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Febbraio

Finalmente venerdì, l'undici di febbraio, ero pronta a chiamare Mattia e Christian prima di guardare il daytime di quel pomeriggio, ma prima avrei dovuto raggiungere il mio piccolo appartamento. La campanella quella mattina non suonava più, i minuti passavano lenti ed interminabili, eppure ne mancavano solo dieci all'orario d'uscita. Uno squillo acuto e prolungato, avevo già infilato tutto nello zaino, alla rinfusa, e lo avevo stretto in spalla chiudendo la zip della giacca, faceva freddo, quell'inverno più degli altri. Edoardo non era venuto a scuola quella mattina, quindi me la sarei dovuta fare in bus, odiavo prendere quegli attrezzi a quattro ruote, odiavo la gente ammassata, la corsa ai posti e l'odore acre dei profumi o del sudore l'uno che andava a contrastare l'altro. Arrivai alla fermata con le cuffiette ben salde alle orecchie, non aspettai nessuno, né della mia classe né di altre, volevo solo chiamare i miei amici, tornare a casa ed accendere la TV. L'autobus arrivò con cinque minuti di ritardo, la mia fermata invece mi si parò davanti ben oltre il tempo stabilito, per via dei lavori sulla strada che ci hanno portati a prendere il percorso parallelo ma più lontano da casa. Arrivai e, come stamattina Edoardo mi aveva anticipato, ero sola, lo sarei stata per i due giorni successivi, era dovuto scendere a Bari con urgenza per via della famiglia. Aprii il frigo e gettai lo zaino sul pavimento, presi del pollo che la sera prima era avanzato e lo infilai in forno, mi apparecchiai la tavola con le postate, piatto bicchiere e tovagliolo, sicuramente non secondo le regole del bon ton. Il forno si spense avvretendomi con un suono paragonabile ad un campanellino, presi il pollo e poggiai di fretta il cellulare alla bottiglia di vetro avviando la chiamata con Christian. <Ei> rispose dopo una decina di squilli, la sua faccia era provata, le occhiaie profonde e gli occhi arrossati di pianto <Chri che hai?> gli chiesi senza ricambiare il saluto, mutando la mia felicità in seria preoccupazione <Hai visto il day time?> fu ciò che ottenni per risposta, scossi il capo <Non è ancora andato in onda, dimmi che hai ti prego> ora lo imploravo, letteralmente, solo lui mi conosceva abbastanza da sapere quanto odiassi vederlo così <Mattia> disse in un sussurro seguito da un singhiozzo strozzato, restai in silenzio dandogli il tempo di proseguire, guardandolo con occhi tristi ed il fiato sospeso <Mattia- ha dovuto lasciare il programma> sentii il suo cuore frantumarsi un po di più. Una lacrima mi solcò il viso, non ci potevo credere, non era successo davvero, non riuscivo a parlare, non sapevo come consolarlo ne tanto meno come comportarmi. Non capivo come quel ragazzo,che conoscevo solo tramite schermo mi fosse arrivato così tanto da inprimersi nel cuore, non sapevo quando la parola amore avesse preso il auo nome, o quando il suo viso avesse iniziato a scolpirsi nella mia anima, eppure era successo, ed ora sapevo che forse mi stavo innamorando. <Vorrei abbracciarti> ammise mio fratello con un groppo in gola che mandò giù a fatica prima di parlare <Vorrei averti qui come tutte le volte in cui stavo male> le sue lacrime correvano sulle guance morbide che io carezzevo quando era triste, ed allora trattenni il fiato come se d'un tratto provassi il suo dolore sulla mia pelle e senza pensare dissi <Voglio andare da lui> Christian alzò un minimo gli occhi rossi verso di me, singhiozzi costanti interrompevano il suo respiro rendendolo irregolare, non disse nulla, ma io si <Penso gli possa far piacere non stare solo, vorrei venire da te, stringerti e dormire assieme sul divano dopo un film, ma non posso, voglio far star bene almeno lui> era vero, volevo che almeno uno dei due colmasse un po la distanza, se non potevo stare con Christian avrei voluto vedere Mattia sorridere e non piangere. <Va da lui> sussurrò Chri sorridendo appena <Digli che non deve mollare mai, e che mi manca tanto, ripetigli, da parte mia, quanto sia diventato importante per me, e poi fallo sorridere> annuii piano, poi sospirai <Voglio vedere anche te sorridere> non mi rispose, provai uno strano senso di vuoto nel petto, lui aveva gli occhi spenti, il mio Christian, il ragazzo sempre solare e sorridente, ora faticava anche a fingere un sorriso, e mi faceva male <Ti mando l'indirizzo, così potrai raggiungerlo, a sorpresa> mi riferì, mettendo in pausa la videocamera ed entrando nella nostra chat per inviarmi la strada di casa dell'amico <Ricorda di dirlo alla mamma> mi avvertì e quasi riconobbi la sua voce seria ma non severa, che mi dedicava in certe circostanze <Sta tranquillo, la chiamerò > lo rassicurai spostando verso l'alto la notifica del suo messaggio <Devo andare> mi avvisò ed io mi trovai ad annuire ancora una volta <Sorridi> gli ricordai <Che sei bellissimo> e lui mi sorrise, pochissimo ma lo fece, annuì e mi rassicurò, così chiudemmo la chiamata, uno un po più malinconico dell'altra. Subito telefonai ad Anna raccontandole tutto, e parlandole del viaggio che avrei voluto affrontare "Non molto" risposi alla sua domanda riguardante il mio tempo di permanenza dal biondo, ma la verità è che sarei stata tutto il tempo che lui avrebbe voluto. "Per le lezioni?" mi aveva poi chiesto e l'avevo rassicurata dicendo di aver fatto richiesta di didattica a distanza per un improvviso spostamento da casa a tempo indeterminato, e lei assieme ad Ivan mi consentirono di viaggiare. Staccai anche la seconda chiamata del giorno ed accesi il computer, mi fiondai sul sito di un'agenzia di viaggi che vendeva biglietti per Bari a prezzi bassi e convenienti, sarei patita la sera successiva, "il prima possibile" mi ero detta e così feci. Una volta arrivata sarei andata da Mattia, e successivamente a cercate un albergo a basso costo per qualche notte, volevo aiutate il latinista, non sicuramente diventare un ospite indesiderato e improvviso. Acquistato il biglietto di andata, spensi il PC e accesi in successione la TV per guardare il devastate daytime di quel pomeriggio. Il referto, la reazione di Mattia, il suo banco a settembre senza il suo migliore amico, le lacrime di Christian, le loro parole ed il loro abbraccio, l'ultimo per chissà quanto tempo, mi spezzarono il cuore. A fine puntata mi trovai in un mare di lacrime, mai mi sarei aspettata di piangete per questo talent eppure ero lì, accovacciata sulla poltroncina verde salvia del salotto a versate lacrime su lacrime per un'amicizia oltre ogni legame tra mio fratello ed il suo migliore amico. Poco dopo decisi di alzarmi ed iniziate a studiare per il giorno successivo, feci matematica, filosofia e storia dell'arte prima di aver bisogno di staccare dallo studio, iniziai così a fare la valigia e quando terminai ripresi con le ultime due materie, un tema di italiano ed il ripasso di inglese. Cenai con una semplice insalata, poi mi feci una doccia calda e mi infiai il pigiama, raggiunsi la camera da letto dove mi sdraiai stanca tra i cuscini ed il piumone caldo. Non scrissi né a Mattia né a Christian come orami era routine fare, ma mi appisolai subito dopo aver letto il primo capitolo di "cime tempestose" che rimase accanto a me tutta la notte.

Nei tuoi occhi/ Mattia Zenzola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora