VIII

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"Sei solo una stupida!" esordì Malfoy, quasi urlando in cortile in preda all'ira, mentre si avvicinava a lei.

"Come, prego?" alzò un sopracciglio visibilmente offesa, e incrociò le braccia. "Non ti permettere mai p-"

"Come ti è venuto in mente di raccontare una cosa del genere a Nott?!" le chiese.

Non seppe rispondere. Ci aveva pensato tutta la notte: perché si era sentita di confidarsi con un perfetto sconosciuto invece che non i suoi amici di sempre? Non lo sapeva nemmeno lei, ma si era affidata a quello che sentiva dentro, e aveva sentito che non sarebbe sopravvissuta se un'altra bugia avesse lasciato le sue labbra.

"Non lo so, avevo bisogno di parlarne con qualcuno, e lui mi è sembrata l'unica persona che..."

"Che?! Che potesse fregarci alla grande?"

"No, ma... Non penso abbia interesse in nessuno dei due"

"A quanto pare ne ha verso di te.. Io e lui abbiamo litigato a morte qualche mese fa, e mi odia."

"Non pensavo fosse così grave, io... Non so che mi sia preso, ho solo pensato che fosse la cosa meno dannosa che potessi fare, volevo parlare con te e si è presentato lui alla mia porta, Ginny mi aveva detto che c'era qualcosa tra noi e avevo paura che pretendesse... Non lo so, ho avuto paura a mentirgli, non lo conosco nemmeno. Dire la verità mi è sembrata la cosa più sensata da fare." Confessò, senza nemmeno tentare di difendersi.

Il volto corrugato e infuriato di Malfoy sembrò rilassarsi per un instante, poi tornò a piegarsi nervosamente: "Non fare mai più una cosa del genere, hai capito?" le si avvicinò.

"Ho sbagliato, ok, ma non ti puoi permettere di offendermi, né tantomeno di darmi ordini! Non sono uno dei tuoi amici serpeverde che fanno tutto quello che gli dici, ho una testa che funziona per conto suo, e ho fatto quello che IO ho ritenuto giusto, e continuerò a farlo. O magari accetterò qualche consiglio, se dato in maniera più rispettosa..." rispose fumante di ghiacciata rabbia.

Draco prese un respiro profondo, chiuse gli occhi e cercò di non sfornare tutte le altre cattiverie che avrebbe voluto dirle.

"Hai comunque fatto un'enorme cazzata" disse arido, guardandola dall'alto in basso.

"Non capisco cosa mai potrebbe fare. Se davvero ci tiene a me allora cercherà solo di aiutarmi, dove sta il problema? Ho solo seguito il mio intuito."

"Allora faresti meglio a chiedere al tuo intuito se si sia rincoglionito o se sia sempre stato così poco funzionante, perché quel pazzo si è presentato in camera mia con l'intento di picchiarmi per averti cancellato la memoria e dicendomi che mi avrebbe denunciato in presidenza!"

Hermione si portò una mano sul viso. Non sapeva più cosa fare. Un altro scenario le era stato posto davanti, forse le persone del suo passato cercavano di aiutarla, di farle capire che la vera minaccia era Malfoy, oppure era tutto il contrario. Non poteva fidarsi di nessuno, nemmeno di Draco.

"Stai tranquilla" disse alzando gli occhi al cielo "Gli ho cancellato la memoria, è come se il tuo scivolone non fosse mai accaduto... Non serve che ti disperi. Ma farai meglio a stare più attenta, hai capito?"

"Smettila di minacciarmi!" lo spinse lontano da sé, delirando.

Lui si lasciò spingere, mezzo divertito. La guardò, convincendosi che il caos che probabilmente aveva in testa doveva farle davvero male.

"Come ti è venuto in mente di cancellare la memoria di un'altra persona dopo quello che stiamo passando?! Non hai un minimo di sensibilità!" urlò, tirando fuori la bacchetta tra le lacrime nervose.

"Ma che fai?" chiese con un sorriso misto a confusione.

"Stai lontano" gli disse scandendo bene le parole e guardandolo dritto negli occhi, facendo un piccolo gesto con la bacchetta.

Lui alzò le mani, e con esse le sopracciglia. Le lasciò ricadere entrambe poco dopo, e disse: "Ti devi calmare. Vorrei dirti che immagino quello che provi, ma mentirei, perché non sono un pazzo sensibile come te, e so controllare i miei sentimenti" sorrise guardando altrove. Poco dopo ripose nuovamente lo sguardo su di lei, tornando serio: "Però... Io non voglio imbrogliarti, e credo che neanche tu voglia imbrogliare me. Credo anche che tu ieri sera volessi chiedermi di fare la pozione con te, perché ti sei resa conto che io sono l'unico che ha un interesse genuino, e te lo posso giurare" sospirò per la fatica nel pronunciare quelle parole davanti a lei.

"I tuoi giuramenti non valgono niente" disse lei freddamente.

"Bene, allora!" alzò le braccia frustrato, prima di ribatterle nuovamente lungo i suoi fianchi: "Continua a fidarti dei tuoi amichetti grifondoro! Ah no, c'è anche una new entry serpeverde, il magnanimo Theodore Nott!"

"Vaffanculo" rispose lei, senza mai abbassare la bacchetta.

"Vaffanculo tu!" le urlò lui "E leva quella cazzo di bacchetta, mi stai seriamente facendo innervosire!" la avvertì guardandola dritta negli occhi.

"Io non ho paura di un codardo come te!" gli urlò lei.

Draco estrasse la sua bacchetta con una velocità tale da non permettere ad Hermione di disarmarlo. Rimasero lì, nel freddo del cortile, a puntarsele in faccia per qualche secondo.

"Gettala" disse poi Hermione.

"Gettala tu" rispose Draco.

"Insieme" sospirò lei.

Lui alzò gli occhi al cielo: "Mi sembra di parlare con una bambina di tre anni."

Sbuffò rumorosamente, di fronte ai suoi occhi nocciola determinati.

"3, 2, 1..." sospirò sconfitto, sentendosi un po' infantile come lei per aver ascoltato il suo suggerimento.

Lanciò la bacchetta alla sua destra. Hermione teneva la sua ancora in mano e la puntava sulla sua fronte. Avanzò verso di lui, si spostò leggermente alla sua sinistra, raccolse la bacchetta di Draco con la mano libera senza mai smettere di guardarlo.

"Ok, hai vinto. Questa volta il coglione che si è fidato sono io, non me l'aspettavo da te Granger... vista la tua infinita lealtà" rise di fronte alla bacchetta di lei che si avvicinava sempre di più al suo viso.

"Ora puoi farmi saltare la testa" continuò a sorriderle, sgranando gli occhi come a sfidarla.

Quelli di Hermione divennero due piccole fessure, la bocca fece sbattere le arcate dei denti tra loro, si innervosì.

Abbassò la bacchetta, gli lanciò la sua. Draco l'afferrò al volo, senza togliersi quel cipiglio di superiorità che non l'aveva mai abbandonato.

"Sei uno stronzo, e io ti odio" gli disse, a debita distanza.

"Grazie, vorrei contraccambiare, ma non sei così importante" sorrise lui.

Lei alzò platealmente gli occhi al cielo e avanzò verso di lui per superarlo e andarsene, ma fu trattenuta per un braccio.

"Sei con me quindi?" le chiese, a poca distanza dal suo viso.

I loro occhi si mischiarono di nuovo, le sembravano di vetro ogni volta che lo guardava. Un vetro tagliente come un bisturi, di quelli che ti fanno sanguinare e ti aprono la pelle senza nemmeno farti rendere conto del dolore. Sottili e precisi, spietati.

"Mai con te" si strattonò via dalla sua presa "Ma facciamo questa maledetta pozione e torniamo alle nostre vite" avanzò finalmente. Draco si voltò a guardarla e lei si fermò di colpo.

Si voltò velocemente, puntandogli di nuovo la bacchetta in faccia, facendolo indietreggiare, divertito come sempre: "Se provi a fregarmi ti ammazzo".

Calò il silenzio, lui sollevò l'angolo della bocca. Hermione abbassò definitivamente la bacchetta e camminò fuori dal gelo del cortile, e degli occhi di lui.

Interminor II // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora