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La mattina successiva mi risvegliai accoccolata sotto il piumone giallo del letto di Matti, sorrisi realizzando che la giornata precedente non era frutto della mia immaginazione, né un sogno così limpido da sembrare reale, io non ero nella mia stanzetta piena di libri, pupazzi e mensole, bensì ero nel letto del ragazzo di cui ero innamorata da mesi, ero sotto le calde e morbide coperte del letto del mio ragazzo. Sospirai godendomi affondo il suo profumo, poi con il luccichio negli occhi mi voltai verso le presenza alle mie spalle, Mattia mi stringeva a sé avidamente ed al qual tempo dolcemente, sorrisi e rimasi a guardarlo per minuti eternamente piacevoli. Le labbra rosee e morbide erano schiuse in una piccola fessura elegante, le sue galassie chiuse dalle palpebre sottili, le guance leggermente arrossate, i capelli setosi totalmente in disordine ed il petto che si muoveva ordinario sotto il suo respiro regolare e delicato. Era bellissimo. Gli posai una mano sul viso attenta a non svegliarlo, e con il pollice iniziai a tracciare una linea verticale a mo di carezza, volevo baciarlo ne ero assolutamente e irrefrenabile tentata, ma vederlo dormire era una cosa così dolce e privata che svegliarlo pareva quasi un sacrilegio. Un respiro irregolare andò a spezzare la perfezione del suo sonno e Matti aprì gli occhi piano, quasi volesse carezzare l'aria con le ciglia lunghe e delicate, subito incrociò il mio sguardo, i suoi occhi azzurri parvero fondersi con i miei banali verdi, che vi ci navigarono avidamente per qualche minuti mozzandomi il fiato. <Buongiono> un bacio schioccò nell'aria fredda delle lunghe mattine di febbraio e la sua voce impastata di sonno riecheggiò nella stanza ed io sorrisi <Buongiono amore> lo vidi sorridere, un sorriso così dolce che mi sciolse il cuore. Non pensavo di innamorarmi, non di nuovo, ma ero follemente persa e presa da lui, dal suo odore, dalla sua voce, dal suo essere e soprattutto ed irreparabilmente dai suoi occhi. <Hai fame?> mi chiese sedendosi sul letto ed abbracciandomi, annuii d lui mi baciò i capelli spettinati <Andiamo a fare colazione al bar, poi ti porto nel mio posto preferito> mi sorrise poi si alzò piano dal letto e cercò le sue ciabatte e la stampella <Aspetta la prendo io> dissi allungandomi verso la stampella, senza però scendere dal letto per non toccare il pavimento freddo <Piccola così cad-> nemmeno a finire la frase che mi ritrovai sul pavimento gelido, Mattia rise, afferrò la stampella e mi si avvicinò <Stai bene?> ero rossa in viso e lui lo notò immediatamente sorridendo alla mia reazione. Mi posò una mano calda sulla guancia e sempre con il sorriso sulle labbra disse <Sei così bambina> ed ecco le sue labbra ancora una volta congiunte alle mie, che istintivamente si rilassavano sotto le sue come sentendosi a casa. Mi aiutò ad alzarmi, ci cambiammo a turno, io una sua felpa rosa e un jeans, lui un'enorme felpa grigio chiaro con stampata la scritta "love what it was to love" ovvero "ama ciò che è amare" una frase con grande essenza e poche parole un po come lui. Scendemmo al piano inferiore dove seduto al tavolo trovammo Daniele, che stringeva tra le piccole mani di un quattordicenne, una tazza celeste raffigurante uno squalo con la scritta "Buongiono e buona pesca" evidentemente comprata in circostanze marittime o semplicemente per bellezza o comodità. Accanto aveva un piccolo piattino in coccio con dentro due cortetti caldi uno vuoto ed uno alla marmellata <Buongiono piccioncini> rise e Matti accanto a me scosse il capo divertito <Buongiono Dani> gli rispose il fratello maggiore, e gli si sedette accanto, io sorrisi al ragazzino con cui ormai andavo pienamente d'accordo, era simpatico, sincero e trasparente, per non parlare dell'ironia che sapeva utilizzare facendo ridere sul serio <Giorno my lady> disse rivolgendosi a me e facendomi sorridere <Ma buongirno a te my lord> ridemmo e Matti con noi poi si voltò verso il fratellino e chiese < che combini oggi?> Daniele alzò le spalle pigramente poi rispose <Esco con Matt e Cloeh> il biondo annuì <Io e Sara facciamo colazione al bar, torniamo per pranzo, fa da bravo metre stai solo> si raccomandò sembrando quasi autoritario, il problema si verificò quando il più piccolo scoppiò a ridere a seguito delle parole del fratello <Cosa ridi vedi che sono serio io> lo riprese il latinista e tra uno sghignazzo e l'altro Daniele disse <Vuoi sembrare serio ma piu ti guardo più mi sembri la mamma> e li risi anche io, Mattia aveva tante abilità ma sicuramente, nonostante fosse il più grande in quella stanza non incuteva alcun tipo di autorità intimidatoria, lui era troppo buono per essere severo, ed aveva un cuore di panna che gli impediva di fare vere e proprie ramanzine <Amore non sei credibile, ha ragione Dani> risi sedendomi accanto al mio ragazzo che ora mi guardava imbronciato <lo hai chiamato "amore"?> esclamò Daniele guardandomi stupito ed io mi sentii avvampare le guance, tant'è che guardai Mattia rossa in viso dall'imbarazzo, lui sorrise e mi baciò come se nulla fosse davanti al fratello più piccolo, il che mi fece sprofondare in un vortice di imbarazzo e piacere infinito, così mi alzai d'improvviso dalla seria e toccandomi frequentemente i capelli ricci dissi <Vado- Vado un secondo di sopra> non attesi risposta dai due che mi allontanai frettolosa verso la rampa di scale sotto lo sguardo divertito e stranito dei due fratelli. Sembrava filare tutto liscio sinché per la fretta, ed avendo la testa ovunque tranne che sulla terra, poggiai male il piede sul quarto scalino scivolando e cadendo malamente dalle scale provocando un tonfo acuto. Mattia vedendo l'accaduto scattò in piedi e mi corse accanto <Stai bene?> non sembrava ridere anche se molti al posto suo lo avrebbero fatto, era preoccupato e lo dimostrava. Non risposi subito dovevo realizzare l'accaduto, la caduta ed il forte e insistente dolore al polso sinistro, il mio ragazzo continuava a guardami con i suoi occhi color mare in tempesta, preoccupato in attesa di risposta, Daniele ci aveva raggiuti e nemmeno lui rideva, ma mi guardava in attesa di una risposta ad una domanda che nemmeno avevo sentito. Qualche minuto dopo ero seduta sul divano con Daniele accanto e Mattia inginocchiato di fronte <Amore che ti sei fatta?> ripeté per minimo la decima volta il latinista <Mi fa male il polso> ammisi finalmente riprendendomi dalla contemplazione del pavimento <Fa vedete> lo toccò delicatamente ma il dolore non tardò ad arrivare, scostai il braccio d'istinto e mi lamentai <ahi!> Mattia ed il fratello si guardarono, poi il più piccolo si alzò ed entrò in cucina <Piccola penso sia rotto o perlomeno slogato, dobbiamo andare al pronto soccorso> prima che potessi rispondere Daniele tornò con il ghiaccio <tieni ti aiuterà con il dolore, almeno un po> sorrise e me lo posò sul polso il più cautamente possibile, io ricambiai il sorriso e poi risposi al ragazzo difronte a me <Per forza?> <Solo per precauzione, per piacere> mi prese il viso tra le mani ed io non potei che acconsentire ipnotizzata dal suo sguardo <D'accordo> sospirai e lui sorrise per poi baciarmi <Dani tu vieni?> chiesi al fratello <Vi raggiungo dopo, devo prima disdire con gli altri e mettermi qualcosa di adatto> annuii e mi alzai dal divano seguendo il biondo verso la macchinetta parcheggiata in cortile.

Nei tuoi occhi/ Mattia Zenzola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora