Simone in vita sua ha sempre sempre festeggiato i compleanni in modo discreto. Si è sempre preoccupato di pensare anche a Jacopo da quando ha cominciato a ricordarlo, si preoccupava di compiere piccoli gesti e al loro diciottesimo si era presentato davanti alla sua croce con il solo scopo di potergli fare gli auguri, prima di andare a festeggiare.
Era l'unico modo che aveva per dargli l'importanza che meritava, quindi ogni 30 marzo della sua vita era il loro giorno, anche se fisicamente c'era solo lui.
Quella mattina Simone aveva deciso di prendere un giorno di ferie dal lavoro, perché il regalo migliore che si potesse fare era quello di passare una giornata intera con Enea e Manuel. Ma non per questo aveva evitato di mettere la sveglia puntuale alle 7.15.
Ormai la loro routine prevedeva che fosse lui a preparare la colazione per tutti la mattina, non che qualcuno glielo avesse imposto, semplicemente amava farlo ed anche il giorno del suo compleanno aveva intenzione di mantenere le loro abitudini.Quello che non aveva preso in considerazione, però, era il fatto che gli altri due non avessero le sue stesse intenzioni e che Manuel, dopo averlo visto dormire, non ci aveva pensato due volte a disattivare la sveglia dal suo telefono.
È evidente, quindi, la confusione sul volto di Simone quando la prima cosa che sente è la voce di Enea, in ginocchio affianco a lui sul letto.
«buongiorno vita-» sono le prime parole pronunciate dal bimbino, interrotte subito dopo dal padre.
«no nano devi canta' tanti auguri» so sente sussurrare, rimane con gli occhi chiusi ed il viso premuto sul proprio cuscino per evitare che un sorriso gli sfugga dalle labbra.
«ma si deve svegliare!»
«si, ma è il suo compleanno, devi cantare tanti auguri per svegliarlo»
«ma-»
«nano si sta sciogliendo la cera, dai!»Simone soffoca una risata ringraziando di essere girato dalla parte opposta rispetto a loro, riesce a contare un paio di secondi prima che la voce di Enea, decisamente più squillante rispetto a poco prima, gli arrivi alle orecchie intonando "tanti auguri a te". Manuel dopo aver ridacchiato lo segue e a giudicare dal movimento del materasso Simone capisce che deve essersi seduto anche lui sul materasso.
Si gira lentamente e non appena apre gli occhi la prima cosa che si trova davanti è Enea con il volto illuminato dalle candeline rosse accese, poggiate su una tortina al cioccolato. Sorride posandogli una mano sul fianco per sorreggerlo e non appena la canzone termina si affretta a soffiare, spostando lo sguardo sul Manuel che tra le mani tiene una seconda tortina.
Si allunga per poter soffiare anche quelle candeline ma una mano paffutella gli si poggia sulla bocca, impedendoglielo.
«no!»
«no? Le vuoi soffiare tu?» chiede, sfilandogli il dolce dalla mano che lo reggeva precariamente.
«no dobbiamo cantare di nuovo tanti auguri, è di zio!» spiega sedendosi sul materasso.Simone non parla, o almeno non subito, lascia cadere la mano sul materasso sentendo gli occhi pizzicare perché fino a quel momento Jacopo lo aveva festeggiato sempre e solo lui, ora invece Enea lo aveva definito zio e ci teneva al fatto che anche lui avesse la sua canzone e la sua torta. Boccheggia puntando gli occhi in quelli di Manuel che sorride ed alza la torta verso di lui, su quella le candeline erano di un colore più scuro che al buio non riesce ad identificare.
«che stai a fa er geloso? Guarda che è pure er compleanno suo eh» gli spiega l'altro, Enea ride ed allunga una mano per poter immergere un dito nella torta del padre, che solo in quel momento sembra risvegliarsi da quella fase di trance.
«Enea!»
«si scioglie papi!» Simone non può fare a meno di ridere prima di posare la torta sul comodino.
«dai cantiamo»Bastano quelle due parole per iniziare a far cantare Enea a gran voce, i genitori lo seguono con un sorriso sul volto e Simone è costretto a portare una mano al suo cuore quando lo sente battere in modo eccessivo. "spegni tu" gli dice appena finito di cantare e il bambino non se lo lascia ripetere due volte prima di sporgersi e spegnere le fiammelle.
Allunga un braccio per poter accendere la luce e non appena lo fa nota che le candeline per Jacopo erano di un viola brillantinato al limite della sobrietà.
«carine» dice sorridendo.
«sono viola, a zio piace il viola» spiega Enea, infilando un dito anche in quella torta. Simone annuisce tirandolo a se e lui si lascia cadere sul suo petto, accomodandosi a pancia in su. «papi, zio è uguale a te?» si ritrova ad annuire prima a parole, poi a voce.
«si, eravamo gemelli» a quella frase segue un silenzio inusuale per il bambino.
«e adesso non lo siete più?»
«lo siamo sempre»
«quindi zio anche in cielo è uguale a te?»
«si» è Manuel a rispondere al posto suo, mentre si avvicina a loro. Simone sente la gola pizzicare ed una mano del maggiore corre ad accarezzargli i capelli.
«ci sono due papi!» entrambi ridono per quella conclusione, ma nessuno dei due se la sente di controbattere.
«più o meno» risponde Manuel. «quindi? Ce la mangiamo sta torta?»
«si»È Enea il primo a scendere dal letto e correre in salone con una delle due torte in mano. Sul letto rimangono Manuel e Simone, quest'ultimo si sporge per poggiare la testa sulle sue gambe ed il maggiore ne approfitta per accarezzargli il viso passando il pollice sul naso e sulle labbra.
«grazie» mormora Simone.
«per che? Due torte co la saliva de nano?» ridacchiano insieme prima che Manuel si abbassi a baciargli le labbra. «buon compleanno» sussurra tra un bacio e l'altro.Simone incastra una mano tra i suoi ricci per stringerlo maggiormente a se e solo quando sente mancare l'aria si scosta.
«dovremmo andare in salone prima che si mangi tutta la torta» la relazione sembra colpire Manuel che con un movimento veloce si tira su, facendo ridere Simone.
«si dovremmo decisamente»Il minore lo vede uscire dalla camera gridando un "nano, che stai facendo?" che non fa altro che aumentare la sua risata. Osserva la torta con le candeline viola ancora vicino a lui ed allunga una mano per sfilarne una dalla torta, afferra entrambe le estremità e con un po' di pressione la spezza a metà.
"rimani sempre con lui, zio"