二十四

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Non sono morta, non sono morta perché se lo fossi non sarei nella mia stanza a notte fonda a scrivere sul mio quaderno con Rosé che dorme al mio fianco, i capelli lunghissimi sparsi sul cuscino. Non sono morta ma a quel tempo l'avrei voluto.

Avevo la testa che girava e il respiro affannato quando sono arrivati i paramedici con l'ambulanza, mi hanno preso dal pavimento e mi hanno caricato sull'ambulanza. Ricordo di aver visto la mia vicina di casa stare sulla porta di casa mia. Era un'anziana signora che odorava di sigarette, con una quantità enorme di libri e delle bottiglie di tequila mai aperte nella credenza del salone. Continuava a sentire il bollitore fischiare e non lo sopportava, era una vecchietta gentile ma con una pazienza molto corta, ha cominciato a bussare insistentemente alla mia porta, ha continuato a bussare per un quarto d'ora ma io non riuscivo neanche ad alzarmi dal pavimento. Ha chiamato lei i pompieri che hanno chiamato poi l'ambulanza . Riesco a immaginarla prima insultarmi con il suo pesante accento dello Yorkshire e poi chiamare i pompieri fingendosi disinteressata e infastidita. Mi è venuta a trovare ogni settimana in ospedale e quando mi hanno spostato nella clinica per la riabilitazione ha continuato a venire a trovarmi almeno una volta al mese. Mi portava in continuazione dei libri, diceva che non aveva senso che li tenesse lei se tanto sarebbe morta di lì a poco, sono passati tre anni e continua a inviarmi un libro al mese.

Non sei mai venuta a trovarmi. Mi amavi veramente così tanto come mi hai detto quella mattina? O è stato solo un momento di debolezza? O ti sei finalmente accorta di quanto ci stavamo facendo del male?

Jeongguk e Taehyung sono corsi in ospedale appena l'hanno saputo. quando mi sono svegliata non c'era nessuno accanto a me se non una gentilissima infermiera dai capelli biondo miele. Sono arrivati un'ora dopo. Abbiamo pianto tutti e tre per minuti infiniti. Li ho spaventati enormemente, mi sono spaventata anch'io. Sono venuti a trovarmi tutti i giorni in ospedale ed erano alla clinica tutte le volte che potevo ricevere visite, quando gli psicofarmaci mi costringevano a letto per ore, quando gli urlavo contro perché stavo ancora troppo male. Non mi hanno lasciata solo un attimo e tutt'ora non mi hanno mai rinfacciato tutte le cose orribili che ho detto e fatto, anzi.

Sono rimasta nella clinica per un anno, vedevo una psicologa tutti i giorni all'inizio, Claudia era capace di farmi dire qualunque cosa solamente guardandomi dopo una semplice domanda; ho poi cominciato ad andarci una volta a settimana, poi ogni due fino a quando non l'ho vista che una volta al mese nell'ultimo periodo. Le devo tantissimo.

La mia stanza era bianca come tutte le altre e affacciava sul corridoio azzurro. Avevo un letto singolo dalle coperte verdi menta, una scrivania noce, un basso armadio e per terra impilati c'erano tutti i libri che la signora Gooery mi regalava. Herman Hesse, Pablo Neruda e Gabriel Garcia Marquez erano gli uni sopra gli altri senza logica e l'Antologia di Spoon River, il primo libro che mi aveva regalato, sosteneva il peso dei Miserabili di Victor Hugo e del Ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde. Mi mancava il mio appartamento con le coperte rosse e le poesie sui muri.

Jeongguk e Taehyung mi hanno chiesto di andare ad abitare insieme a Parigi tre mesi prima che io uscissi dalla clinica. Avevano già chiesto a Claudia cosa ne pensava e lei le aveva detto di si dopo mille raccomandazioni.

"Lalisa, a te piace Parigi?" mi aveva chiesto Tae mentre camminavamo nel giardino della clinica, noi tre assieme.

"Si" non parlavo molto.

"Ti piacerebbe viverci?" avevo cominciato a pensare dove voleva arrivare, ma l'illusione uccide.

"A chi non piacerebbe? È Parigi dannazione" copri la paura con il sarcasmo.

"Allora domani cominciamo io e Gguk cominciamo a svuotare il tuo alloggio, abbiamo finito ieri con il nostro"

"Stai scherzando"

"Sono serissimo, ho trovato lavoro come insegnante bilingue in rue Paul Barruel e a Gguk è arrivata la conferma di assunzione in un'azienda di design l'altra settimana stiamo aspettando i visti, arriverà a Parigi prima di noi, lo raggiungiamo non appena abbiamo il tuo visto e sei vuoi venire con noi possiamo andare già la prossima settimana in questura adesso che ti hanno autorizzato le uscite." Tae e Gguk mi guardavano in silenzio in attesa d una risposta.

"Non mi state prendendo in giro"

"No" Gguk mi ha risposto, era la prima volta che parlava "Siamo seri abbiamo anche già che chiesto a Claudia e ci ha detto che una volta settimana puoi venire con noi al tuo appartamento e che cambiare totalmente aria ti farebbe più bene ti quanto possiamo immaginare."

"Che giorno sarebbe della settimana per svuotare casa mia?"

"Il martedì"

"Non mi state prendendo in giro"

"No" Gguk mi ha risposto, era la prima volta che parlava "Siamo seri abbiamo anche già che chiesto a Claudia e ci ha detto che una volta settimana puoi venire con noi al tuo appartamento e che cambiare totalmente aria ti farebbe più bene ti quanto possiamo immaginare."

"Che giorno sarebbe della settimana per svuotare casa mia?"

"Il martedì"

"Va bene, martedì andiamo anche all'ambasciata e in questura"

Mi hanno fatto i sorrisi più belli del mondo e abbiamo ricominciato a camminare come se gli unici due uomini della mia vita non mi avessero appena chiesto di andare ad abitare insieme a Parigi.

Chiudere l'appartamento quell'ultimo giorno mi aveva dato una sensazione di malinconia, i muri spogli, la libreria vuota e la luce colorata che filtrava dalla finestre gialle, verdi e rosse. Non sarei mai più tornata in quell'appartamento, non avrei mai più rivissuto le serate sul divano con i miei migliori amici, le notti nel letto con te, non avrei mai più avuto lo stesso tavolo tarlato della cucina con le macchie di tea, il divano azzurro soffice e le tende aranciate; non avrei mai più avuto niente di materiale sotto gli occhi a evocare ricordi se non libri, fogli di poesie, vestiti e la mia tazza con le nuvole.

Ho salutato la signora Gooery e le ho scritto il nuovo indirizzo e il nuovo numero su un biglietto raccomandandole di scrivermi. Ho chiuso la porta, ho ripreso il mio portachiavi rosso carminio e ho consegnato le chiavi al padrone del condominio. Sono salita in macchina con Tae, siamo partiti verso l'aeroporto. Due ore dopo atterravamo a Parigi.

Non parliamo più da tre anni Jen, tre anni sono tantissimo tempo. Se mai ti arriverà questo libro sappi che voglio che continui così, non voglio parlarti ti ho amata e a volte penso di amarti ancora, ma sono fragile e non voglio spezzarmi di nuovo.

Rosé sta preparando la colazione assieme a Gguk, mi sembra che sia tutto così in pace.











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buon anno, amori miei.

ecco il nuovo capitolo spero che vi piaccia. il prossimo capitolo sarà l'ultimo di uesta storia che ho cominciato a scrivere praticamente due anni fa. conto di pubblicarlo presto. grazie mille per le letture, i voti e i commenti che lasciate sotto ai capitoli.

 vi lascio il link della playlist di Tea cannella e arancia: https://open.spotify.com/playlist/5i2oGcrjuQy8dmGCDR54fz?si=7b12e6ce601b4155

instagram: mericrezia

grazie ancora per tutto il supporto che date alla storia

-mericrezia

𝐭𝐞𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞 𝐚𝐫𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚 -ᴊᴇɴʟɪsᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora