, prima finimo e prima ce arrivano, in quei posti»Simone gli spinse via il volto imbarazzato e subito dopo gli porse la stessa mano, terminarono di mettere quello smalto tra le risate e il cuore di Manuel decisamente più leggero, consapevole del fatto che stava diventando sempre più libero.