Avevi alzato gli occhi su di me, per una lieve frazione di secondo, avrei giurato di essermelo sognato quel giorno, che bel sogno che era, non come i miei soliti traboccanti di angoscia. Eri scesa alla mia stessa fermata, eri nel mio stesso complesso universitario. Avevo lasciato vagare lo sguardo su di te fino a che non avevi svoltato per andare verso architettura mentre io proseguivo dritta per andare verso filosofia e storia. Avevo continuato a pensarti per tutto il tempo durante la lezione; che poesia stavi leggendo? Elevazione? Inno alla bellezza? Quale era il tuo nome? Doveva sicuramente essere un nome bellissimo. Ti avrei ancora vista? Si, ti avrei ancora vista e ad oggi non so più se esserne felice o triste.
Tempo fa avrei detto che era stato il miglior incontro della mia vita. Ma ora, ora cosa dovrei dire? Non lo so.
Ero uscita dall'università tardi, era buio da quasi un'ora fuori. Ti vidi per una seconda volta. Avevi le orecchie arrossate dal freddo e il passo svelto. Mentre ti guardavo ammirandoti, ero probabilmente già persa per te, ti volò via un foglio. Sto cercando di ricordare cosa su di esso c'era scritto, ma ricordo vagamente la tua scrittura tondeggiante e parole come "colonne" e "rettangolo di Fidia" - era sull'architettura greca forse?- ma ad oggi non ne sono più sicura. Il foglio si era fermato ai miei piedi ed io lo avevo raccolto cominciando a rincorrerti per restituirtelo.
Quando riuscii a raggiungerti eri ormai alla fermata del nostro tram. Ti picchiettai sulla spalla e tu ti girasti con una dolce espressione sorpresa, per poi sorridere con una luce negli occhi, ti eri forse ricordata di me sul tram di quella mattina? È così miel?
Ti avevo restituito il foglio dicendo un raspo: «Penso sia tuo» non parlavo spesso in quel periodo se non via messaggio con il mio migliore amico. Le mie corde vocali dovevano essersi assopite. Mi sorridesti e un tres deaux «Grazie» era uscito dalle tue labbra.
Cosa ti aveva spinto a chiedermi il mio nome, che facoltà facevo e, per ultimo, il mio numero di telefono? Ti piaceva il mio viso? Parlammo troppo poco perché tu potessi minimamente apprezzare il mio fragile animo. Cosa ti aveva portato a me?Vorrei poter tornare a quella notte perché quando arrivai a casa suonò immediatamente il mio telefono ed eri tu volenterosa di conoscermi.
Parlammo tutta la notte ricordi?
Vorrei tornare indietro a quella notte perché ora senza te sto male, giorno o notte che sia.
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𝐭𝐞𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞 𝐚𝐫𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚 -ᴊᴇɴʟɪsᴀ
FanfictionVoglio ancora il dolore che mi porti se posso avere ancora un attimo di te angst