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Oggi ho visto una coccinella che svolazzava in salotto. È il mio giorno libero, non lavoro oggi, come tutti i martedì, in pasticceria non hanno bisogno di me oggi li aiuta la figlia. Tae è arrivato verso le cinque di pomeriggio e si è messo subito a leggere. Ero convinta che sarebbe caduto morto addormentato dopo nove ore passate a controllare dei marmocchi di cinque anni. La coccinella si è posata sul suo viso e io mi sono messa a guardarla. A dire il vero mi sono messa a osservare Tae. I capelli neri, il viso abbronzato e busto piatto. Mi sono resa conto di quanto fosse bello sia nell'aspetto che nell'animo dolce e la preoccupazione costante che ha per me. Era lui che piangeva assieme a me quando ho cominciato a vedere blu, nei periodi in cui mi sentivo peggio. Si metteva nel letto con me lasciando Jeongguk nel loro letto da solo ad aspettarlo e mi abbracciava forte, mi lasciava singhiozzare sulla sua maglietta e dopo un po' sentivo che anche lui tremava e singhiozzava accanto a me. Non sapevo perché piangesse, me lo ha detto Gguk tempo dopo, Tae è estremamente empatico e il fatto che io stessi così male faceva stare male pure lui, inoltre mi ha fatto intendere che il passato di Tae non sia mai stato rose e fiori, e mi capisce più di quanto io possa immaginare. Non credo che esista qualcun altro come lui, così gentile e interessato.

Sta mattina sono tornata in salotto e la coccinella era ferma sul davanzale. Muoveva solo poco le zampette, sembrava morta. Coccinella morta, sei davvero morta?

Poco dopo essere tornate a Londra dal paesino mi hai portato ad un appuntamento, me lo hai chiesto in modo pomposo per scherzare, ho riso molto quel giorno. Ridevo molto con te.

Corri, Lisa. Corri per i corridoi del museo in chiusura. Rincorrevo la punta corvina dei tuoi capelli e la tua ombra snella per le enormi sale del British Museum piene di statue e quadri.

«Muoviti Liz devi assolutamente vedere quegli schizzi, sono stupendi, ma mi ascolti? Corri più veloce che il museo sta per chiudere.»

Quanto eri stancante Jennie, non era certo colpa mia se ci eravamo fermate troppo ad ammirare la tua amata arte gotica? Inoltre stavo correndo il più veloce che potevo.

Ti eri fermata d'improvviso facendomi scivolare sui pavimenti lucidi finendoti addosso.

«Jennie! Non riesco più a correre sono stanca abbiamo attraversato quasi tutto il museo. Dov'è quei benedetti schizzi?» mi ero lamentata scherzando Solo per darti fastidio.

«Sposta lo sguardo alla tua destra amore mio.» avevi detto con un leggero sbuffo

Mi ero girata. Non erano gli schizzi che mi aspettavo, erano degli schizzi di ballerine che si allenano alla barra di Degas. Uno dei miei pittori preferiti. Mi ero girata verso di te e le ti avevo sorriso talmente tanto che mi facevano male le guance dopo. Lo sfondo è azzurro e le ballerine, nonostante siano solo linee, sembra che siano pronte a muoversi. È bellissimo. Mi perdo ad immaginare le ballerine catturate in quel momento all'Operà di Parigi nell'Ottocento.

«Jennie, è stupendo. Non sapevo ci fosse quest'opera di Degas. Grazie grazie grazie.»

«Non c'è di che, -mi hai sorriso- però adesso torniamo a casa che sta diventando tardi. So che è il tuo pittore preferito, l'ho tenuto per ultimo per questo, ma abbiamo fatto un po' troppo tardi»

Mi hai preso la mano con dolcezza. Mi hai lasciato un bacio sulle labbra e ci siamo incammiante verso l'uscita.

«La prossima volta ti porto io a vedere un'opera.» ti ho detto.

Mi hai accarezzato i capelli castani e siamo uscite dal museo affaciandoci a Londra.

È uno dei miei più bei ricordi con te. Correre per il museo per portarmi a vedere un'opera di Degas mi aveva riempito il cuore. Tanto che quella notte sono rimasta sveglia a lungo a ripassare il tuo viso che sorrideva e i capelli che ondeggiavano sulla tua schiena. E avevo pensato per la prima volta che saresti stata la donna che avrei portato all'altare.

La ragazza del chioschetto ha un nome, Roseanne e si fa chiamare Rosé. Le ho parlato ancora e ancora. Ho paura ad affezionarmi ed è colpa mia quanto tua, Jen.

Domani vado al museo D'Orsay, con Tae e Gguk che dopo mesi mi lasciano sola solo se indispensabile, li ho spaventati così tanto. Forse ci raggiungerà anche Rosé. Vorrei chiederti scusa perché mi sto sempre più allontanando da te anche se so che è stupido, non sei te quella che ha cominciato a costruire un muro tra noi? Scusa, non dovrei rinfacciarti le tue scelte.

L'acqua mi arrivava alle ginocchia.

𝐭𝐞𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞 𝐚𝐫𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚 -ᴊᴇɴʟɪsᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora