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Le lezioni proseguivano insieme alle giornate, ruvidamente, il tempo non scorreva bene. Mancavano pezzi, e lei ne sentiva il peso in ogni momento, perfino nel sonno. Le era difficile trovare pace.

Durante i primi due giorni comprese che sia Ron che Ginny avevano preso le distanze da lei, non ne sapeva il motivo. Soffriva, non capiva perché la sua amica fosse così distaccata e non volesse passare del tempo con lei come una volta. Si doveva essere lasciata con Ron, lui non si era mai avvicinato, limitandosi a qualche frase leggermente amichevole, ma perché?

Si sorprese a non sentirsi ferita nel venire a conoscenza di quella situazione: perché non le importava di non essere più la sua ragazza? Perché si sentiva quasi sollevata? Forse il contaminato, ultimo ricordo delle loro liti a inizio anno aveva fatto il suo lavoro, ma non sentiva nulla di più di un leggero dispiacere per il loro allontanamento.

Si convinse che il suo fosse un atteggiamento strano, avrebbe dovuto, piangere e soffrire anche al solo lontano pensiero di continuare a vivere senza Ronald, invece non accadde.

Harry sembrava l'unico a cui la situazione non desse alcun peso: era sempre lo stesso con Hermione, e aveva molte cose a cui pensare. Ricordava le serate d'estate in cui fantasticavano su come viversi al meglio l'ultimo anno ignorando le sofferenze e recuperando la serenità che in quegli anni gli era sempre mancata. Hermione aveva percepito una forte voglia di normalità nel suo amico.

E proprio in quel momento, mentre passeggiavano in direzione della serra per la lezione di erbologia, lei gli domandava: "Sei arrabbiato per quello che è successo con Ron?"

Si era fermata molte volte a pensare a come avrebbe potuto domandare cose di sé senza dare in evidenza della sua situazione mnemonica. La migliore soluzione le sembrò fare finta di conoscere tutto, e sperare di avere delle piccole informazioni.

"Non mi importa niente Hermione. Finché nessuno dei due manca di rispetto all'altro non vedo motivo per cui io mi debba mettere in mezzo o giudicare uno di voi."

"E perché Ginny sembra così arrabbiata?" provò a domandare con la voce tremante.

"Me l'hai chiesto almeno due volte! È successo da poco, lascia che si preoccupi per lui. Per quanto io e te possiamo esserle vicini, lui sarà sempre suo fratello, e lei sarà sempre dalla sua parte prima che dalla nostra."

"Non capisco, lei è una persona razionale, non si fa mai influenzare da legami esterni o cose simili..." pensava ad alta voce.

"Perché non ne parli con lei? Sono sicuro che le farebbe piacere."

"No, non è il caso" si spaventò al pensiero di dover affrontare una discussione su cose a lei sconosciute. "E Ron invece, ti ha detto qualcosa di recente?"

"La smetti di farmi le stesse domande? Mi ha detto le stesse cose che ti ho detto quando me l'hai chiesto una settimana fa: secondo me ti attacca per mascherare il suo orgoglio ferito. Insomma, tutti quanti ci aspettavamo che sareste stati insieme per sempre, invece siete durati meno del primato dei tassorosso al torneo di quidditch."

"Già, lo pensavo anch'io..." confessò, in preda alla confusione.

"Tranquilla" si fermò un momento, appoggiandole una mano sulla spalla "Se non provavi più le cose che provavi prima hai fatto bene a lasciarlo. Che senso avrebbe avuto aspettare che la relazione morisse da sola? Mi sembravi più convinta appena l'hai fatto..."

"Già..." si limitò a dire lei. Erano ormai giunti a destinazione, ed Hermione ne approfittò per sorridergli debolmente prima di entrare nella serra per sfuggire a quel silenzio imbarazzante. Harry aggrottò le sopracciglia, gli parve un atteggiamento un po' strano. Era così sicura di sé quando gli aveva confessato di volerlo lasciare e subito dopo averlo fatto, anche di fronte al cinismo di Ginny, ed ecco che il suo atteggiamento pareva quello di un'altra persona. 

Interminor II // DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora