Due mesi dopo essere tornate a parlare Mi hai dato una notizia che mi ha spezzato il cuore. Me lo aspettavo, doveva succedere ma mi ha spezzato il cuore. Ti eri fidanzata con Oliver. Me lo aspettavo. Ma speravo non me lo avresti mai detto.
«Lisa, Lisa, Lisa!» l'hai detto con una voce così bella e gioiosa.
«Jen, che succede?» ho sorriso anch'io.
«Oliver!»
Cosa? No non dire nient'altro ti prego non voglio ascoltare, non me lo dire ti prego.
«Oliver cosa?» continua a sorridere su.
«Ci siamo messi assieme -no fermati, va bene così, basta- siamo andati nel bar vicino a Portobello e mi ha baciato. Lalisa mi sono fidanzata.»
Sorridi continua a sorridere. Ricordati. Non dirmi nient'altro sta zitta, cazzo. STA ZITTA!
Non sei stata zitta. Abbiamo parlato tutto il pomeriggio. Sono rimasta ad ascoltarti parlare. Per tutto il pomeriggio. Appena sono rimasta solo ho cominciato a pensare, pensare troppo. Non saremmo mai tornate assieme, non mi avresti amata mai più. Ma mi avevi amata?
Jennie mi hai mai veramente amata? Cerco ancora una risposta a volte.
Le lacrime hanno cominciato a rotolarmi giù dalle guance e i singhiozzi a bloccarmi la gola. Continuavo a premermi le mani sugli occhi mentre camminavo. Cercavo di asciugare il più possibile le lacrime. Ho corso. Ho corso fino alla stazione dei treni più vicina e ho comprato i biglietti singhiozzante da un bigliettaio sconcertato.
Da un certo punto di vista si può dire che io sia scappata via.
Ho preso un treno con la nebbia. Che strideva maledettamente sulle rotaie,che attraversava campi verdi sotto il cielo grigio. Mi sembrava tutto così blu. Sono finita in un paesino di mare fatto di scogliere. Pioveva? Non me lo ricordo. Era così simile a quello in cui eravamo andate in vacanza. Ho guardato il mare mosso che sbatteva contro gli scogli mentre piangevo. Mi sono accasciata e ho urlato. Ho urlato finché non ha cominciato a bruciarmi la gola e poi ho ricominciato a singhiozzare. Mi sono alzata barcollante appaggiandomi alla staccionata riempiendomi le mani di schegge. Ho ripreso il treno dopo aver vagato ancora per un po'. Sono tornata a casa tremante e mi sono infilata nella doccia senza neanche svestirmi. Ho pianto ancora e ancora e ancora.
Ti odio oceano! in se i tuoi imperi e tumulti lo spirito ritrova; quella risata amara dell'uomo vinto, piena di singhiozzi e d'insulti io la sento nel riso enorme del mare.
come mi piaceresti, notte, senza queste stelle la cui luce parla un linguaggio sconosciuto!
perché io cerco il vuoto, e il nero, e il nudo!
Mi sentivo vuota. Ti amavo, ti amavo ancora tantissimo e avevo dannatamente sete del tuo amore. A volte il dolore mentale provocato da te e da me scivolava sul corpo e diventava fisico. Ho odiato tutto nei mesi successivi.
Ho smesso di frequentare l'università, non quel mese. Ma ho smesso, non ero abbastanza lucida. Ma dovresti saperlo bene
Tae sta dormendo come un bambino affianco a Gguk. Se ricomincia ad avere gli attacchi d'ansia tra me e lui Gguk si metterà le mani tra i capelli. E Jeongguk? Sta bene? Sta bene quel bastardello che ha sempre ragione e con una leggera irritabilità per quando ha ragione ma nessuno lo ascolta.
Scusami Gguk.
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𝐭𝐞𝐚 𝐜𝐚𝐧𝐧𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐞 𝐚𝐫𝐚𝐧𝐜𝐢𝐚 -ᴊᴇɴʟɪsᴀ
FanfictionVoglio ancora il dolore che mi porti se posso avere ancora un attimo di te angst