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No, non volevo proprio che vedessi com'ero nel mio periodo di soffocante blu.

Ero avvolta in diverse coperte rosse ma lo stesso tremavo, con lacrime secche sulle guance e i capelli lunghi incrostati ad esse e alla fronte. Camera mia aveva toni caldi, che rilassassero chi entrava.
Mi avevi carezzato la testa e ti eri seduta sul materasso all'altezza del mio busto continuando ad accarezzarmi i capelli.
«Che succede Liz?»
Come cominciare, mia rosa, come?

«Vuoi alzarti?»
Mi avevi fatto sedere con la mia larga maglia nera che mi rendeva più minuta del solito ed io ti ho mentito, con una bugia così pura e bianca per non darti inutili preoccupazioni. Ti avevo detto che stavo semplicemente molto male, avevo un potente  mal di testa che per il dolore mi faceva quasi piangere.
Avevi una faccia così preoccupata che mi si scaldò il cuore, nonostante ciò che avevo detto fosse proprio per non preoccuparti troppo.
Ti avevo chiesto poi, con il sorriso sulle labbra screpolate come se stessi bene:
«Vuoi qualcosa da bere Jen? Sei venuta fino a qui per me, ora devo ricambiare con qualcosa io»
Mi scrutasti con un leggero sguardo critico ma poi hai accettato. Non solo avevi accettato di bere una tazza di tea cannella e arancia, il tuo rigorosamente senza miele, ma ti eri perfino fermata a cena con me, Gguk e Tae a mangiare uno spezzatino preparato dai due ragazzi mentre noi eravamo in camera mia a parlare.
Era stata una bella serata mi ero divertita molto a vederti scherzare con quei due e lanciarmi piccoli sorrisi. Quando restammo sole verso le undici di sera, Taehyung e Jungkook erano tornati a casa loro, non volevi andare via. All’inizio non volevi andare via e cercavi di portare avanti un discorso su quanto improponibile fosse la camicia di Tae quella sera, ma lentamente hai cominciato a far trasparire un po’ di preoccupazione. Avevi paura che stessi di nuovo male come mi avevi trovata quel pomeriggio.
Mi ci erano dovute tantissime rassicurazioni e la promessa che avrei sempre risposto allo squillo del telefono di casa e che avrei preso qualcosa per il mio mal di testa per convincerti. Alla fine per mezzanotte eri finalmente tornata a casa.
Quando andasti via mi accasciai alla porta di camera mia e piansi un po’. Sapevo cosa mi stava succedendo, cosa stava succedendo con te, ed ero terrorizzata. Non volevo invaghirmi di te, nonostante l'avessi già fatto. Me ne accorsi quella notte stesa nel letto coperta fino alle orecchie con il piumone magenta. Allora mi dissi che non volevo innamorarmi di te, non dovevo, non potevo. Nelle ore più scure della notte però mi dissi che meritavo di essere ancora felice. Ma non potevo, non dovevo, però lo volevo. La paura di rimanere ulteriormente ferita, più di com'era successo tempo addietro bussava alle porte della mia mente lasciandomi in una confusione odiabile.
Mentre mi addormentavo nella mente mi ripetevo "Non voglio, non posso, non devo" come un mantra.

Direi che ho fallito. Ho fatto quello che non dovevo, ho voluto ciò che volevo ma non dovevo volere, ho fatto quello che non potevo fare, fare per me stessa, per preservare la mia salute. In caso contrario adesso non sarei qui a parlarne no? Mon amour?

𝐭𝐞𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞 𝐚𝐫𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚 -ᴊᴇɴʟɪsᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora