二十一

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La mattina dopo purtroppo mi sono svegliata. Mi sono svegliata tutti i giorni successivi anche se avrei voluto non vedere mai più la luce del sole.

Siete andati in viaggio di nozze in Canada per tutto novembre.

Ho dovuto chiedere a Taehyung per sapere quando eravate stati in viaggio, ricordo solo che ho continuato a vedere Tae e Gguk ogni giorno e a lavorare ininterrottamente per non pensare a te e a Oliver assieme. Per non pensare al male che avevo fatto a noi tre rispondendoti al telefono.

Una notte in cui erano a dormire da me Taehyung e Jeongguk, erano preoccupati che dopo il matrimonio non mi sarei più ripresa, ho sentito il telefono suonare; non ho fatto tempo ad alzarmi che Jeongguk stava rispondendo:

"Jennie, cosa vuoi?... no non può sta dormendo si spera... Jennie per quale motivo hai chiamato?... ti ho detto di no, smettila. No... no... no... basta, Jennie! Smettila! Smetti di cercarla smettila di farla stare male!... no adesso te ascolti me. È lei che di notte piange fino ad addormentarsi pensando a te. È lei quella che si maledice perché lesbica, perché ama una donna sposata, perché fa del male ad un uomo con cui non ha mai parlato... si, parlo di Oliver. È lei che maledice il suo amore per te. È a lei che manchi come l'aria, anche se non dovrebbe perché non ci credo che sia colpa sua. Jennie le stai facendo male e giorno dopo giorno la spingi ancora più a fondo sott'acqua e io e Tae non sappiamo più che cosa fare, siamo terrorizzati. Smetti di cercarla Jennie. Basta. basta... si, ciao."

Jeongguk cosa hai fatto?

Mi sono alzata e sono andata da lui.

"Cosa ti è saltato in mente?"

"Non voglio che tu stia più male Lalisa. Voglio solo che tu stia bene, che tu sia felice" Il suo tono di voce all'inizio era calmo, sembrava quello che si usa per spiegare qualcosa ad un bambino.

"Non mi puoi rendere felice senza farmela vedere, Jeongguk" Sapevo benissimo anch'io che quello che stavo dicendo non era vero, che sarebbe stato molto meglio non vederla mai più.

"E invece si Lalisa! Non puoi vivere ai suoi comodi, in base a quando e perché ti vuole vedere e se non sai dire di no te lo farò io al posto tuo per proteggerti" Jeongguk aveva cominciato ad alterarsi, non ce la faceva più nemmeno lui.

"Mi proteggo da sola non ho bisogno di te" Che frase stupida.

"Invece si cazzo, non ti vedi allo specchio? Sei pallida, Lisa. Talmente pallida che sembri già morta. Hai le occhiaie che ti scavano le guance e sei sempre più sottile, sempre di più. Non posso vederti così, ne io ne Tae possiamo vederti così"

Stavamo urlando, si è svegliato anche Tae.

"Lalisa siamo fottutamente terrorizzati perché pensiamo che tu ti possa ammazzare per come stai reagendo"

In quel momento nessuno di noi tre è stato più in grado di parlare. Sono scoppiata in lacrime assieme a loro.

"Scusatemi, scusatemi, non so che fare non ce la faccio più e fa sempre più male, sempre di più"

E non ne potevo veramente più, ero stanca, continuavo ad autodistruggermi, a devastarmi perché non potevo sopportare quello che avevo fatto. Non riuscivo ad accettare che avessi sbagliato, che fosse colpa mia, che non ero la solita vittima, che ero anch'io una carnefice.
Se ero io la carnefice e non la vittima quale soluzione migliore del farmi del male? Che fosse bevendo fino a stare male o fumando fino a distruggermi i polmoni non aveva importanza.

Era tutto di un blu così scuro.

E pensare che l'acqua mi arrivava ancora alle clavicole, avevo ancora la gola libera.

𝐭𝐞𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞 𝐚𝐫𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚 -ᴊᴇɴʟɪsᴀDove le storie prendono vita. Scoprilo ora