Mi trovai a stringere la mano di Edoardo con il cuore in gola, ero proprio davanti la porta del camerino di un vecchio amico, cosa avevo da temere? Non il biondo oltre di essa ovviamente, ma i ricordi alla vista di una persona che non avevo più avuto il coraggio di affrontare, dopo che mi ebbe spezzata in due. Nonostante l'ansia mi stesse divorando l'anima bussai, tremante nel profondo, sapendo che quella sera non avrei solo riabbracciato delle braccia conosciute, ma avrei anche affrontato un dolore, sepolto, accantonato, sottratto alla mente ma mai, mai superato, ricucito, saldato lontano dal cuore. Luca fece capolino oltre la bianca porta del suo piccolo camerino, mi prese per mano, ed Edoardo lasciò di conseguenza l'altra che stringeva, per spostarmi dalla "hall" del backstage. Le sue braccia trovarono presto, o meglio immediatamente, il mio busto, e mi strinsero forte, abbastanza da colmare quell'anno di assenza <dio Sara sei cambiata così tanto!> esclamò Luca, ma io non mi vedevo cambiata, non esteticamente almeno, ma gli sorrisi in risposta. Edoardo si schiarì la voce e il biondo gli scattò gli occhi addosso, pieno di cortesia e curiosità <Oh scusami, mi sono lascito prendere dall'emozione> iniziò, per poi tendergli la mano e proseguire <Io sono Luca, una vecchia conoscenza di Sara> Edo gli prese la mano e la strinse poi si presentò a sua volta <Edoardo, il suo coinquilino> ad Edo Luca non piaceva, lo capii da come lo squadrò, dalla testa ai piedi, nel modo di parlarlargli, e nel notare i piccoli comportamenti che il biondo mi dedicava. <Coinquilino? Credevo stesse assieme!> rise appena, Edoardo storse il naso, ed io arrossii. Luca aveva sempre dato voce ai suoi pensieri, aveva sempre detto la sua, io ci ero abituata ma Edoardo no, ed infatti gli dedicò un sguardo perplesso ed imbarazzato. Ad interrompere quel velo di imbarazzo che era calato nella stanza, fu la porta che si spalancò ed impattò contro il muro, Dennis fece irruzione solare nella stanza, bello come l'ultima volta che lo avevo visto, con le lacrime agli occhi e il cuore a pezzi, ma non potevo negare che fosse affascinante. Lo vidi ed il cuore saltò un battito, il sangue gelo e la testa si proiettò nuovamente a quella fatidica sera di fine Luglio. Luca mi guardò un'istante prima di sorridere al suo amico ricambiando l'abbraccio, il moro si voltò verso Edoardo e, come poco prima aveva fatto il ventunenne, anche egli si presentò. Ed infine mi guardò, i suoi occhi marroni mi invasero le ossa, e solo allora riuscii di nuovo a sentire le voci che mi circondavano. Mi si avvicinò a braccia aperte, ma io indietreggiai, inorridita dai ricordi, accecata dal dolore, e lui lo capì <Dai Sara ti avrò chiesto scusa tipo mille volte!> sbottò alla mia reazione <Tu non sai cosa ho passato> sibilai alla sua provocazione <Non ho avuto più modo di vederti, non me lo hai permesso, né tu né Christian> ribbeccò lui ostinato. Gli altri due ci osservavano senza proferire parola, erano lì, uno consapevole e a conoscenza dell'argomento causa di tale tumulto, l'altro, invece che cercava spiegazioni nei miei occhi verdi. <Potresti anche andare avanti!> mi intimò provando di nuovo a starmi accanto <Io ti amavo, ho accettato tutto, la privacy che giustamente esigevi dopo la fama, il fatto che mai, mai hai dato accenno di relazione sui social> la voce mi tremava, stavo affrontando ciò per cui mai sarei stata preparata <Non ho ribattuto quando mi hai detto che a casa saremmo potuti finalmente state "Di nuovo in due"> mimai le virgolette accennando al titolo della canzone che mi aveva segretamente dedicato, con la quale si era dichiarato dopo mesi di frequentazione, poi sospirai e passai a quel dannato 17 Luglio <Quella sera ti ho aspettato, ho salutato Christian ed Alexia di fretta, per raggiungerti in hotel. Quando mi avevi detto che saresti stato un periodo a Bergamo, avevo fatto i salti di gioia> il fiato mi si fece corto e il cuore pulsava talmente forse da sentirmelo nelle orecchie e nei polsi, oltre che nella gabbia toracica che pareva star per cedere sotto quella raffica di dolore pulsante del cuore <Ero lì, ad aspettarti, ad aspettare TE e nessun altro, e quando alle due hai avuto la decenza di tornare, avevi il viso nascosto sotto il cappuccio della felpa> gli occhi bruciavano, e il nodo alla gola tagliava le parole in singhiozzi ma proseguii <Ti chiesi perché indossassi una fottuta felpa in pieno Luglio, e quando non ottenni risposta compresi, mi alzai ti venni accanto> lui mi guardò, aveva gli occhi puntati nei miei e con una voce che mi parve, quasi, pentita, sussurrò <È stato uno stupido, stupidissimo errore> <Chi ama non tradisce!> sbottai dimenticando dove fossi, e con chi, presi aria e continuai a parlare <Ti tolsi il cappuccio, vidi quel cazzo di succhiotto sul collo dell'unica persona a cui avevo dato tutto, e sentii il cuore creparsi. Ma sai quando mi sono spezzata? Quando ho capito di aver perso? Quando ti chiesi di ammetterlo, e tu in tutta risposta mi dissi le stesse identiche parole di un'attimo fa "uno stupido errore"> tirai un'occhiata ad Edorado che ora fremeva di rabbia e vidi che si stava trattenendo. <Quando finalmente ti decisi a parlare avevo già la testa in fiamme, il cuore solcato e la verità tra me mani, ma ero ancora lì, poi mi dissi "sono stato con un'altra", lì, in quelle 4 parole persi i frammenti del mio cuore, una ferita che ancora brucia e fa male mi si aprì nel petto e fidati quando ti dico che intenzioni di saldarsi ne ha ben poche> ormai piangevo e raccontavo il mio rancore, e aspettavo risposte, le esigevo, allora chiesi <Perché non ero abbastanza?> e mi spezzai di nuovo, un'altra volta per la medesima persona <Tu sei sempre stata abbastanza, ciò non vuol dire che lo fossi io> non avevo più nulla da dire, più nulla da dare, a colui che avevo amato con tanta foga da farmi spezzare come un ramoscello sotto il peso di un passo. Chiusi gli occhi, dopo averli visto una lacrima solcare anche la sua guancia, e lo abbracciai <Ti auguro il meglio, e che tu riesca a trovare una persona che ti dia ciò che io non ti ho mai potuto dare> il suo respiro spezzato sulla mia schiena, le sue mani che mi circondavano di un malessere comune poi sussurrò <Trova qualcuno che ti meriti davvero, e che non faccia spegnere mai il tuo sorriso, o tuoi occhi pieni della tua anima, e quella galassia meravigliosa di emozioni che io sono riuscito a spezzare, fa si che qualcuno riccaccenda la fiamma che io ho spento con tanta avidità ed egoismo. Spero tu un giorno, non importa quando, mi possa perdonare per il dolore che ti ho, e ti sto, causando> strinse la presa poi mi allotanai da lui e in un bisbiglio di lacrime amare e dolore lacerante conclusi <L'ho appena fatto Dennis> e lui percepì la mia sincerità dopo che pronuncia il suo nome, e così sorrise. Avevo appena fatto il passo che mai avrei pensato di poter fare, ci avevo parlato, gli avevo rinfacciato il mio dolore, e lui aveva messo in chiaro il suo rimpianto, e così mi rintanai in una pronta guarigione per un cuore a pezzi.
STAI LEGGENDO
Nei tuoi occhi/ Mattia Zenzola
Short StoryUna ragazza la cui passione è sempre stata la musica, canta per far uscire il lato di sé che non sa mostrare, canta per lasciarsi andate, canta per potersi innamorare ancora una volta, perdendosi negli occhi più belli di tutto l'universo... i suoi ...