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La sera io ed Edoardo ci trovavamo seduti al tavolo di una pizzeria, in tarda mattinata avevamo raggiunto casa dei suoi ed ora eravamo a cena fuori io e lui, per poi dirigerci al concerto. Io indossavo un top verde ed un gonna bianca ne troppo corta ne troppo lunga, non avevo di certo un fisico perfetto ma non mi potevo nemmeno definire sovrappeso, semplicemente non mi piacevo, ma Christian ed Alexia mi avevamo insegnato ad avere più autostima, il moro infatti tutte le mattina quando era a casa mi dava il buongiorno sussurrandomi all'orecchio "sei bellissima, buongiorno" e questo vizio non gli passò neppure dopo esser entrato in casetta, infatti ogni suo buongiorno o buonanotte erano accompagnati da un classico ma dolcissimo "sei bellissima". Edoardo ordinò una diavola ed io puntai alla mia solita margherita, erano le sette e mezza di sera quando iniziammo a cenare, ma prima arrivavamo meglio era, dato tra l'altro che ci attendeva una buona mezz'ora di macchina da dove attualmente ci trovavamo. Cenammo, pagammo ed in auto chiamai Chri che mi accompagnò, assieme a Mattia, per tutto il viaggio. Scendemmo dall'auto ed Edo mise in funzione l'antifurto, poi mi prese la mano e disse <Pronta a spintonare qualcuno per appiccicarci al palco in prima fila?> risi gli strinsi la mano e risposi <Basta che non ti fai ammazzare, sai non so guidare> fece una smorfia divertito dalla mia ironia e ribbattè a sua volta prendendo a camminare <Sei simpatica eh> risi e lui mi sorrise felice, arrivammo all'ingresso ci controllarono i biglietti e finalmente raggiungemmo la tanto attesa prima fila. C'era gente di ogni età, bambini con i genitori, ragazzi, coppie, addirittura adulti sorridenti pronti ad applaudire al ventunenne biondo, che a breve avrebbe conquistato il palco. Poco dopo le luci si spensero e si accelero quelle secondarie, inizialmente però c'era solo buio e un brusio di voci ansiose in sottofondo, poi una luce gialla e del fumo contornò una figura seduta al piano, ci fu un attimo indecifrabile di silenzio e stupore, ed ecco il piano che iniziò a produrre le magiche note di "Mi manchi" e la voce di Luca che da esso era accompagnata. Il concerto proseguì, dopo l'apertura con "Mi manchi" cantò "Yellow" e "Loca" poi vari omaggi ad artisti strepitosi per riprendere con le sue canzoni da "Perfetta così" sino a "Mille parole" interagì diverse volte con il pubblico e ad un tratto abbassò lo sguardo e molto probabilmente mi vide e mi riconobbe, perché sorrise si abbassò e mi tese la mano, Edoardo mi guardava entusiasta, lui non sapeva nulla di me e Deddy o della mia amicizia con Luca, e allora mi incitò a prendegli la mano. Così feci e Luca mi tirò a se sul palco <Bene, credo sia ora di presentarvi una vecchia conoscenza> lo guardai perplessa e lui sorrise e mi sussurrò distante dal microfono <Tranquilla, non una parola oltre la nostra amicizia> sorrise e mi abbracciò <Lei è Sara, probabilmente non la conoscete, ma presto, molto presto la acclamerete sui più importanti palchi d'Italia> atrossii bruscamente e sorrisi alzando una mano per salutare timidamente la miriade di persone davanti a noi <Un pezzo assieme?> urlò una voce maschile da sotto il palco, e subito riconobbi la voce del mio coinquilino <Ci sta! Tu che ne pensi?> mi domandò Luca sentendo ed approvando la frase di colui che a sua insaputa era il mio compagno di classe nonché di casa <Si, si sarebbe fantastico> risposi annuendo al suo fianco, ancora gli stringevo la mano, come se lui sul quel palco non mi ci avesse mai portata, come se fossi ancora appesa tra il sotto ed il sopra, tale era l'emozione e la sorpresa. Poi porse una domanda fondamentale, non a me, ma a tutti coloro che erano li per lui, per la sua musica e la sua bellezza artistica e personale <Beh che volte sentirci duettare?> ed il pubblico parve trovarsi indubbiamente d'accordo, e urlarono all'unisono, come una sola ed immensa voce il titolo di uno dei brani del biondo <"Mi manchi"> mi sarei dovuta aspettare tale risposta, ma mai avrei mai immaginato di dover cantare, piena di emozione, davanti ad un pubblico vero , al di fuori di Christian o Edoardo, accanto ad una persona speciale che per anni avevo perso di vista. Mi porse un microfono, ci accordammo su come cantare quel capolavoro reso musica, lo guardai negli occhi e base partì. Lui cantò la prima stronfa, duettammo il ritornello, ed io ripresi la seconda strofa, poi fu tutto un duetto, un mescolarsi di voci ed emozioni, un intrecciarsi di sguardi e sorrisi, un completarsi di ritmi e parole. Fu un ritrovarsi di un vecchio legame mai spezzato, bensì accantonato, fu magico, per entrambi. La canzone terminò e solo allora riaprii gli occhi al mondo reale, e l'udito ritornò a concentrarsi su tutto oltre che alla voce di Luca, sentii gli applausi, le grida ed i complimenti. Pian piano il pubblico si calmò, il brusio di voci eccitate rimase acceso e i sorrisi rimasero vividi nei volti dei presenti, Luca mi prese nuovamente la mano e mi salutò, facendomi anche fare un'ulteriore applauso. Mi accompagnò alle scale del palco seguiti dagli applausi e dalle grida, e mentre raggiungemmo le scale mi sussurrò, tenendo ben distante il microfono da viso <Ti aspetto in camerino a concerto finito> prese rapidamente dalla tasca una carta metallizzata e me la porse <Questa ti sarà utile per passare senza problemi, porta con te anche il tuo amico che me lo presenti. Abbiamo tanto da raccontarci> mi sorrise poi mi consegnò nelle mani della sicurezza che mi fece scendere dal palco e mi ricondusse da Edoardo, che non appena mi riebbe accanto mi abbracciò <Mio dio hai cantato al fianco di Aka7even!> risi e in tutta risposta decisi di stupirlo ancora e gli comunicai <Si, è ci ha invitati in camerino dopo il concerto> lui mi stinse ancora più forte e poi rispose <Mi devi un sacco di spiegazioni ma attenderò per riceverle ora voglio solo godermi questa serata con la mia amica> sorrise. Poco dopo sul palco Aka annunciò l'ingresso si un suo caro amico e compagno d'esperienza, all'inizio credetti si trattasse di Tancredi, avevano un bellissimo legame, molto forte anche fuori dalla scuola di "Amici"ma quando vidi entrare il ragazzo dal ciuffo castano scuro mi paralizzai. Deddy salì sul palco e con Luca che saltava a destra e sinistra canticchiando anche qualche strofa con lui, presentò il suo nuovo singolo, ed io lo ammiravo mentre delle vecchie ferite da poco rimarginate, si riaprivano, sanguinando ancora e bruciando come fossero fresce. E mentre lui cantava il ricordo della sera nella camera d'hotel dove alloggiavamo durante il tour, e le sue prole, la sua confessione, le mie lacrime secche sul viso dopo una notte in treno, il dolore soffocato dalle braccia di Christian che mi stringeva e lui che mi chiamava, preoccupato o pentito, senza sosta e non ricevendo risposta, tutto riaffiorava in una mente ancora giovane di tradimento e impregnata di dolore. Lui cantava e le parole mi svegliano i ricordi, la sua voce doveva rimanere un suono ovattato nei ricordi chiusi nel dimenticatoio ed invece era lì troppo vicina e allo stesso tempo lontana.

Nei tuoi occhi/ Mattia Zenzola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora