Mi hai richiamato tu dopo quanti mesi? Quattro? Cinque? Bevevo il tea alla cannella e arancia freddo. Cosa ti ha portato a richiamarmi? Ti mancavano le attenzioni che ti davo? Sentirmi balbettare mentre cercavo di dare voce ai miei pensieri?
Mi hai chiamato io ho risposto e ti ho detto di vederci in un bar, non il nostro, non volevo più entrare con te lì dentro.
Il rancore mi stringeva ancora un po' lo stomaco. Ingoia quel rancore Lalisa, non ti porterà da nessuna parte, perdonala anche se ti ha fatto malissimo, perdonala, non vorrai mica rimanere da sola?
«Jennie»
«Lisa»
Stai zitta, non parlare affatto, non dire nulla che sento la gola pensante e potere mettermi a piangere da un momento all'altro. Non voglio sedermi, mi giro e me ne vado. No, non farlo non sopportesti la stupida idea di aver sprecato un'occasione. Smettila di pensare, siediti, respira, hai le pillole dietro? No? Si? le prenderai? No, non voglio sembrarle strana, non posso usare la scusa della salute cagionevole come prima, o forse si? Siedi e taci.
«Come va l'università?»
«Bene tu?»
«Bene.»
Brucia? Si vuoi chiederglielo? Ancora di più.
«E Oliver?»
Che faccia stupita, amore mio.
«Sta bene abbiamo legato un po' Tu?»
«Io cosa?»
Non ti avrei mai guardata negli occhi, fissavo il mio cappuccino con insistenza.
«Trovato qualcuno?»
«No»
«Oh»
Oh, oh cosa? Eri triste? Felice? Cosa ti passava per la testa?
«Lisa»
«Jennie»
«Smettila di fare così»
No. Mi hai fatto male tu, no. Ora che ti ho davanti non so cosa fare, mi sta salendo l'ansia, i sensi di colpa.
«Così come»
«Così»
«Ok, perché siamo qui?» voce fredda piatta, mostrati disinteressata
«Non riesco a stare senza di te»
Come dovevo interpretare quella frase? Mi sarei dovuta alzare e sparire con il senno di poi.
«Che intendi»
«Non voglio perderti, ti prego continuiamo a essere amiche»
No, si, no, si, no, si. No mi hai fatto male, non sopporto la tua vista, mi fa male, non voglio correre in bagno a prendere lo xanax. Si posso continuare ad amarti da amica, in silenzio d'altronde tutti meritano una seconda chance.
«Non ti sei fatta sentire per mesi»
«Scusa l'università mi ha impegnato più di quanto pensassi ho avuto mille progetti da consegnare.»
«Mi hai fatto male Jen»
«Ti prego»
Ti ho guardato in faccia, finalmente. Non ho mai saputo leggere gli sguardi degli altri dunque non sapevo cosa nascondessi dietro quegli occhi nocciola.
«Va bene, ma non voglio fare finta che non sia successo nulla, ricominciamo gradualmente»
«Grazie, Liz. Posso abbracciarti?»
Ho annuito. Ti sei alzata e mi hai abbracciato stretta.
È si gradualmente siamo tornate a parlarci normalmente, prendere un caffè al mattino, parlare in università. Ho litigato con Jeongguk in quel periodo. Diceva che non avrei dovuto perdonarti o lasciarmi calpestare da te. Non l'ho ascoltato. A una certa si è arreso e mi ha solo detto di parlare con mia madre.
Ma avevo sempre più sete.
A volte mi chiedo se Oliver ti trattasse come una regina o no e se ciò che successe dopo sono solo le conseguenze del suo comportamento o se in realtà ti sentivi sola.
Sto ricominciando con le piccole dosi di xanax, continueranno a essere piccole. Tae è affianco a me che legge. Ha le occhiaie, troppe occhiaie.
«Tae, li prendi i sonniferi?»
«No»
«Perché?»
«Non voglio dormire Liz»
«Taehyung, va a dormire, ti prego»
«Liz, sto male, ho paura di morire ancora, di nuovo. Non voglio addormentarmi»
«Tae, non puoi continuare così, non ti fa bene»
«Lo so ma non riesco, ho paura»
«Vai a letto Taehyung, sdraiati affianco a Gguk, tra due minuti arrivo con i sonniferi e rimango con te fino a che non ti addormenti»
«Grazie Lisa, »
Mi da la buonanotte e mi bacia la guancia. Sta per uscire ma si ferma.
«Un giorno mi farai leggere ciò che scrivi?»
«Forse»
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𝐭𝐞𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞 𝐚𝐫𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚 -ᴊᴇɴʟɪsᴀ
أدب الهواةVoglio ancora il dolore che mi porti se posso avere ancora un attimo di te angst