III

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Hermione si sentiva strana in sua presenza, non comprendeva come riuscisse a sopportarlo tanto. Una volta si sarebbe spaventata nel vederlo con la sua bacchetta in mano, si sarebbe sorpresa nel vederlo raccoglierle una cosa che le era caduta, ma a un tratto la cosa le sembrava del tutto naturale, e non capiva perché.

"L'hai ritrovata quindi.." Draco se ne stava fermo nella stessa posizione da qualche momento, porgendogliela.

"Sì, era nella mia scrivania, nell-"

"Nella scatola di Ollivander..." completò la sua frase. "Curioso - aggiunse poi - Anche la mia."

"Non riesco a ricordare, non riesco a capire niente!" si portò le mani alle tempie.

"Forse dovremmo cercare di raggiungere la soluzione insieme - la guardò con la coda dell'occhio - Intendo, per metterci meno tempo."

Ancora una volta le parve tutto troppo strano. Non era normale che Draco se ne stesse poco lontano da lei a proporle di lavorare insieme, e che lei non lo stesse colpendo con tutta la sua forza urlandogli che no, mai e poi mai avrebbe potuto collaborare con una persona come lui.

"Sentiamo" gli strappò la bacchetta dalle mani.

"C'è una pozione.."

"Non ci pensare nemmeno!" lo interruppe subito lei, capendo che si riferiva alla pozione Mnemoriam. Ci aveva pensato solo per un istante la sera prima, sdraiata nel suo letto, prima di rendersi conto che non solo non era assolutamente tollerata la sua preparazione all'interno della scuola, né tantomeno da parte di uno studente, ma anche che per realizzarla era necessaria una quantità infinita di ingredienti quasi introvabili.

"E invece sì che ci penso. Non possiamo vivere la nostra vita a metà!" si lamentò lui.

"Ci devono essere altre soluzioni. Chiedere ai nostri amici per esempio, o a tutti quelli con cui abbiamo avuto contatti negli ultimi mesi, e ricostruire il passato con calma."

"Quali amici? Chissà quante cose sono cambiate in questi mesi che noi non sappiamo. Non è una soluzione attendibile. Nessuno riuscirà a dirci perché siamo dovuti tornare indietro nel tempo, nessuno può darci delle vere risposte, perché solamente noi possiamo conoscere a fondo la verità."

"È vero, ma possiamo cercare di risalire da soli."

"Bene allora. Mettiti pure sui libri a fare il tuo bel puzzle. Io ho troppa curiosità e troppa poca pazienza per mettere i miei avvenimenti nelle mani di qualcun altro" alzò le spalle voltandosi.

Hermione rimase immobile, in silenzio. Non sapeva perché si era fermata a parlare con Malfoy come se potessero tollerarsi, né perché era stata ferma ad ascoltarlo, ascoltarlo per davvero, negli ultimi minuti. Il modo in cui lui le aveva risposto l'aveva innervosita, quella sua solita punta di arroganza e dispregio le si ripetevano nella testa, mettendole addosso una strana voglia di aggredirlo.

Sentiva che quello che era successo doveva essere importante, qualcosa in grado di sconvolgere gli equilibri.

Solitamente avrebbe avuto fiducia in sé stessa nelle sue stesse scelte. Si sarebbe detta che sicuramente esisteva un motivo valido che giustificava i suoi comportamenti, ma non in quel caso. Non trovava neanche una mezza constatazione a favore della sua stramba azione.

Indossò di nuovo il mantello e sparì, cercando di rimetterlo esattamente dove l'aveva trovato, senza destare sospetti.

Su una cosa Malfoy aveva ragione, i ricordi degli altri dovevano sicuramente essere contaminati da false impressioni, voci di corridoio, impressioni e giudizi personali, prospettive diverse.

Non sapeva nemmeno se le cose fossero rimaste come le ricordava.

Che cosa le era successo?

(...)

Le lezioni mattutine scivolarono velocemente in un tempo difficile da definire, per quanto poco le sembrasse, sapeva che anche un paio d'ore avevano un'importanza vitale.

Evitò lo sguardo di più o meno tutti, scambiò qualche lieve parola con Harry, celandosi dietro la facciata di chi doveva starsene attento e studiare. Il panico aveva iniziato a correre dentro di lei già dalla mattina stessa, quando si era resa conto di dover affrontare i M.A.G.O. con quattro o cinque mesi in meno di studio. Chissà quanto si era data da fare, ricordava poco.

Avrebbe davvero voluto andare dai suoi amici e raccontargli tutto, e farsi raccontare, ma sentiva qualcosa dentro di lei che le suggeriva di non farlo, di aspettare. Forse erano state le parole di Draco nell'aula di pozioni, oppure solo un sesto senso, ma era pericoloso.

Come avrebbero reagito? Si sarebbero arrabbiati? O forse lo erano già? Li sentiva distanti, pensò che non fosse la cosa più saggia confessargli di aver cambiato il corso del tempo di chissà quanti momenti appresso in complicità di Malfoy.

Decise di provare, almeno in quei primi giorni di confusione, a mantenere un profilo basso, non parlare con nessuno se non strettamente necessario, e scrivere su un quadernino tutto ciò che di più recente poteva ricordare.

I suoi amici non sembrarono preoccuparsi della sua assenza nei dialoghi o nei brevi incontri. Era periodo di consegnare elaborati e fare test, e ringraziò sé stessa per la sua ossessione di portarsi avanti: i compiti erano stati fatti e gli argomenti erano già stati studiati durante l'estate. Non fu molto difficile mantenere la sua media.

Nessuno pensò che ci fosse qualcosa che non andava.

Inizialmente le venne in mente qualche altro piccolo frammento, sorrise sollevata. Devo solo pensarci, devo solo ricostruire e le cose piano piano mi torneranno in memoria, si disse.

Ma dopo i primi, deboli ricordi riaffiorati, nulla fece più capolino nella sua mente. Niente di niente.

Dopo ore di svariati giorni passati davanti a quel quadernino che stentava ad aggiungere informazioni al suo poco carico, appoggiò la penna disperata.

*

Buonasera ;) sono contentissima di continuare questo percorso con voi🤍 previsioni sui prossimi sviluppi? Riusciranno Hermione e Draco a tollerarsi?

Interminor II // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora