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<No> si portò una mano a coprire la sua bocca, gli occhi gli si inondarono di tristezza, i suoi abissi di luce si spensero. <Matti purtroppo-> scosse il capo ed io subito persi il senso della frase che stavo dicendo <Non puoi andate via ora> strizzò gli occhi ed io mi avvicinai per baciargli la guancia <Amore tornerò presto> sussurrai a contatto con la sua pelle candida. Mattia sospirò poi si alzò piano dal divano e mi porse la mano <Cosa?> chiesi e lui sorrise, rividi nei suoi occhi la sua essenza ma non capii cosa avesse in mente <Fidati> sussurrò con un sorriso che gli solcava da parte a parte il viso delicato. Afferrai la mano con la sinistra e mi tirai in piedi, poi sorrisi trasportata dalla sua enfasi. Mi portò alla macchina e felice mi domandò <mi attenderesti giusto due minuti?> risi debolmente nel vederlo così impacciato, poi annuii senza pensarci due volte. Lui sparì di nuovo in casa ed io fissai quel preciso punto per cinque minuti, con un sorriso ebete in viso, poi riapparse stringendo le chiavi dell'auto nella mano destra e sul avambraccio sinistro portava una sua felpa. Quella nera con i fulmini viola, la mia preferita tra tutte.
<Dove si va?> domandai per la millesima volta al decimo minuto di viaggio, canzone dopo canzone stavo esaurendo la breve play list che avevo, e la mia euforia aumentava ad ogni cambio di ritmo. <Amore altri cinque minuti e lo scoprirai> sorrise tendendo la sua mando destra verso la mia gamba e posandola con cura sul mio ginocchio sinistro <Amo ma-> Mattia scosse il capo divertito, sorrise, poi disse <Piccola ti prometto che lo amerai> non controbattei ma decidi di farlo ridere ancora, amavo quel suo candido sorriso sincero <D'accordo, ma io ho fame> ed eccolo che rise, ed io sprofondai nel sedile ispirando ed espirando affondo, soddisfatta e piena di serenità. <Vuoi pranzare?> annuii all'istante, perché nonostante volessi vedere il suo sorriso, l'ora di punta era scoccata da tempo e la mia fame iniziava a mordermi lo stomaco vuoto <Va bene, allora la nostra meta dovrà attendere> lo stava facendo di proposito lo avevo percepito da come le sue labbra si inarcarono giusto un'istante dopo aver pronunciato quella frase, voleva temporeggiare, ed io volevo saperne di più. Giungemmo in un piccolo sottobosco, oltre la zona campeggio, totalmente ombreggiata dalle maestose chiome degli alberi secolari. Il biondo prese dal cofano un piccolo zaino e poi, applicando la chiusura con sicura alla macchina, mi prese la mano e raggiunse uno spazio pianeggiante ai piedi di una vecchia quercia <Ti piace qui?> annuii esterrefatta dalla bellezza mozzafiato di quel piccolo angolo di paradiso, nonostante l'inverso, il freddo e l'inquinamento oramai all'apice dei problemi ambientali, quel luogo pareva come protetto da una cupola invisibile all'occhio umano ma che avesse lo scopo unico e fondamentale di proteggere l'ambiente ad essa sottostante, parsgonai quello stano pensiero alla rosa del piccolo principe, protetta soltanto dal un sottile strato di vetro. Nell'ammirare quella meraviglia ammaliante avevo scordato della me fisica e quindi di tenermi lì e non da sola. Mi voltai verso mattia e lo vidi tirare fuori dallo zaino del cibo e sistemarlo accuratamente su una tovaglia quadrettata, a scacchiera bianca e rossa, tradizionale dei pic-nic. <Amore> lo chiamai come lontana anni luce <Non vieni?> mi sorrise lui allungando un angolo della tovaglia e sistemandolo con cura. Mi sedetti e mangiammo di tutto, pizzette, tramezzini, frutta e del tiramisù in bicchiere. Poi ci stendemmo, dopo aver ordinato tutto per bene, e per un tempo indecifrabile restanmo in silenzio, tenendoci per mano e guardando il cielo azzurro, come i suoi occhi. <era qui che mi volevi portare?> chiesi ad un tratto, lui scosse il capo <No, ci andremo più tardi> rispose ad occhi chiusi <E allora che ci facciamo qui?> dissi e Mattia riaprì gli occhi blu <Non ti piace?> sospirai, poiché ero consapevole che sapesse quanto quel luogo mi avesse lasciata senza parole, non risposi. <Ti ho portata qui perché amo vederti meravigliata per la bellezza che solo pochi captano, quella naturale> iniziò, spostando la mia testa sul suo petto con delicatezza immane <Credo ti veda la bellezza in queste piccolezze della natura e le trovi immensamente straordinarie, non è da tutti ed io lo amo> sorrise <amo vedere quell'espressione di meraviglia che ti si stampa in viso, è così rara> sospirai <e da sciocchi> ammisi quel pensiero ad alta voce, e sentii, sotto il peso della mia testa, il petto del latinista alzarsi in maniera brusca e riabbassarsi dolcemente. <No, non da sciocchi ma da superiori, pochi, quasi nessuno ancora ama certe piccolezze, sei pura ma non lo capisci Sara> sorrisi e incisi quell'ultima frase nel cuore in maniera Indelebile, poi lui mi carezzò il viso e fu allora che cercai con la sinistra la sua mano. Quando la trovai la congiunsi alla mia sussurrai <Ti amo> <Anche io> e percepii il suo sorriso che nacque assieme al mio. Poche ore dopo il Sole tendeva al tramonto ed io e lui eravamo ancora stesi sulla tovaglia, Mattia mi carezzava teneramente i capelli ed io giocavo con i suoi anelli della mano destra, il polso mi dava un fastidio tremendo, prudeva e allo stesso stento pulsava, ma non dissi nulla era normale, gli antidolorifici avevano terminato il loro effetto ed il fastidio perenne era tornato. Il biondo alzò piano il busto, sollevando assieme anche la mia testa <Amroe dovremmo andare> disse, io sbadigliai ancora nel relax totale del corpo, poi annuii <Mi dirai mai dove?> lui sorrise e scosse il capo <Che gusto ci sarebbe?> e rise, non mi trattenni mi voltai e baciai quel sorriso dolce e spontaneo. Lo amanvo e su questo dubbi non ne avevo.
La macchina si fermò di nuovo, stavolta per in un piccolo pineto sul lungomare, era stupendo, gli scogli come recinzione alle onde, le conchiglie sbrilluccicavano alla luce del tramonto, e poi c'era il sole raso con il mare, che colorava l'acqua cristallina, di rosso, arancione, rosa e giallo. Guardai Mattia e vidi che in mano aveva un telo <Vieni a cantare sul lungomare con me?> chiese mostrandomi tutta la sua emozione nei suoi occhi <Si> ebbi solo il coraggio di rispondere poi gli presi la mano e ci avviammo verso la riva.
Poggiai la mia testa alla sua spalla, sentivo l'ansia sparire e far spazio alla quiete totale, così di punto in bianco iniziai a cantare, anche se non me lo aveva ancora chiesto, senza la paura di poter rovinare qualcosa <E se mi hI visto piangere> sussurrai intonando il ritmo dolce della canzone <Sappi che era un'illusione ottica> vidi Mattia sorrisere e voltarsi a guardarmi <Stavo solo togliendo il mare dai miei occhi> cantai, per lui e con lui, per il sole che calava oltre l'orizzonte e con le stelle che iniziavano a nascere beate, per le onde che si infrangevano tra gli oscgli e con il vento che ci scompigliava i capelli. Passammo ore li seduti abbracciati a cantare assieme, Mattia mi strinse a sé comprendomi le spalle con la sua felpa io sorrisi e poggiai la mia testa al suo petto <Urlando sogni al cielo> lui incrociò le sue dita alle mie e concluse <Aspettando che ricado> sorrisi e lui si voltò a baciarmi.
<Fai i casting> disse d'improvviso sulla strada di casa <come?> <Vieni ad amici con me> affermò lui prontamente <Non mi prenderanno mai> Mattia scosse la testa con disappunto <Provaci> stavo per ribattere ma lui mi precedette <Per favore> io socchiusi gli occhi ed infine cedetti <D'accordo> sussurrai <Davvero?> lansua voce era piena di gioia <Davvero> sorrisi.

Nei tuoi occhi/ Mattia Zenzola Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora